03 Gennaio 2024, 06:40
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PALERMO – Sono arrivati in discoteca poco prima che Lino Celesia venisse assassinato a colpi di pistola. Sono amici dei due fratelli arrestati. Uno di loro aveva in mano un rastrello, di quelli in legno e metallo che si usano per il giardinaggio. Nuovi elementi emergono dall’inchiesta sul delitto del 21 dicembre scorso all’interno del Notr3 di via Pasquale Calvi, a Palermo.
La telefonata al 118 è stata registrata alle 2.45. Due minuti dopo la centrale operativa delle ambulanze ha avvertito il 112. Un mezzo di soccorso privato stazionava davanti al locale, come se attendesse, lì o altrove, di caricare un cliente fra i tanti giovani e meno giovani che affollano le strade fra via Libertà e Borgo Vecchio. Alle 2:50 i poliziotti erano già davanti alla discoteca. Hanno chiesto notizie ai buttafuori. “Non è successo niente di grave”, hanno risposto alzando, e di parecchio, l’asticella dell’omertà.
Nel corridoio che conduce all’uscita posteriore erano rimaste delle macchie di sangue – anche se la scena era stata ripulita frettolosamente – un’ogiva, il rastrello e un tirapugni sotto una macchina parcheggiata in via Giovanni Raffaele. Un testimone ha raccontato che “intorno alle 2.30, quando è stato trasmesso l’ultimo brano di chiusura della serata, ho visto una folla di ragazzi che gridando dal retro entravano nel locale. La porta di emergenza è rimasta aperta e ci dicevano di intervenire e soccorrere un ragazzo che si trovava a terra”.
Le immagini e gli audio registrati da due telecamere di sorveglianza scandiscono i tempi. Alle 2.38 e 35 secondi si sente una voce maschile gridare “M. (urla il nome del minorenne arrestato per l’omicidio)… no no”. Alcuni secondi dopo il rumore due colpi di arma da fuoco “dopodiché le grida di disperazione Lino Lino muriu”.
Alle 2:40 nelle immagini si vedono tre persone giungere in via Pasquale Calvi per spostarsi verso l’ingresso posteriore, “uno dei quali brandendo un rastrello”. Un addetto alla sicurezza, probabilmente lo stesso che ha negato l’evidenza con i poliziotti, ha aperto dall’interno per farli entrare. Poco dopo escono “trascinando un altro soggetto che appare senza forze” e che poi è stato identificato nel fratello arrestato per la detenzione della pistola. Il minorenne si è difeso sostenendo di essere intervenuto quando Celesia ha colpito il fratello. Lo credeva morto e ha temuto di fare la stessa fine.
Alle 2.40 “quattro soggetti si dirigono verso il marciapiede di fronte all’ingresso” e si sentono le parole: “rammi a pistola (dammi la pistola)”. Si tratta dell’arma del delitto o della seconda, a salve, che il maggiorenne ha detto di avere portato con sé in discoteca? Qualcuno del gruppo degli arrestati ha chiesto aiuto prima che Celesia venisse assassinato. I due fratelli avevano capito di essere finiti nel mirino di Celesia oppure sono stati loro a convocare gli amici appena lo hanno incontrato con l’obiettivo di regolare i conti? Celesia un mese prima aveva colpito il maggiorenne arrestato con una bottiglia alla Vucciria. Due bande si sono affrontate o stavano per farlo nella discoteca.
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03 Gennaio 2024, 06:40