02 Novembre 2021, 05:55
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PALERMO – È il giorno dell’inizio del processo. Al Palazzo di giustizia di Palermo ci saranno i parenti e gli amici di Giuseppe, Matteo e Vito Lo Iacono, i pescatori di Terrasini morti mentre si spaccavano la schiena a lavorare.
Lo scorso luglio il giudice per le indagini preliminari Alfredo Montalto, così come sollecitato dalla Procura, ha ritenuto che le prove fossero “evidenti” e ha ordinato il giudizio immediato per i tre imputati accusati di avere provocato il naufragio del peschereccio ‘Nuova Iside’.
Il processo si apre oggi davanti al tribunale presieduto da Bruno Fasciana. I familiari delle vittime, assistiti dagli avvocati Cinzia e Antonio Pecoraro, Paolo Grillo, Aldo Ruffino e Giuseppina Scrudato, chiederanno di costituirsi parte civile. Al loro fianco gli amici in Tribunale per testimoniare affetto e solidarietà.
Il peschereccio fu speronato dalla petroliera Vulcanello e colò a picco a largo di San Vito Lo Capo, risucchiando in fondo al mare le vittime. Sotto processo ci sono Giuseppe Caratozzolo, terzo sottufficiale di coperta della petroliera (che si sarebbe disinteressato della gestione della cura della navigazione notturna), il comandante Giuseppe Costagliola (che non avrebbe supervisionato e controllato la navigazione) e il timoniere rumeno Mihai Jorascu.
Secondo la ricostruzione del procuratore aggiunto Ennio Petrigni e del sostituto Vincenzo Amico, la Vulcanello aveva il Nuova Iside come un bersaglio dritto a prua. Il pericolo di collisione era evidente. Gli imputati lo avrebbero ignorato per 24 lunghi minuti.
Era la notte del 12 maggio 2020. I Lo Iacono chiamarono i parenti a casa. Una volta tirato su il palangaro averebbero fatto rientro a Terrasini. Non andò così.
Dalle 23:02 alle 23:04 del 12 maggio 2020 la petroliera Vulcanello intercettò il peschereccio già visibile al radar sulla rotta della Petroliera fin dalle 22:30 e a 5 miglia di distanza. La Vulcanello era diretta a Vibo Valentia. L’impatto avvenne a largo di San Vito Lo Capo.
Analizzando i tracciati, secondo gli investigatori, la petroliera ha proceduto senza mai variare la rotta, mantenendo la velocità costante di circa 12 nodi, con pilota automatico inserito e con il bersaglio in rotta di collisione radar.
La petroliera speronò il peschereccio, probabilmente trascinandolo con sé per almeno 30 secondi. Si sentivano quattro tonfi dall’analisi del sistema audio. Il ‘Nuova Iside’ scomparve dal radar per riapparire a poppa della petroliera, questa volta sul lato sinistro. Poi si persero la traccia radar del peschereccio. Il ‘Nuova Iside’ era affondato.
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02 Novembre 2021, 05:55