16 Giugno 2021, 17:18
4 min di lettura
PALERMO- Scempio. Catastrofe. Discarica. Orrore. Quante parole abbiamo usato per raccontare le bare accatastate al cimitero dei Rotoli? Eppure non sono bastate, non bastano. Vicino all’odore di decomposizione che proviene da uno dei tendoni bianchi montati al sole, l’atarassia del potere assume i contorni di ciò che è: una cosa ributtante. Quaggiù ci sono morti senza degna sepoltura – sono più di mille – e lassù? Lassù pare che lampeggi un gigantesco allargare le braccia, non sempre nelle risposte concrete, ma nell’insofferenza alla sottolineatura. Palermo è bellissima, profumata, orientata verso un radioso futuro e chi non lo proclama è un nemico della contentezza. E le reazioni che otterrai, al massimo, saranno un inarcarsi di sopracciglio a petto di tanta insolenza, magari sotto forma di tweet.
A una simile solerzia nell’ottimismo, allora, si può forse (con rispetto) raccontare il paesaggio che abbiamo visto noi in una mattina d’inferno al cimitero dei Rotoli, quello delle mille bare accatastate. C’è, dunque, un tendone bianco che ne accoglie diverse. L’odore di decomposizione è fortissimo, nonostante la doppia mascherina, tra chirurgica e Ffp2. Ci sono salme da un anno. C’è un signore che si avvicina. Mascherina nera, camicia blu inzuppata di sudore, viso segnato. “Non rilascio interviste”, esordisce bruscamente. Poi, torna indietro quest’uomo buono e colpito dal lutto: “Mi scusi, non volevo essere scortese. Quello che succede è sotto gli occhi di tutti. Dov’è il sindaco? Ho mio figlio qui e non posso piangerlo in una tomba. Voi raccontate e fate bene e qui non cambia niente. Mi scusi ancora”. Non ha di che scusarsi, amico che verrebbe voglia di abbracciare, papà giovane e chissà quanti anni aveva il figlio. Sono altri che dovrebbero chiedere scusa. Anzi, perdono.
Va a piangere per il suo dolore un padre sfortunato, lasciando scossi il cronista e il consigliere Igor Gerlarda che abbiamo incontrato per caso e che assume un colorito pallidissimo, dopo averlo ascoltato. LiveSicilia.it è in diretta per raccontare, in cerca di parole mai udite. Ci dirigiamo verso gli uffici. Le stanze della direzione, i luoghi in cui si lavora, sono pieni di bare. Nello stesso corpo basso stanno i vivi e i morti, separati da friabilissime porte. E non è semplice, con il caldo, attendere alle proprie occupazioni circondati dai palermitani che non sono più. Ma tutto sembra tranquillo. Il direttore, poverino, che può fare? E’ lì che risponde alle persone, che lo ringraziano per il suo garbo e lui replica. “Sono pagato per servirvi e mi rendo volentieri disponibile”. Gli operai in circolazione stanno anche loro lavorando. E’ peggio del Titanic con l’orchestrina che suonava prima dello schianto. Qui lo schianto c’è già stato. E si continua a ballare.
Si continua a ballare nella banalità dell’orrore che avvolge Palermo, bruttissima addormentata, immobile in una sonnolenza di fine impero, in un incantesimo che non le permette di specchiarsi e di vedersi com’è. In un piccolissimo sobborgo svizzero – visto che siamo europei – la metà di una situazione del genere avrebbe provocato le dimissioni dignitose dell’intera giunta comunale e pure del consiglio. Oppure, in alternativa, ci sarebbe un sindaco presente ogni mattina sul luogo del disastro per vigilare con ferocia, spingere ciò che può essere spinto e fare pubblica ammenda del tanto che non ha funzionato. Ma a Palermo tutto scorre.
“Da quasi un anno, il Sindaco Leoluca Orlando sempre pronto a presenziare e a tagliare nastri, non si fa vedere al cimitero dei Rotoli – dichiara in una nota proprio il capogruppo della Lega Igor Gelarda -. Quello stesso cimitero che, caso unico al mondo, ha quasi mille bare in attesa di sepoltura, che occupano ormai tutti gli spazi disponibili, senza alcun controllo, senza alcun rispetto e pietà per i defunti e per i loro cari, nel più totale disprezzo di norme igienico-sanitarie e del decoro. Questo è il vero, unico e solo record di Palermo nel mondo, questo l’unico vero e solo motivo per cui Orlando dovrebbe essere intervistato dalle TV straniere e spiegare che questo è il ‘cambiamento’ che ha portato nella nostra città. Ma sappiamo che nella sua visione impossibile continuerà a blaterare di una città che non esiste, che nel chiuso delle sue stanze solo lui sogna. Sappiamo soprattutto che non avrà la decenza di dimettersi; cosa cui lo costringeremo con la mozione di sfiducia”.
“Sono partite questa settimana le attività degli uffici comunali del Servizio Cimiteri in applicazione di quelli che sono i termini stabiliti dal protocollo d’intesa con la Fondazione Camposanto di Santo Spirito, che gestisce il cimitero di Sant’Orsola, e che prevede la possibilità di acquisire le sepolture a un costo agevolato e per oltre la metà sostenuto dal Comune”, replicano da Palazzo delle Aquile. “Stiamo contattando oltre 400 famiglie in rigoroso ordine cronologico – dice l’assessore Antonino Sala – e organizzando il servizio che speriamo possa partire entro giugno, reperendo i mezzi necessari per il trasporto e interloquendo con l’Asp. Finora abbiamo avuto risposte per lo più positive, con le famiglie che si sono mostrate interessate e hanno chiesto maggiori informazioni per aderire a questa iniziativa”.
Queste sono, appunto, le parole della politica. E le altre? Scempio. Catastrofe. Orrore. Le abbiamo usate tutte e ne cerchiamo di nuove che siano all’altezza di quello che abbiamo visto e sentito. Ma anche noi, che di parole viviamo, non riusciamo a trovarle.
Pubblicato il
16 Giugno 2021, 17:18