25 Maggio 2022, 08:23
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PALERMO – La polizia di Stato con l’operazione di oggi, che ha visto nove arresti per mafia a Palermo, ha ricostruito la nuova organizzazione del mandamento mafioso della Noce del capoluogo siciliano, compreso chi aveva in gestione la cassa della famiglia (chiamata in dialetto “u vacilieddu” il piccolo recipiente ndr).
I nuovi vertici avrebbero fatto estorsioni a tappeto con l’imposizione del pizzo a tutti gli esercizi commerciali. Una strategia criticata da alcuni affiliati poiché sarebbero stati vessati anche gli ambulanti e attività minori. Nel corso di una riunione del vertice mafioso sarebbe stato rimproverato al capo famiglia della Noce, Giancarlo Seidita, che nuove attività commerciali andavano sottoposte a un più incisivo controllo. Il boss avrebbe preso l’impegno a fare il possibile per riportare il territorio e le relative attività economiche sotto il totale controllo della famiglia mafiosa. Questo nonostante i rischi connessi a una sua sovraesposizione nella riscossione del pizzo.
Il controllo del territorio sarebbe stato esercitato in modo capillare. Tutto veniva controllato. Anche il furto di un’auto o in un’abitazione avrebbe provocato l’irritazione di Cosa nostra che, tramite i suoi affiliati, così come emerso nel corso dell’indagine, si sarebbe attivata per individuarne gli autori ed evitare ulteriori episodi. Anche l’occupazione abusiva degli immobili sarebbe stata sottoposta all’autorizzazione mafiosa, scegliendo gli eventuali beneficiari.
Nessuna attività produttiva sarebbe sfuggita alle attenzioni di Cosa nostra, dal negoziante all’ambulante. Tutti gli esercenti sarebbero stati soggetti al pizzo quando non addirittura costretti a chiedere l’autorizzazione prima ancora di avviare i lavori. Ad esempio, risulta che sia stata chiesta l’autorizzazione per installare alcuni distributori a gettoni presso esercizi commerciali della zona. Lo stesso per acquistare un parcheggio con il preciso divieto di avviare l’attività di autolavaggio e ancora per ristrutturare immobili. Se i commercianti in crisi a causa della pandemia osavano ribellarsi al pizzo e osavano rispondere a tono all’estorsore scattavano le violenze.
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25 Maggio 2022, 08:23