Palermo, il post su Facebook: arresto annullato, niente mafia - Live Sicilia

Palermo, il post su Facebook: arresto annullato, niente mafia

Un commento sulla tappa siciliana del modello Can Yaman gli era costato il carcere. Non può tornare a casa perché ha il Covid

PALERMO – Un commento postato su Facebook gli era costato l’arresto. La notizia dell’aggravamento della misura cautelare – dai domiciliari al carcere – aveva destato scalpore. Il Tribunale della libertà ora ha accolto il ricorso della difesa e ha annullato l’ordinanza emessa dalla Corte di appello di Palermo. Antonino Vaccarella può tornare ai domiciliari, ma il suo rientro a casa è impedito dal Covid.

L’indagato è risultato positivo al virus ed è in isolamento al carcere Pagliarelli. Per uscire si attende la sua negativizzazione.

Ripercorriamo la vicenda balzata agli onori della cronaca lo scorso dicembre. Vaccarella si trova ai domiciliari dopo essere stato condannato a 6 anni in primo grado traffico di stupefacenti. condannato in primo grado a 6 anni, aveva il divieto di comunicare con l’esterno.

Anche attraverso i social? Ecco il cuore della questione. Vaccarella, 38 anni ha usato Facebook per commentare un’iniziativa dell’amministrazione comunale di Capaci. Era un post sulla notizia di un evento mondano organizzato a Isola delle Femmine..

L’accusa della Procura generale

Per i magistrati della Procura generale le sue frasi rappresentavano un tentativo esplicito, come si leggeva nell’ordinanza, “di rivendicare una funzione di controllo del territorio per il tramite dei social media, probabilmente in vista di una più tranquilla e agevole estrinsecazione delle attività criminali in quei territori ed il tentativo di condizionare attraverso i social le coscienze e le comuni opinioni in ambito locale”.

Si faceva un chiaro riferimento alla “organizzazione mafiosa” come se “la prolungata presenza di troupe, attori, organi di stampa e rappresentati delle varie istituzioni culturali locali” potessero essere considerate da ostacoli agli equilibri criminali.

Che c’entra la mafia?

Il legale ha contestato la ricostruzione basata sugli accertamenti della polizia. Il commento riguardava l’arrivo a Isola delle Femmine dell’attore e modello Can Yaman. Vaccarella scriveva: “Pare che hanno aperto il pollaio al cimitero (era la location per le scene di un film) itivinni a lavari i piatta pezzi di lordi”. Non gradiva il delirio dei fan. Che c’entra la mafia?, si è chiesto il legale.

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Il post contestato ad Antonino Vaccarella

“Il messaggio non ha alcun contenuto intimidatorio – ha sostenuto l’avvocato Elena Gallo -, non c’è una inequivoca coloritura minatoria né tanto meno si prospetta come una condotta trasgressiva che realizzi i caratteri di effettiva lesività”.

L’avvocato Elena Gallo

Il legale ha pure aggiunto che a postare il messaggio è stato il figlio di Vaccarella, che usa il suo telefono del padre come viene spiegato in un verbale redatto in sede di indagini difensive. Secondo la difesa, non ci sarebbe alcun messaggio criptico e pericoloso nelle parole di Vaccarella. E poi, il divieto di comunicare con soggetti esterni al nucleo familiare, va esteso anche a Facebook?

Il collegio, presieduto da Antonia Pappalardo, ha accolto l’appello. Le motivazioni si conosceranno entro 45 giorni, ma la richiesta di annullamento dell’aggravamento della misura cautelare è stata annullata.


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