21 Aprile 2022, 06:34
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PALERMO – “Intercessioni varie”: è il titolo di un capitolo dell’informativa che i carabinieri del Nucleo anti sofisticazione hanno consegnato alla Procura di Palermo. Ed è un capitolo che scava nella fitta rete di relazioni di Gaspare Gulotta, l’ex direttore della Chirurgia generale del Policlinico finito agli arresti domiciliari.
Un “barone” universitario che quando aveva bisogno di piccoli e grandi favori sapeva chi e come contattare. Si parla di raccomandazioni, alcune delle quali sarebbero andate a buon fine mentre per l’esito è ancora ancora da verificare.
Il telefono di Gulotta squillava spesso e il suo studio era crocevia di incontri. Nei brogliacci sono finiti anche i nomi di politici. Alcuni perché registrati in prima persona, altri perché chiamati in causa da uno dei più noti chirurghi della città.
Piccoli e grandi favori, dunque, di cui è rimasta traccia agli atti dell’indagine. C’è il figlio di “un grande amico a me pure devoto… (diceva Gulotta di un professore ordinario)” che doveva sostenere un esame alla facoltà di Giurisprudenza della Kore di Enna e se la cavò con un bel 27. Gulotta chiamò il docente: “Verrò a trovarla con un mio collega professore ordinario che poi è mio fratello altrimenti non la disturberei”.
C’è un magistrato in pensione che chiese aiutò a Gulotta affinché la suocera ottenesse in tempi brevi gli arretrati che gli spettavano per l’indennità di accompagnamento. “Ciao Gaspare scusami ti ho mandato per sms… non lo so se l’hai visto il nome della funzionaria che si occupa della pratica di mia suocera”, diceva l’ex togato in servizio a Palermo.
“Va bene domani provvedo”, rispondeva Gaspare Gulotta che al suo gancio all’interno dell’Inps, durante un incontro al Policlinico, confidava che il magistrato aveva “le fisime”. Si chiedeva come mai uno del suo rango, con tanto di “villa con piscina a Mondello”, avesse tutta questa fretta di incassare i soldi. Mica gli servivano mica per vivere.
C’è il medico che chiedeva un trasferimento a Palermo e quello che ambiva a vincere un concorso per primario all’ospedale di Termini Imerese. Si tratterebbe di Gregorio Scerrino, medico del reparto di Gulotta, il quale contava di farsi aiutare, così diceva, dall’eurodeputato Giuseppe Milazzo, cognato del suo segretario: “Sono stato l’unico universitario che sono riuscito a piazzare primari nella Sicilia occidentale… forse riuscirò a piazzare il primario a Termini Imerese”, diceva il professore in pensione. Che, però, ammetteva di avere commesso “un errore politico” e adesso “sto aspettando… per i concorsi ospedalieri ci vuole anche l’aspetto politico rilevante”.
Su Milazzo, che alle ultime elezioni europee con Forza Italia ha fatto il pieno di preferenze da qualche tempo è passato a Fratelli d’Italia, Gaspare Gulotta, aggiungeva: “… mi porta già un altro nome da due anni e si è offerto di aggiustare la cosa… aspetta una risposta domani quello che dovrebbe vincere appoggiato molto bene dal punto di vista politico”. Milazzo, però, “ha nelle sue mani la gestione politica del concorso” e lei “l’ha piazzata Milazzo e lei non fa niente se non decide lui”.
Il politico è stato intercettato nel maggio 2020 nella stanza di Gulotta. Dopo avere fatto riferimento alle “visite” della finanza, interessata alle procedure per il concorso di Termini Imerese. Milazzo lo tranquillizzava: “… non lo lascia in tredici, appena le cose maturano – annotano gli investigatori – prima devono essere assegnate al direttore e poi devono fare la cosa interna per fare questa cosa”, e cioè il primario di chirurgia all’ospedale Termini Imerese. “Le cose si stanno calmando e prima dell’estate la facciamo”, concludeva Gulotta. Non sapeva che l’inchiesta era in pieno svolgimento.
Ed ancora si parla del trasferimento di un parente di Gulotta, dirigente scolastico, a Marsala grazie al meccanismo della mobilità. Il professore oggi in pensione, scrivono i carabinieri nell’informativa, “contatta diversi esponenti politici siciliani e nazionali che si occupano di pubblica istruzione tra cui l’assessore regionale Roberto Lagalla, Vincenzo Santangelo (senatore del Movimento 5 stelle), Giorgio Pasqua (deputato regionale e collega di partito di Santangelo). Gulotta pensava di potere coinvolgere il segretario dell’allora ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina.
“Lagalla disse che gli avevano già parlato del nipote – scrivono i carabinieri – e di mandarglielo. Si risentiranno per fissare un appuntamento”. Gulotta non ottenne l’esito sperato e allora cambiò strada.
Nel caso dei due esponenti grillini ci sono le tracce delle conversazioni telefoniche con il chirurgo. In una di esse si diceva che Lagalla era “di un’altra area politica”. Sul conto del deputato regionale gli investigatori scrivono: “Terminata la telefonata, Gulotta dice che Pasqua non conosce il segretario del ministro e gli ha riferito che in settimana incontrerà il direttore scolastico regionale”.
“Chiede se può mandargli il nipote, il senatore acconsente”, annotano invece i carabinieri al termine della conversazione con Santangelo. Ala fine il nipote otterrà il trasferimento non a Marsala, ma comunque in provincia di Trapani. E adesso, alla luce della girandola di telefonate, si sta cercando di capire se sia stato o meno favorito.
Nell’informativa depositata agli atti dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dai sostituti Luisa Bettiol e Andrea Fusco ci sono centinaia di nomi e telefonate. Alcune meritano un supplemento di attenzione da parte degli investigatori.
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21 Aprile 2022, 06:34