21 Aprile 2023, 16:56
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PALERMO – Ristoratori compiacenti, altri no. Solo sui primi la preside dello Zen, Daniela Lo Verde, e il suo vice, Daniele Agosta, avrebbero potuto fare affidamento per organizzare il raggiro all’ombra della legalità. Da alcune ore sono entrambi agli arresti domiciliari.
Dal progetto di cucina al calcetto: sono diversi i progetti extrascolastici organizzati alla scuola “Giovanni Falcone”. Solo sulla carta, però. Le intercettazioni dei carabinieri, coordinati dalla Procura europea, hanno svelato lo stratagemma.
La scuola presenta il progetto. L’Unione europea lo finanzia. I ragazzi lo disertano. A questo punto le presenze verrebbero “falsificate” compilando i fogli delle presenze (“le firmi e buona notte al secchio”). Quando arrivano i soldi bisogna spenderli e dimostrare di averlo fatto esibendo la fattura. Solo che la fattura viene chiesta ex post. Non servendo più, ad esempio, la merenda per i ragazzi iscritti al progetto “Emozioni in gioco” la preside chiede una “cortesia” al commerciante.
Il 9 settembre 2022 Lo Verde contatta la titolare della pasticceria Matranga: “Buongiorno… Daniela Lo Verde… scuola Falcone… le volevo dire questo… c’era stato un ordine… fatto a febbraio del ventuno… al quale non abbiamo più dato riscontro… io sarei in condizioni anche di pagarle la fattura e poi quest’ordine ce lo scomputiamo pian pianino… che fa la vengo a trovare… ne parliamo di presenza?”.
L’esercente commerciale rifiuta la proposta: “… avevo parlato con mio marito e non eravamo disponibili per questo… annulliamolo perché la situazione è un po’ trubola”. Niente fa fare, il commerciante rifiuta nettamente la proposta. L’ordine viene annullato.
Lo Verde fa una nuova determina dirigenziale e si rivolge ad un altro bar, il New Paradise. Il tramite è il suo vice: “… senti… ho bisogno di te come sempre… ho telefonato alla pasticceria Matranga… per l’ordine… e loro non ne vogliono sapere niente… il punto è questo Dani… l’ordine deve avere questa data… non può avere una data diversa… perché è seguito del laboratorio… che è in quella data… facciamo finta che ho fatto l’ordine nel febbraio 21?”. Dunque la scuola retrodaterebbe la data dell’ordine.
Di fatto la merce è stata fornita e fatturata: 10 mila e 50 euro. Solo che nulla aveva a che fare con il progetto contro la povertà educativa “Cresciamo insieme”. Le intercettazioni sono lapidarie. Con i soldi del progetto la preside ha comprato, per sé, per Agosta e altri parenti “frutta martorana” e “pupaccena”. Lo Verde è stata anche vista all’esterno del bar mentre caricava in auto rosticceria, primi piatti, piadine farcite e torte.
La preside avrebbe riempito la dispensa di casa, mentre per i ragazzi della scuola sarebbe stato usato burro scaduto per il progetto di cucina.
“Vuoi vedere se questo burro è scaduto?”, diceva Lo Verde. “Sì, 20 agosto… è perfetto”, spiegava una collaboratrice. La preside confermava: “Si può usare”. “Spero che non lo vede”, aggiungeva riferendosi a una collega. Fecero di tutto per non rendere visibile la data di scadenza sulla confezione.
“Minchia Dorotea fa – spiegava Daniela Lo Verde ridendo – vabbè non vi preoccupate io lo apro e glielo do aperto. E Claudia, invece, ha preso il pennarello nero e l’ha cancellata… abbiamo cancellato la data di scadenza del burro”. “La professoressa vi denuncia”, diceva il vice preside Agosta. E la dirigente, ridendo: “Esatto”.
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21 Aprile 2023, 16:56