29 Febbraio 2024, 13:29
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PALERMO – Respinta la richiesta di patteggiamento di Daniela Lo Verde, l’ex presidente della scuola Giovanni Falcone dello Zen, e del suo vice, Daniele Agosta per lo scandalo sulla gestione dei fondi europei. C’è stato un errore nel calcolo della pena, ritenuta dunque non congrua, fissata ad un anno e 10 mesi. Il giudice per l’udienza preliminare ha restituito gli atti al pubblico ministero. Ora toccherà alla difesa presentare una nuova istanza di patteggiamento, che dovrà essere rivista al rialzo. Di quanto? Di sicuro la Cassazione ha stabilito che per questo tipo di reati bisogna partire da una pena base più alta. La nuova istanza di patteggiamento dovrà essere valutata dai pubblici ministeri che la prima volta avevano dato parere favorevole.
È stata accolta invece la richiesta di patteggiamento a undici mesi di Alessandra Conigliaro, dipendente del negozio di elettronica che, in cambio di regali ai due dirigenti scolastici, avrebbe ottenuto in esclusiva e in assegnazione diretta le forniture alla scuola. I pm della Procura europea Amelia Luise e Calogero Ferrara hanno scoperto la mala gestio dei fondi destinati dall’Unione europea. L’ex dirigente scolastica ha anche risarcito i danni, circa 20 mila euro, e restituito gli iPhone destinati agli studenti.
L’ex preside, finita ai domiciliari, interrogata nei mesi scorsi in presenza dei suoi legali, gli avvocati Antonino e Giuseppe Reina, all’inizio ha cercato di giustificare l’episodio. Poi ha confessato: “Ho fatto delle cose che non hanno nessunissima giustificazione. Non mi riconosco, ho tradito i valori che mi sono stati trasmessi, ho tradito me stessa, ho tradito le mie figlie, la mia famiglia e i bambini a cui io tengo tutt’ora tantissimo, Sembra quasi un controsenso però per me è così”. “Ero come in un vortice, intossicata, non sono riuscita più a ragionare. Non c’è una giustificazione a questi comportamenti e a tutt’oggi non riesco a darmela se non quella di essere anche magari mal consigliata…”, aggiunse.
Lo Verde e Agosta si sarebbero anche appropriati anche del cibo destinato alla mensa degli alunni e ad un progetto di inclusione. I carabinieri immortalarono la dirigente mentre usciva con i sacchetti della spesa dalla scuola. Dal laboratorio di cucina al calcetto: sono stati diversi i progetti extrascolastici organizzati alla scuola Falcone. Solo sulla carta, però. Le intercettazioni dei carabinieri svelarono che i fogli di presenza sarebbero stati falsificati. Il cibo che rimaneva o le forniture mai ritirate nei bar diventavano merce a disposizione della preside.
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29 Febbraio 2024, 13:29