Palermo, torture e omicidi: ergastolo al boss Freddy Gallina

Palermo, torture e omicidi: ergastolo al boss Freddy Gallina

Tre delitti risolti grazie ai collaboratori di giustizia

PALERMO – Ergastolo confermato per il boss estradato dall’America. Ferdinando Gallina è stato condannato dalla Corte di Assise di appello, presieduta da Matteo Frasca, al fine pena mai per tre omicidi.

Fino al 2017 nella fedina penale del boss di Carini c’era solo una condanna definitiva per mafia. Poi, sono arrivate le dichiarazioni di Antonino Pipitone ad inchiodarlo.

In principio era stato un altro pentito, Gaspare Pulizzi, ad accusarlo di avere ammazzato Francesco Giambanco e Giampiero Tocco, rapito sotto gli occhi della figlia, torturato e infine ucciso (i familiari erano parte civile al processo con l’assistenza dall’avvocato Emilio Chiarenza). Le sole dichiarazioni di Pulizzi, però, non bastavano ad incriminarlo. Ecco perché sono divenute decisive quelle di Pipitone.

Gallina avrebbe ucciso pure Felice Orlando, massacrato nel 1999 a colpi di pistola nella sua macelleria allo Zen. Ferdinando Gallina, detto Freddy, 43 anni, era stato fermato a fine 2017 a New York dove era arrivato clandestinamente. Era scappato qualche mese prima, violando la sorveglianza speciale.

Rampollo di mafia, Freddy ha seguito l’esempio del padre Salvatore che per anni è stato il capo della famiglia mafiosa di Carini. Quindi ha acquisito la parentela con il cognato, Giovanni Battista Giacalone, che fino al 2008 è stato coreggente della famiglia di San Lorenzo con Massimo Giuseppe Troia.

Del giovane Gallina si parlava ormai da anni. Nel luglio del 2003 due mafiosi lo tirarono in ballo quando ci fu da sancire la pace con il boss Antonino Di Maggio. Una pace disposta “dall’alto dei cieli” e cioè da Bernardo Provenzano.

Poi arrivarono i pizzini di Salvatore e Sandro Lo Piccolo, in cui il nome Freddy ricorreva spesso. A lui i boss di San Lorenzo affidavano le estorsioni più delicate. E nel frattempo Gallina scalava le posizioni di potere. Quando si pentì Franco Franzese, Franco di Partanna”, fedelissimo dei Lo Piccolo, si capì che stava per succedere un terremoto nel mandamento. Fu davvero così.


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