12 Febbraio 2024, 18:19
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PALERMO – Maggiore sicurezza ma norme meno restrittive. È questo il tema lanciato oggi da Maurizio Pasca, presiedete Silb-Fipe, Vincenzo Grasso, presidente Silb-Fipe Palermo e Patrizia Di Dio presidente Confcommercio Palermo.
Il capoluogo siciliano, negli ultimi mesi, ha dovuto fare i conti con la malamovida che ha portato alla morte di due giovani (uno a Palermo e l’altro a Terrasini) oltre a dei colpi di arma da fuoco sparati in pieno centro in mezzo alla folla, ma non è solo questo. La giunta comunale sta pensando a delle norme ancora più restrittive rispetto a quelle attuali. Una di queste, già in vigore, prevede un numero minimo, di addetti alla sicurezza diverso da tutto il resto d’Italia, cioè un addetto ogni trenta avventori.
La norma non è condivisa, anche perché, fa notare Vincenzo Grasso, “sono decretati 170 addetti alla sicurezza” questi non sono però disponibili perché la prefettura “attualmente ne decreta 55”, quindi se dovessero aprire contemporaneamente tutte le discoteche di Palermo ci sarebbe un problema di sicurezza enorme.
“A Palermo sono state applicate delle norme che riteniamo ingiuste nei confronti dei locali da ballo. Di fronte c’è un abusivismo selvaggio senza nessun controllo – fa presente Maurizio Pasca -, anzi spesso accade che ad essere controllati sono i locali autorizzati a svolgere attività di intratteniamo. Vorremmo, per garantire la sicurezza nei nostri locali, che ci fossero le forze dell’ordine. Non c’è un numero sufficiente per garantire la presenza di figure come richiesto dalla questura di Palermo, cioè un addetto alla sicurezza ogni trenta avventori”.
“C’è un problema di criminalità perché quello che stiamo subendo nei nostri locali, e lo dicono i fatti di cronaca, sono veri e propri atti criminali che non possiamo gestire noi o il nostro personale adatto alla sicurezza, sono atti criminali e come tali vanno gestiti da chi della sicurezza e dell’ordine pubblico fa il proprio mestiere – ha dichiarato Vincenzo Grasso -. Da un anno stiamo subendo l’applicazione di una formula che stabilisce un numero ben preciso di addetti alla sicurezza nelle licenze di pubblico spettacolo nei nostri locali, che è difforme da quanto si verifica nel resto d’Italia. Siamo un caso isolato, che chiaramente è difficile da applicare dal punto di vista economico e numerico”.
“Il problema lo affrontiamo dal punto di vista dei gestori dei locali che sono quelli con un fenomeno più impattate, ma da un po’ di tempo notiamo il dilagare di criminalità – fa presente Patrizia Di Dio che guida Confcommercio Palermo -, come furti e spaccate, che non ci ricordiamo negli ultimi anni. Dobbiamo tutelare gli interessi della categoria ma non può esserci sviluppo e impresa sana se non c’è la sicurezza”.
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12 Febbraio 2024, 18:19
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