23 Maggio 2016, 06:15
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PALERMO – Segnali timidi, ancora flebili, ma comunque positivi. L’economia palermitana torna a riprendere fiato e, come dimostrano i dati elaborati dal Suap, il capoluogo siciliano inizia a vedere un po’ di luce in fondo al tunnel. Se nel 2014, infatti, si contavano nel commercio 4.279 aperture e 2.109 chiusure, con un saldo di 2.170 attività, nel 2015 le aperture salgono a 4.305 e le chiusure scendono a 1.817, con un saldo che tocca quota 2.488. Un trend che finalmente si inverte, visto che dal 2012 in poi i numeri sono stati costantemente in discesa.
Dati che fungono da termometro dell’andamento economico cittadino ma che comunque restano puramente indicativi in quanto si basano sulle pratiche presentate al Comune dal 2011 a oggi escludendo l’occupazione di suolo pubblico e la pubblicità, oltre alle attività legate ai servizi di trasporto che operano in un regime particolare. Al netto delle Scia improcedibili, bisogna tener conto del fatto che uno stesso locale che svolge più attività (artigianato, somministrazione, commercio) può presentare più pratiche pur trattandosi sempre dello stesso esercizio commerciale.
Fatte le dovute precisazioni, però, i numeri restano interessanti. Se si prende in considerazione il 2015, per esempio, si nota come le maggiori aperture si registrino negli esercizi di vicinato (meno di 200 metri quadrati), che arrivano a 1.397, nel commercio su aree pubbliche permanenti di tipo C (dai chioschi ai fiorai fino alle edicole) che si attestano a 865 e fra i pubblici esercizi (759 fra bar, pub o ristoranti).
Le grandi strutture, oltre i 1.500 metri quadrati, in cui rientrano in parte anche i supermercati, passano da 14 aperture a 22 nel giro di un anno, con un saldo in crescendo, così come per le medie. Stesso trend positivo per le chiusure che risultano in calo.
“C’è stato un boom per le attività ricettive e i bed and breakfast – dice il dirigente del Suap Giuseppe Monteleone – proprio in questi giorni stiamo ricevendo numerose richieste in tal senso. Anche sul fronte della somministrazione ci sono molti più locali, pub e ristoranti che hanno aperto in città. Gli esercizi di vicinato sono in aumento anche perché l’investimento è ridotto rispetto ad altre tipologie di attività”.
Nel campo dell’agricoltura si registrano nel 2015 53 aperture e nessuna chiusura, in netto miglioramento rispetto al 2014 in cui le nuove attività si fermavano a 44, anche se si segna un arretramento rispetto al 2012 e al 2013, quando le aperture arrivavano a 139 e 91. Le chiusure nelle produzioni artigianali sono calate da 94 a 69, così come si segnalano numeri positivi anche per le forme speciali di commercio. In città aprono più agenzie di affari, così come sono in aumento le autorimesse (dalle 24 aperture del 2013 alle 35 del 2015); buone notizie per il trasporto di alimenti, con le aperture che passano da 47 a 74 nell’arco di un anno.
“Siamo di fronte a un risveglio che potrebbe rivelarsi l’inizio di un trend che afferma l’attrattività della città per gli investimenti commerciali – dice l’assessora alle Attività produttive Giovanna Marano – l’aumento delle aperture delle medie e grandi strutture inverte il saldo disastroso delle chiusure conosciute negli anni più bui della crisi. Tuttavia è un segnale che dovrà essere confermato nei prossimi trimestri del 2016 per poter affermare una tendenza positiva”.
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23 Maggio 2016, 06:15