12 Settembre 2016, 08:30
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PALERMO – A guardare il risultato finale nel tabellone luminoso del ‘Barbera’, che recita un netto 0-3 in favore del Napoli versione Champions di Maurizio Sarri, si pensa ad una gara dominata dal 1’ dal più saggio tecnico nei confronti del ‘novizio’ delle panchine della serie A come Roberto De Zerbi, alla guida del Palermo da poco meno di una settimana. Andando a sviscerare nel dettaglio il film della partita di sabato sera emerge però che ha pesare sull’equilibrio tattico fra le due formazioni scese in campo è stato il black out intercorso fra il 47’ e il 65’ da parte dei padroni di casa, frangente in cui gli azzurri hanno piazzato tre gol quasi fotocopia venendo perforati dal lato destro del rettangolo di gioco.
Prima che Hamsik e Callejon giocassero al tiro al bersaglio con Posavec, non privo di colpe specialmente nelle reti dello spagnolo, l’undici schierato dall’ex tecnico del Foggia aveva infatti retto discretamente botta lungo i primi 45’, rischiando si in un paio di occasioni con il polacco Milik praticamente libero di battere a rete ma allo stesso tempo presentando davanti a Reina a turno Embalo e Sallai con lanci millimetrici di Diamanti. Ad aver convinto maggiormente nel 4-3-3 proposto da De Zerbi è stato difatti il fantasista di Prato schierato in posizione da ‘falso nueve’, con compiti simili a quelli per intenderci che Francesco Totti assolse nella prima Roma di Spalletti. Al consueto piede sinistro vellutato l’ex Bologna e Brescia ha abbinato corsa e protezione della palla, nel confronto sulla carta impossibile con colossi come Albiol e Koulibaly, meritandosi applausi a scena aperto in più d’una occasione dai suoi nuovi tifosi.
Se da un lato l’esperimento Diamanti, in assenza di una vera punta di ruolo, ha dato qualche risultato dall’altro è sembrato lampante che al numero 23 toscano mancasse un sostegno da parte innanzitutto dei compagni di reparto, con Embalo e Sallai apparsi ancora troppo acerbi per combinarsi con la maggiore esperienza del 33enne, e sopratutto dal vertice alto del centrocampo che con il croato Jajalo pensava più a non prenderle dagli ospiti che a darle. Gli ingressi, a risultato già compromesso, del brasiliano Bruno Henrique e del macedone Nestorovski, che come riferimento centrale in attacco continua a far fatica, non hanno impresso il cambio di passo atteso da De Zerbi, seppur l’ex Corinthians avesse sfiorato la rete più per una distrazione dell’avversario che per un sorpresa a livello tattico.
Il nuovo allenatore rosa riparte però da tutte queste indicazioni, comprese quelle fornite da un reparto arretrato che ha alzato bandiera bianca solo in occasione degli svarioni di inizio ripresa, nel preparare la delicata trasferta contro il Crotone in quel di Pescara nella sfida con una squadra di sicuro con meno qualità rispetto al Napoli ma ugualmente se non più complicata d’affrontare visto il comune obiettivo finale rappresentato dalla permanenza in serie A (la corsa salvezza con Carpi e Frosinone della passata stagione insegnano, ndr).
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12 Settembre 2016, 08:30