25 Marzo 2017, 09:30
3 min di lettura
PALERMO – Nella festa del ‘Barbera’ con la vittoria per 2-0 dell’Italia di Giampiero Ventura ieri contro l’Albania manca quella che poteva essere la ciliegina sulla torta, un gol del grande ex e attuale capocannoniere della serie A. Andrea Belotti quella rete contro gli uomini di Gianni De Biasi, davanti quello che è stato il pubblico che per primo ha creduto fortemente nelle sue qualità da bomber d’area di rigore, la voleva fortemente, in primis per confermarsi come uno dei migliori attaccanti nelle qualificazioni ai prossimi mondiali in Russia, e poi per ripagare l’affetto incondizionato che il pubblico di Palermo gli ha riservato durante i 90′ con cori e striscioni (vedi uno che campeggiava in curva Sud con su scritto ‘Bentornato Gallo’, ndr) a testimoniare un rapporto d’amore duraturo anche a distanza di ormai due anni dalla cessione al Torino.
Da quando infatti le strade del ‘Gallo’ e del club di viale del Fante si sono separate Belotti si è imposto gara dopo gara come l’attaccante di riferimento e più prolifico del nostro panorama calcistico mentre i rosanero hanno vissuto, e vivono tutt’ora, le peggiori stagioni nella massima serie della loro storia. In molti si chiedono ancora oggi che Palermo sarebbe stato con un Belotti come quello attuale, anche se l’Ilija Nestorovski scoperto quest’anno dà delle garanzie realizzative purtroppo poco supportate dalla squadra. In quell’estate del 2015, dopo la cessione dell’altro pezzo pregiato dell’argenteria rosanero rispondente al nome di Paulo Dybala, infatti Belotti avrebbe dovuto cogliere proprio l’eredità dell’argentino passato alla Juventus anche se gli otto milioni offerti da Cairo al patron Zamparini alla fine risultarono troppo allettanti per rinunciarci. Alla fine il cambio di maglie si consumò ma la tifoseria non diede mai colpe particolari all’attaccante che anzi dimostrò sempre attaccamento e gratitudine alla piazza.
Dopo un anno e mezzo di crescita inarrestabile in granata, vissuta nella sua fase iniziale anche nelle due stagioni all’ombra del Monte Pellegrino, Belotti si è dunque conquistato l’ingresso in quel club azzurro che ai tempi di Palermo lo vedeva già leader dell’attacco degli azzurrini di Gigi Di Biagio in Under 21. Per il 23enne, che ai tempi del trasferimento in Sicilia lasciò l’Albinoleffe in Lega Pro appena maggiorenne e con pochissima esperienza nella prima squadra bergamasca, il primo gol in B contro il Brescia sapeva già di predestinazione. Le dieci reti in cadetteria e i sei realizzati l’anno dopo nella prima esperienza in A, subentrando quasi sempre dalla panchina, furono il banco di prova migliore per quello che sarebbe divenuto l’attaccante di riferimento dell’Italia, ovviamente al fianco del collega Ciro Immobile.
Ieri in gol alla fine ci è andato proprio il suo ex compagno di reparto al Torino mentre lui è rimasto a bocca asciutta, nonostante i continui tentativi di partecipare ad ogni azione costruita dagli azzurri. Eppure la sua cresta il ‘Gallo’ è riuscita a metterla in occasione del rigore guadagnato per un fallo di Basha proprio nei suoi confronti, poi realizzato da De Rossi, e nel tentativo a pochi minuti dallo scadere della prima frazione di superare Strakosha con un potente destro deviato in corner dal portiere della Lazio. In entrambe le occasioni i tifosi di casa non hanno mancato di sottolineare l’impegno profuso dal loro ex pupillo, che fra l’altro prossimamente sposerà pure la sua fidanzata palermitana conosciuta ai tempi della permanenza nel capoluogo. Un taglio netto con brutte abitudini del passato da parte della tifoseria di Palermo che non ha mai visto di buon occhio il ritorno di suoi ex grandi attaccanti in maglia azzurra al ‘Barbera’, ne sa qualcosa un certo Luca Toni.
Pubblicato il
25 Marzo 2017, 09:30