Palermo, presidenti e scrutatori disertarono i seggi per la partita

Palermo, scandalo seggi: presidenti e scrutatori allo stadio

L'imbarazzante verità scoperta dai poliziotti. Presto saranno indagati

PALERMO – Ci sono i primi riscontri e fanno emergere una verità imbarazzante. Presidenti e scrutatori hanno disertato i seggi alle recentissime Comunali per andare a vedere la partita del Palermo. Per loro la faccenda si complica. La Digos sta stilando l’informativa chiesta dal procuratore aggiunto Sergio Demontis. Il successivo passaggio sarà l’iscrizione nel registro degli indagati.

Indagati saranno pure coloro che, e anche in questo caso ci sono le prime conferme, hanno “marcato visita” adducendo scuse risibili. In realtà in molti si sono tirati indietro anche perché non ne valeva la pena economicamente. Tanto lavoro, pochi soldi.

Le verifiche incrociate sono ancora in corso. Al momento non c’è alcun segnale che indirizzi le indagini verso un contesto di pressioni esterne subite da presidenti e scrutatori o verso un boicottaggio pianificato. C’era la partita del Palermo, che poi è la spiegazione che è venuta subito in mente ai più di fronte ad un gesto che dimostra la totale assenza del senso del dovere.

Dietro la diserzione di massa, dunque, non c’è alcun mistero, ma la voglia di assistere al ritorno in serie B del Palermo nel giorno in cui ha sconfitto il Padova al Barbera. I biglietti dello stadio sono nominativi e quei biglietti sono passati al controllo digitale dei tornelli. Non è stata cambiato il titolare del tagliando – cosa che si può fare -, dunque gli scrutatori incitavano i colori rosanero mentre avrebbero dovuto essere nelle sezioni piombate per colpa loro nel caos.

In apertura dei seggi si è scoperto che 174 tra presidenti e scrutatori avevano rinunciato. Comune e Prefettura si sono attivati per reclutare i sostituti. Ci sono volute ore per rimpiazzarli. Nel frattempo alcuni elettori hanno trovato le scuole chiuse.

Il Comune ha trasmesso ai pm gli elenchi delle defezioni. Presentarsi al seggio è obbligatorio. Per assentarsi serve un giustificato motivo. Si rischia una multa da 206 a 516 euro, ma potrebbe andare molto peggio. Chi ha accampato scuse, e ci sono già dei casi di persone che lo hanno fatto dopo essere state convocate, ha dichiarato il falso.

Falso, ma anche interruzione di pubblico servizio e omissione di atti di ufficio essendo inquadrati come momentanei pubblici ufficiali. Non è finita visto che ci sono persone che hanno presentato dei certificati medici. I medici potrebbero divenire complici del reato. Anche per alcuni di loro presto potrebbe partire una convocazione in questura.


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