15 Luglio 2024, 12:26
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PALERMO – Porta il saluto di Papa Francesco ai palermitani, cita don Pino Puglisi, ricorda il celebre discorso del cardinale Salvatore Pappalardo e invita politici e amministratori a promuovere giustizia e legalità.
Nel giorno dei festeggiamenti religiosi per la Santuzza, il cardinale Pietro Parolin, inviato dal pontefice argentino in Sicilia, scuote la cattedrale in cui presiede il sollene pontificale alla presenza dei vescovi dell’Isola.
“Il Santo Padre vi ha già mandato un messaggio ma sono lieto di portarvi personalmente i suoi saluti – ha detto il porporato nell’omelia -. Si unisce cordialmente alla gioia di voi palermitani che oggi siete qui, numerosi, per lasciarvi illuminare dalla sapienza della vergine Rosalia”.
In una cattedrale gremita, si affollano fedeli, turisti e semplici curiosi. Sull’altare l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, il vescovo di Acireale Antonino Raspanti e quello di Catania Luigi Renna, tra i banchi il sindaco Roberto Lagalla e l’assessore regionale Alessandro Aricò in rappresentanza di Renato Schifani, convalescente.
Un’omelia breve ma incisiva, in cui Parolin va dritto al cuore di Palermo. “Le reliquie furono portate in processione per la città che fu liberata da una grave epidemia di peste – ha detto il Segretario di Stato vaticano – ma qual è la peste che oggi avvolge la nostra città, il mondo? Palermo ha perseguito la giustizia attraverso forme di testimonianza altissime fino al sacrificio della vita, come il beato don Pino Puglisi, e nella memoria è rimasta l’invettiva del cardinale Salvatore Pappalardo: ‘Mentre a Roma si discute, Sagunto è espugnata dai nemici’. Stavolta a essere espugnata è la nostra Palermo”.
Un ricordo del periodo delle stragi mafiose. “Un clima cupo ma la città seppe reagire – ha continuato Parolin -. Dal sangue versato nacquero le voci del cambiamento. La Chiesa di Palermo sia attenta e sollecita a favorire percorsi atti a promuovere giustizia e legalità”.
“Invito a nutrire grandi ideali per creare futuro, a promuovere cultura del dialogo per rendere la città vivibile, accogliente e bella – ha incalzato il porporato -. La terra senza cielo è fango, la terra con il cielo diventa giardino. Vinciamo la rassegnazione e facciamo ricorso alle nostre migliori risorse: si può rendere la città sicura, attenta alle nuove povertà, fedele alla sua tradizione di comunità ospitale. Possa la memoria di Rosalia scaldare il nostro cuore per farne una città curata con giustizia e amministrata con amore”.
Una celebrazione iniziata con il messaggio di saluto di Lorefice a Parolin. “La presenza di vostra eminenza significa per noi l’apprezzamento e la devozione per le virtù della nostra Santa di essenzialità evangelica alla quale ci ha chiaramente invitati l’ammirevole messaggio pontificio. Questo atteggiamento ci conforta e ci sostiene perché esprime, con la persona e la presenza dell’eminenza vostra, una fraternità che ci accomuna e ci stimola nel non facile esercizio del ministero che pesa sulle spalle episcopali mie e dei confratelli vescovi di questa meravigliosa e provata Isola”.
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15 Luglio 2024, 12:26