PALERMO – “Il compendio indiziario non consente di ritenere accertato, neanche in termini di probatio minor, il contestato mercimonio della pubblica funzione”.
Il Tribunale del Riesame di Palermo ha depositato la motivazione del provvedimento con cui ha annullato l’ordinanza del giudice per le indagini preliminari che aveva disposto l’interdizione dall’attività di impresa nei confronti di Sergio Vella. Era stato accolto il ricorso degli avvocati della difesa, Nicola Grillo, Pasquale Contorno e Giuseppe Grillo.
Precedentemente il Riesame aveva annullato l’obbligo di dimora per corruzione nei confronti del funzionario regionale del dipartimento Energia, Marcello Asciutto, difeso dall’avvocato Vincenzo Lo Re. Secondo l’accusa, in cambio di una “spinta” alle pratiche l’imprenditore agrigentino dei rifiuti avrebbe fatto degli investimenti nelle società finanziarie del figlio di Asciutto. Le difese hanno sostenuto che si trattava di normali investimenti, slegati da ogni ipotesi corruttiva mai avvenuta.
“Allo stato, il compendio indiziario – scrive il collegio – non è sufficientemente solido e idoneo a superare la soglia della gravità in relazione alla fattispecie corruttiva in addebito al ricorrente”.
Il contenuto dei dialoghi intercettati, “rivela, invero, la conoscenza da parte del pubblico ufficiale delle pratiche delle quali il privato era titolare e un generico interesse allo stato e ai tempi di avanzamento delle
stesse, ma nulla suggerisce, poi, in merito al concreto intervento di Asciutto per la cura o la vigilanza su di esse, non riscontrandosi, di fatto, né affermazioni o atteggiamenti che lascino anche solo presumere una effettiva presa in carico, né rassicurazioni a Vella o sollecitazioni esplicite o implicite ad altri colleghi che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, pure erano stati contattati da Asciutto”.
Queste pratiche andrebbero fatte da casa in via telematica, con un impegno minimo di personale. Invece si costringe chi ne ha bisogno a fare code insensate alla motorizzazione o all’Aci, o a rivolgersi alle agenzie. Poi stupiamoci se c’è la corruzione.