19 Novembre 2012, 10:03
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PALERMO- Che disastro il Palermo a Bologna! Finisce in otto e prende tre gol, due dei quali su rigore. E meno male che, dopo il 3-0, i rossoblù dell’ex Pioli non hanno infierito, perché poteva finire a goleada.
Che dire, come commentare proprio non so. D’istinto, mi verrebbe da pensare che la nostra non è squadra da combattimento, ma mi basta rifletterci un attimo per arrivare ad una conclusione scontata quanto brutale: sì, è vero, la nostra non è una squadra da combattimento, ma questo non sarebbe nulla se non fosse soprattutto una squadra piccola piccola. Nel senso che lo è come organico, tecnicamente parlando, e come anima. Soprattutto come anima, perché appena subisce un colpo è incapace di reagire ed anche peggio: si lascia travolgere dagli eventi e ne combina di tutti i colori, dal primo all’ultimo, fatta eccezione (ma qui sono un tantino generoso) per Barreto, Brienza e Von Bergen, i soli capaci di andare comunque avanti con dignità, senza perderci anche la faccia.
E così finiamo in otto, che è una vergogna, del tutto simile se non peggiore di quelle alle quali noi poveri tifosi rosanero ci eravamo abituati ai tempi bui del trentennio, quando facevamo la spola tra serie C e serie B e passavamo anche attraverso le retrocessioni in serie, le penalizzazioni e la radiazione.
Insomma, un pomeriggio da cani, quello vissuto dai pochi, intemerati tifosi rosanero, che sugli spalti del “Dall’Ara”, hanno continuato fino all’ultimo a sventolare le loro bandiere. Erano pochi, del tutto annichiliti non tanto dal soverchiante tifo rossoblù, ininterrotto dal primo all’ultimo minuto, quanto dalla prestazione imbelle dei propri giocatori. E il Bologna, infatti, è entrato in campo come se si trattasse dell’ultima spiaggia, l’ha messa sul piano della corsa e, soprattutto, del corpo a corpo, picchiando i rosanero senza pietà, ma scientificamente, senza dare la possibilità al severo Valeri di Roma di buttarne fuori qualcuno. Tant’è vero che nella prima mezzora l’arbitro ha dovuto ammonire tre rossoblù e la partita, malgrado tutto, era ancora equilibrata, con azioni dall’una e dall’altra parte e un bel diagonale rasoterra di Kurtic, su assist al bacio di Brienza.
Poi è arrivato il bellissimo gol di Gilardino, un bandolero stanco, che si rianima quando davanti agli occhi ritrova le maglie rosanero. E’ bastato quel gol e il Palermo si è afflosciato come un sacco vuoto e ha cominciato a girare a vuoto, senza geometrie e, quel ch’è peggio, senz’ anima. Hanno perso tutti la trebisonda, a cominciare dal capitano, che, come tale, doveva invece dare l’esempio: su un cross dal fondo, Donati si è esibito in un incredibile colpo da volley, schiaffeggiando un pallone che sarebbe sicuramente finito in fallo laterale: calcio di rigore e ammonizione! Gabbiadini, gol e 2-0 per il Bologna, a fine primo tempo. Partita finita? Sì, lo abbiamo pensato un po’ tutti, all’intervallo e invece non era così, perché, subito ad inizio ripresa, sull’ennesima verticalizzazione del solito Diamanti, Donati, che già non era stato impeccabile in occasione del gol di Gilardino, accusa un’altra defaillance, indugia e consente al centravanti felsineo di infilarsi come una scheggia nell’area piccola, anticipare Ujkani e costringerlo al fallo da rigore: Diamanti-gol e 3-0 per il Bologna, Ujkani espulso, come esige il regolamento, e Palermo in nove. Ora sì, partita finita. Finalmente! E invece, no, c’è ancora tempo per toccare il fondo e finire in otto, dopo l’espulsione di Labrin, uno che dall’avvento di Gasperini non si era mai visto e che ieri ha avuto modo di farsi notare. Come? Con un fallaccio, più plateale che cattivo, su Morleo, gamba tesa sul suo ginocchio, il tutto in un punto morto non solo del campo ma anche del gioco ne della partita. Nel frattempo era stato espulso pure Taider, ma i giochi erano ormai abbondantemente fatti e nessuno se ne è accorto.
Nessuno si è accorto, fra l’altro, che l’eroe di sette giorni fa, Paulo Dybala, era in campo: non gli è arrivata una sola palla pulita e d’altronde se il modulo di gioco di Gasperini prevede una punta centrale e questa dev’essere un ragazzo di 19 anni, piccolo, minuto, tutto scatti e agilità, subito preso a calci e calcioni dai marcantoni della difesa felsinea, cos’altro c’era da aspettarsi se non una brutta figura? Anzi, pessima e non certo per colpa sua, del ragazzino, che a modo suo faceva pressing da un lato all’altro dell’area, ma il suo era un agitarsi sterile quanto inutile. Se poi l’esempio, deve arrivare da Ilicic, che di suo (di solo suo e pochi altri in serie A,) ha l’indolenza e … i colpi di tacco a perdere, non poteva che finire così: con una squadra in crisi nera decisa a vender cara la pelle e un’altra, evidentemente troppo euforica per la franca vittoria di sette giorni prima, che gioca sulle punte, palleggia e subisce la scarponeria dei felsinei senza batter ciglio, fino ad esserne travolta.
E a questo punto mi auguro solo che tecnico e squadra non diano la colpa all’eccessiva severità dell’arbitro perché sarebbe aggiungere umiliazione a umiliazione e sinceramente noi tifosi non meritiamo tutto questo. Ora ci aspettiamo, invece, che domenica, tutti i giocatori rosanero, da Benussi a capitan Miccoli (mai assenza è stata così sentita) disputino un derby all’arma bianca, intendo col cuore, ogni palla come l’ultima palla della vita. Altro che solo della partita. Non c’è verso, non ci sono alternative: il Palermo deve – e sottolineo deve – riscattarsi nel derby e, siccome sarà tutt’altro che semplice, data la consolidata forza dell’avversario, sarà ancora più bello vincerlo. Magari sputando l’anima, magari mettendo via il fioretto per la sciabola, magari su autogol nell’ultimo minuto di recupero, ma a testa alta, col sole in fronte che ci restituisca l’orgoglio di tifare rosanero. Fermo restando che se a gennaio non arriveranno i puntelli giusti ci toccherà patire fino all’ultimo le pene dell’inferno. Che poi, diciamocela tutta, sono quelle della seri B.
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19 Novembre 2012, 10:03