Palermo, Sana Yazigi | L’arte è rivoluzione

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07 Dicembre 2019, 12:34

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La rivoluzione in Siria attraverso l’Arte. È l’iniziativa della grafica siriana, Sana Yazigi, protagonista della rassegna“La parola alla Siria. Voci creative di donne in esilio”. L’artista, che attualmente vive in esilio a Beirut e a Parigi, racconta, attraverso le opere e la cronologia, la guerra civile siriana e tutto ciò che la rivolta ha causato e continua a produrre. Luoghi devastati e resi irriconoscibili da un’ostilità che uccide persone per un conflitto senza precedenti.

Sana Yazigi, negli ultimi anni, ha reperito e documentato in un sito web, aggiornato quotidianamente, “The Creative Memory of the Syrian Revolution”, (in tre lingue, arabo, inglese, francese) numerosi lavori dall’inizio della rivoluzione dal 15 marzo 2011 fino ad oggi. Un archivio prezioso on line, nato nel 2013, che custodisce opere d’arte, fumetti, vignette e dossier di artisti siriani conosciuti e anonimi che rappresentano gli accadimenti della rivoluzione in Siria,“dalla distruzione e i disastri causati dalla guerra civile, alla disgregazione di un popolo costretto a trovare riparo in campi profughi e in alcuni paesi europei”. In occasione del suo incontro, (il 5 dicembre al Centro internazionale di fotografia ai Cantieri Culturali della Zisa di Palermo) Yazigi, ha illustrato, produzioni artistiche e documenti, frutto di una memoria creativa, a testimonianza di una guerra, alla ricerca di una democratizzazione contro gli autoritarismi nell’area mediterranea e medio-orientale, che sembra non avere termine e che ha coinvolto alcuni Paesi confinanti e della comunità internazionale.

“L’idea di un repertorio – ci spiega la designer – nasce dopo anni di silenzio, dopo aver visto numerosi talenti artistici che esprimevano la lotta armata in Siria, attraverso attività creative: murales, caricature, vignette, musica e danza. Da qui l’iniziativa di reperire e documentare tutto ciò che il popolo aveva espresso, per evitare che venisse cancellato o dimenticato. Oggi il sito web, conta un centinaio di artisti e circa 28mila forme d’arte, che descrivono gli avvenimenti e la storia di un popolo tutt’ora in guerra. L’Arte intesa anche come segno di espressione e di libertà”.

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La parola alla Siria. Voci creative di donne in esilio”, vede coinvolte cinque donne, scrittrici, intellettuali, tra le voci più interessanti della creatività femminile in Medio Oriente, che vivono fuori dai loro Paesi d’origine e che testimoniano con i loro lavori, una forma di resistenza e opposizione. Un progetto ideato e organizzato UDI di Palermo (Unione Donne Italiane) onlus e parte integrante della sezione “Parola” di BAM (Biennale Arcipelago Mediterraneo), il Festival internazionale di teatro, musica e arti visive, dedicato alle culture e ai popoli che si affacciano sul Mare Nostrum e alle tematiche dell’accoglienza e del dialogo. Una serie di incontri, dal 2 al 9 dicembre a Palermo, per dare la parola a chi conosce la storia di quell’area e in primo luogo alle donne esuli che, nonostante la tragedia tangibile, manifestano coraggio e desiderio di futuro.

Sette appuntamenti, Sette dialoghi, Sette racconti sulla Siria, in varie sedi della città( Cantieri Culturali della Zisa, Galleria d’Arte Moderna, Sala Consiliare Comunale, Galleria le Nuvole, Palazzo delle Aquile, Cinema Rouge et Noir) per una testimonianza e confronto, a conferma dell’impegno di Palermo come città del dialogo e delle Culture. A parlare della Siria e delle dinamiche dei paesi dell’area mediorientale sono donne creative accomunate da una condizione di esilio: la scrittrice e giornalista curdo-siriana Maha Hassan costretta per i temi che trattava a lasciare la Siria e trasferirsi in Francia; la poetessa siriana Maram Al-Masri; la designer siriana Sana Yazigi creatrice dell’archivio online The Creative Memory of the Syrian Revolution; l’architetto e scrittrice originaria di Damasco Suad Amiry e la scrittrice e giornalista libanese, Hoda Barakat, ( che chiuderà la rassegna il 9 dicembre alle 17, all’Institut Français) vincitrice quest’anno dell’International Prize for Arabic Fiction, il più importante premio per la letteratura araba. E infine un omaggio al gesuita romano, Paolo Dall’Oglio, scomparso in Siria nel 2013, di cui da sei anni non si sa più nulla, dove nel 1992 ha fondato la comunità spirituale ecumenica mista al-Khalil (l’amico di Dio, in arabo) promuovendo il dialogo islamico-cristiano. A ricordarlo, Francesca Dall’Oglio, sorella di padre Paolo, e Giancarlo Gaeta, storico del Cristianesimo antico all’Università di Firenze e curatore di numerose edizioni di opere di Simone Weil. A conclusione degli appuntamenti (il 9 dicembre, alle 11 a Palazzo delle Aquile) il Conferimento della cittadinanza onoraria a Paolo Dall’Oglio, con il Sindaco Leoluca Orlando e l’Assessore alle Culture Adham Darawsha.

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07 Dicembre 2019, 12:34

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