25 Dicembre 2023, 21:05
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PALERMO – Il fermo è stato convalidato. Resta in carcere il diciassettenne accusato dell’omicidio di Rosolino Celesia. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i minorenni, Nicola Aiello. Il suo racconto, che ricalca quello del fratello ventitrenne, non convince.
M.O. ha spiegato di avere sparato per difendersi dopo che Celesia aveva colpito il fratello G. con una violenza tale da fargli perdere conoscenza. La pistola l’aveva comprata a Ballarò dopo la precedente lite avvenuta un mese fa alla Vucciria.
Cosa c’era dietro quella lite, uno sguardo di troppo in segno di sfida? Troppo poco per armarsi e ammazzare l’ex giovane calciatore Celesia quando si sono rivisti in discoteca al Notr3 di via Pasquale Calvi. Il faccia a faccia, la nuova sfida di sguardi e i due colpi di pistola mortali sparati al collo e al torace nel corridoio che porta all’uscita posteriore del locale. Il minorenne ha ribadito che Celesia avrebbe aggredito il fratello e il diciassettenne sarebbe intervenuto per difendersi. G. era a terra svenuto, M. ha estratto la pistola e ha fatto fuoco. “È stata legittima difesa”, ha spiegato dunque il ragazzino assistito dall’avvocato Vanila Amoroso.
Commesso il delitto i due fratelli si sarebbero sbarazzati alla pistola gettandola nel mare di Vergine Maria. Una volta rientrati a casa, all’indomani della notte dell’omicidio, il minorenne avrebbe chiamato il 112 dicendo di avere partecipato ad un rissa. La confessione del delitto sarebbe arrivata negli uffici della squadra mobile. Il giudice ha ordinato il trasferimento dell’indagato in un carcere minorile, ma l’inchiesta della Procura dei minorenni e di quella ordinaria prosegue.
“Per motivi di ordine pubblico” la questura ha vietato di celebrare i funerali nella chiesa del Cep. Vietato pure il corteo funebre. Il 27 dicembre sarà consentito solo un saluto alle 8 del mattino nella chiesa del cimitero di Sant’Orsola.
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25 Dicembre 2023, 21:05