21 Febbraio 2022, 12:20
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PALERMO – Nessun abuso di ufficio, nessun falso e nessuna diffamazione perché le parole usate dai due consiglieri rientrano nel diritto di critica politica. Si conclude con l’archiviazione l’inchiesta che vedeva indagati Igor Gelarda e Maria Pitarresi, rispettivamente consigliere comunale e di circoscrizione della “Lega noi per Salvini”.
La querelle nasceva da un esposto del presidente della I Circoscrizione Massimo Castiglia. Tutto inizia il 9 novembre 2019 a Villa Garibaldi, dove si riunisce un’assemblea per discutere di sicurezza nel centro storico.
Si registra uno scontro verbale fra Luca Casarini (ex leader dei ‘Disobbedienti’ da anni residente a Palermo) e Gelarda, che viene denunciato per diffamazione.
Due giorni dopo Pitarresi prende la parola a sostegno di Gelarda, dicendo che nel corso dell’assemblea il consigliere comunale sarebbe stato aggredito e gli sarebbe stato impedito di parlare senza che il presidente Castiglia lo tutelasse. I toni si accendono e Castiglia invita Pitarresi ad uscire dall’aula. Dopo qualche minuto rientra e chiede che venga annotata a verbale la manifestazione di solidarietà a Gelarda, ma Castiglia non l’autorizza.
Il giorno dopo Gelarda si reca nei locali della prima circoscrizione per verificare se sia stato messo a verbale l’allontanamento dall’aula della Pitarresi. In quel momento sopraggiunge Castiglia che, ravvisando nella richiesta di Gelarda un’indebita interferenza nell’attività del Consiglio, chiama i poliziotti. Stessa cosa fa Gelarda che allerta la Digos.
Nei giorni successivi, durante un’altra riunione del Consiglio, Pitarresi aggiunge di suo pugno una nota in calce al verbale in cui riepiloga quanto successo nel corso della seduta della discordia. Poi convoca una conferenza stampa assieme a Gelarda. Parlano di “fatto grave” e “atteggiamenti espressione di un modo di intendere la politica illiberale e totalitario”.
Ad una prima richiesta di archiviazione si è opposto Castiglia e il giudice ha ordinato un supplemento di indagini che, però, non hanno offerto riscontro. Da qui l’archiviazione della posizione dei due indagati, assistiti dagli avvocati Nino Giallombardo e Giovanni Pitarresi.
Non sono stati commessi né falso, né abuso di ufficio. Per quanto riguarda le parole usate dai due leghisti si tratta di “forma severa e polemica di contrasto politico”.
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21 Febbraio 2022, 12:20