29 Ottobre 2024, 08:40
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PALERMO – Con i soldi dello spaccio di droga avrebbe aperto anche un bar. Questa è l’accusa contestata dalla Procura della Repubblica che ha portato al sequestro di beni nei confronti di Stefano Bologna.
Il provvedimento della sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo si basa sulle indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale. Sotto sequestro finisce il “Caffè Scafidi”, che si trova in via Angiò a Bagheria, e quattro rapporti bancari. Il valore stimato dei beni è di mezzo milioni di euro.
Bologna, 62 anni, fu arrestato nell’ottobre del 2021 nel blitz denominato “Nemesi”. Un esercito di 50 persone gestiva lo spaccio hashish e marijuana nel rione Sperone. Poi arrivò la condanna a 2 anni e 8 mesi.
Secondo la ricostruzione della Procura e dei carabinieri, la droga veniva conservata persino nelle camerette dei bambini. Le bustine confezionate e i soldi contati sotto gli occhi dei figli. Interi nuclei familiari erano coinvolti nella filiera dello spaccio. Baby pusher correvano in giro per le strade del quartiere in bici per consegnare le dosi.
La Procura per i minorenni aveva inizialmente chiesto che i bambini venissero tolti alle famiglie e affidati ad una comunità con il divieto di visita e avvicinamento dei parenti. Alla fine si è deciso, su richiesta della stessa Procura, di archiviare il procedimento. I bambini sono rimasti a casa, ma i servizi sociali sono stati incaricati di vigilare e inserire il nucleo familiare in un percorso di legalità.
Dopo la condanna per Bologna sono iniziate le indagini patrimoniali, culminate nel provvedimento di sequestro. I beni sono stati affidati a un amministratore giudiziario che dovrà proseguire l’attività.
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29 Ottobre 2024, 08:40