09 Agosto 2024, 06:30
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PALERMO – Quella frase – “puoi fare qualcosa?” – provocò “sgomento” in Gaetano Armao. Di avviso opposto la Procura della Repubblica e il giudice per le indagini preliminari che hanno rispettivamente chiesto l’archiviazione e chiuso l’inchiesta nei confronti di chi inviò il messaggio, e cioè il procuratore regionale della Corte dei Conti Pino Zingale.
È certamente il capitolo più spinoso dell’esposto di Armao contro Zingale, sfociato nell’apertura dell’inchiesta per concussione archiviata su richiesta della stessa Procura.
Il magistrato era interessato a ricoprire il ruolo di capo ufficio legislativo o capo della segreteria tecnica nel governo Draghi.
Una “disinvolta richiesta” l’ha definita Armao nell’esposto che un anno e mezzo fa presentò alla magistratura contabile. Alla luce del “mancato riscontro alle aspettative” avrebbe potuto “ingenerare risentimento e malanimo” nel magistrato.
Armao aveva presentato l’esposto al segretario generale della Corte dei Conti e alla Commissione disciplinare del Consiglio di presidenza della stessa per l’accertamento di eventuali incompatibilità ambientali e funzionali di Zingale (chiuso con un nulla di fatto).
L’ex vice presidente della Regione e assessore della Giunta Musumeci allegò anche i messaggi. Il 7 febbraio 2021 Zingale gli scriveva: “Sarei interessato a ricoprire il ruolo di capo ufficio legislativo (ministro) o capo segreteria tecnica (sottosegretario) nel prossimo governo. Puoi fare qualcosa?”.
Armao rispose: “Sarò a Roma a metà settimana cerco di capire cosa accede con i miei riferimenti. Ciao”. Il 19 febbraio successivo nuovo scambio di messaggi: “Gaetano so che sei in corsa….. in caso ricordati di quell’appunto”; “Caro Pino, purtroppo i nostri ministri lo sono già stati e credo stiano confermando i loro… oggi vedo l’on. Carfagna. Ti tengo informato. Un caro saluto”.
Zingale: “In caso ci sarai tu ….. spero …. e sono sicuro che sarai un ottimo sottosegretario”. Armao: “Vediamo… qui c’è molta confusione…”; Zingale: “Ce la farai…”.
La Corte dei Conti girò l’esposto alla Procura della Repubblica per le sue valutazioni. Ne è nata l’inchiesta archiviata dal giudice per le indagini preliminari che ha scritto : “I modi sono pacati, neutri e cordiali. La richiesta non ha contenuto illecito, trattandosi di autopromozione. La iniziativa si inserisce in un rapporto di cordialità coltivato reciprocamente e in egual misura da entrambi”.
Nel passaggio successivo il Gip ha chiarito il concetto: “La richiesta, del tutto esplorativa, formulata da Zingale ad Armao (che già in precedenza avrebbe prospettato a Zingale la possibilità di ricoprire ruoli tecnici all’esterno della magistratura contabile) rappresenta, piuttosto, una forma di autopromozione che rientra nell’ordinario svolgersi dei rapporti tra esponenti politici e figure tecniche aspiranti a ricoprire incarichi di supporto governativo, trattandosi di selezione non ad evidenza pubblica ma intuitu fiduciae, che, come tale, presuppone una veicolazione dell’interessamento al destinatario politico, in via diretta o per il tramite di intermediario, come avvenuto nel caso di specie”.
Nessuna “forma di pretesa impositiva, vieppiù evocativa di possibili ritorsioni in caso di mancata
soddisfazione o foriera di un malanimo maturato nel tempo”. Dopo quei messaggi Zingale non perorò più la sua candidatura.
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09 Agosto 2024, 06:30