28 Gennaio 2010, 12:35
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Non per rifare il verso a Johnny Stecchino ripetendo che il grosso problema della Sicilia resta il traffico, ma risulta davvero sconfortante questa Palermo ingessata e pasticciona quando si parla di parcheggi, mobilità, regole minime per rendere civile la vita di una
una buia sala banchetti per trasformare l’area, fino a qualche mese fa occupata da tavoli e ombrelloni al sole del bar Aluja, in un antro con copertura fissa, pilastri in legno come volgari zampe affossate nell’asfalto per reggere una quinta destinata a a far muro per l’edicola, le panchine della zona pedonale e gli ombrelloni dell’altro bar all’angolo con via La Lumia, il vecchio Di Martino. Ecco come volgono al peggio tratti di quegli eleganti Champs Elysée di casa nostra dove avevamo dovuto rinunciare ad angoli di un tempo fermato solo da foto ingiallite. Come la vista dei tavoli del vecchio Caflish poi diventato Cafè Nobel, all’incrocio con via Archimede. Ovvero come l’altro lungo capannone issato trent’anni fa con mille polemiche non sulla strada, ma sul marciapiede per ospitare il Roney, il bar che tanto piaceva, ormai sostituito da un paio di negozi, come se fosse naturale per la città tenersi l’abuso, forse giustificabile allora per la destinazione, per la sala da tè, non oggi. Piccoli grandi sfregi di una città in cui ci si allarma davanti allo spettro delle isole pedonali e resta chiuso il megaparcheggio del palazzo di giustizia virtualmente inaugurato dal sindaco in agosto.
Cinque mesi di inerzia perché, settimana dopo settimana, dicono che mancano i visti dei vigili del fuoco. Mentre magistrati e dirigenti continuano a parcheggiare fra vecchio e nuovo palazzo di giustizia sfregiando Piazza della Memoria perché metà dell’altro parcheggio sotterraneo, costruito già da cinque anni, non avrebbe le necessarie autorizzazioni e risulterebbe perfino pericoloso. Alla faccia della giustizia.
Sotto, si consacra così l’idiozia dell’ingegneria o della malamministazione. E, sopra, trionfa l’orrore di strade che sembrano il Far West, terra di nessuno dove ognuno fa quel che gli pare. Alle auto in doppia e terza fila siamo abituati. D’altronde, è norma quotidiana che in via Balsamo perfino i pullmann di linea sostino su tre file come se una strada potesse diventare la stazione delle corriere, impegnando i passeggeri con bagagli a gimcane fra il bus di Salemi o quello di Agrigento, di Catania o Trapani.
Ma risultano insopportabili la beffa delle inaugurazioni fasulle o vedere diminuire finalmente le capanne a Mondello, mentre ci si vendica subito piazzando capannoni per strada. E si potrebbe magari capire se lo facessero in piazze ariose o nelle sparute zone pedonali. Pur risultando un pugno in faccia, si potrebbe pure chiudere un occhio (pesto) per l’altra sala banchetti tirata su all’angolo fra via Duca della Verdura e via Libertà, di fronte all’ingresso del Giardino Inglese, dove si sono mangiati un pezzo della villetta per agevolare il business del vecchio chioscho trasformato in gelateria. Ma non basta. No, ognuno vuole la sua garritta anche in via XII Gennaio, in via Torrearsa e strade limitrofe, ovvero nella striminizita via Nunzio Morello dove gli autisti del bus s’arrestano all’angolo con via Ariosto, come succede poco prima sulla stessa linea, all?angolo fra via Sammartino e via Costantino Nigra, dove i titolari del pub hanno piantato un cartello gigante per scoraggiare il parcheggio e agevolare i bus frenati da avventori, auto e gazebo in un caos quotidiano.
L’anno scorso qualcuno s’è indignato per il pasticcio della casa di Babbo Natale al centro di Piazza Politeama. Ma quella era roba di quindici giorni, mentre qui le capanne mettono radici e si moltiplicano, come se davvero fosse necessario bere una birra o un Martini in mezzo a strade intasate di gas e non fra tavoli ariosi, stesi magari sui controviali dei nostri Champs Elysée liberati dalle auto, al sole, senza tetti plastificati, al più con caldi funghi sotto gli ombrelloni e, se volete, con la copertina offerta dai bar, come succede perfino a Brera, nella calda, caldissima Milano.
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28 Gennaio 2010, 12:35