Ribaltoni e tensioni continue | Si rischia la B per sfinimento - Live Sicilia

Ribaltoni e tensioni continue | Si rischia la B per sfinimento

Contro il Torino una prova imbarazzante. Panchina affidata nuovamente a Beppe Iachini. La stagione rischia di assumere contorni tragicomici. Domenica posticipo in casa della Roma, poi Bologna, Inter e Napoli. E il Frosinone non molla.

calcio - caos Palermo
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PALERMO – Torniamo all’estate. Ragionamento in chiave salvezza: per finire in B bisogna addirittura fare peggio di tre vittime designate, ovvero Carpi, Frosinone ed Empoli. Le prime due destinate al ruolo di squadre ascensore, i toscani dopo la partenza di Sarri e Valdifiori, e con alcuni gioielli intenzionati a cambiare aria, considerati il terzo anello debole. Pronostico risultato fallace. Il campionato esalterà la squadra di Giampaolo, inaspettatamente abile nel garantirsi un posto stabile nella colonna sinistra della classifica, mentre emiliani e ciociari, dopo un approccio traumatico, si riveleranno capaci di dare filo da torcere persino alle big. I conti non torneranno al Verona, incappato in una stagione maledetta e destinato all’inferno cadetto a meno di miracolosi accadimenti. Ma i calcoli preventivi non corrisponderanno al vero neanche per Genoa, Sampdoria e Palermo, coinvolti nella drammatica lotta per la sopravvivenza.

Nel caso dei rosanero la parola pace, evidentemente, non può appartenere a una stagione che rischia di assumere contorni tragicomici. Un Torino dato in crisi di gioco e risultati si concede una passeggiata domenicale che porta in dote tre punti. Un successo rotondo, ottenuto in quello che oramai è diventato terreno di conquista per le avversarie. Palermo rimasto in piedi un quarto d’ora, dopodiché uscito mestamente di scena per subire l’iniziativa granata. Rosa traditi anche dagli infortuni occorsi a Goldaniga e Sorrentino. Ma le attenuanti servono a poco per giustificare la scialba prestazione nel giorno dell’esordio in panchina di Giovanni Bosi, non certo responsabile di una situazione nella quale si è trovato catapultato dall’oggi al domani. Al tecnico pescato in fretta e furia dalla formazione Primavera dopo il fulmineo addio di Guillermo Barros Schelotto non si potevano chiedere miracoli, sempre che il mantenimento della categoria, ripensando a quanto accaduto negli ultimi tre mesi, non possa essere considerato tale.

L’ennesimo k.o. interno costa il posto all’uomo di fiducia del club, a dire il vero apparso traghettatore pro tempore sin dal suo insediamento. A tornare in sella è Beppe Iachini. Una soluzione di forza maggiore, che rischia di risultare mal digerita sia dal patron Zamparini che dal tecnico marchigiano, dopo i numerosi contrasti antecedenti e successivi all’esonero giunto lo scorso 10 novembre. Da lì, l’inizio di un disegno privo di criterio giunto ai limiti del masochismo. Ballardini, le epurazioni, l’esonero rientrato, l’allucinante weekend sfociato nell’isterico successo di Verona, le parole di Sorrentino che di fatto silurano il tecnico ravennate. Le accuse di quest’ultimo all’indirizzo del capitano, la parentesi Barros Schelotto, il vento dell’Est e l’ennesimo tentativo di progetto rivelatosi infruttuoso. Cambiare tanto, cambiare tutto senza che cambi nulla.

Sino a giungere alle corna di Gonzalez per qualche fischio di troppo. Il costaricano paga dazio a un nervosismo dapprima latente e infine affiorato in maniera perentoria, con la gestuale accusa di lesa maestà rivolta a un pubblico che manifesta, tanto ragionevolmente quanto civilmente, il proprio disappunto per una stagione scevra di soddisfazioni. Vittorie con il contagocce e spesso risicate, un’identità tattica smarrita con il trascorrere delle giornate, senatori messi in discussione e poi riproposti in nome di logiche rivelatesi controproducenti ai fini dei risultati sportivi, reiterati avvicendamenti in panchina e due finestre di mercato che hanno dato fiato alle trombe dei più scettici. I punti di vantaggio sulla zona retrocessione scendono a quattro, complice il successo del Frosinone a Empoli. Ma il timore è che un’eventuale retrocessione possa giungere per sfinimento, più che per meriti altrui. Naturalmente, l’auspicio è che tale preoccupazione si riveli infondata.

Al di là del risultato, contro il Toro ancora una volta sono emersi gli evidenti limiti di un Palermo oggettivamente debole. Dopo 25 gare, risulta complicato confidare nell’ennesimo ritiro per risolvere quello che appare un problema strutturale. Zamparini se ne rende conto e ritira la proposta. A pesare in modo particolare sono stati gli errori di una retroguardia che nel girone di ritorno ha sempre subito gol. Quattro a Genova, uno contro Udinese e Carpi, due con Milan e Sassuolo, tre col Torino. Per un totale di tredici reti al passivo. E a questo punto appare anche ingeneroso parlare di errori del singolo di turno, perché se è vero che Goldaniga non aveva convinto nelle ultime uscite, di certo Gonzalez e Andelkovic non hanno certo brillato al cospetto degli attaccanti schierati da Ventura, in numerose circostanze liberi di presentarsi a tu per tu con Sorrentino prima e l’ottimo Alastra poi. Il problema è evidente e sembra riguardare l’intero reparto. Resta il punto di domanda su Cionek, arrivato per tamponare eventuali situazioni di emergenza e sin qui mai sceso in campo, nonostante le parole di elogio spese dal presidente nel corso della video conferenza tenuta dopo l’esonero di Ballardini. Medesimo discorso per quel che concerne le corsie esterne, dove Lazaar, Morganella, Struna e Rispoli hanno fatto storcere il naso in più di una circostanza.

Adesso si apre un ciclo terribile. Quattro partite, tre delle quali sulla carta impossibili per netta superiorità tecnica delle avversarie. Domenica i rosanero saranno di scena all’Olimpico per sfidare una Roma rilanciata da Luciano Spalletti e intenzionata a confermare il posto tra le 32 sorelle di Champions. Sui giallorossi potrebbe pesare l’effetto Real Madrid, in ogni caso bisognerà sbagliare il meno possibile per sperare di strappare un risultato positivo. Dopodiché al “Barbera” arriverà il Bologna: obbligatorio puntare all’intera posta, anche perché i due successivi impegni potrebbero risultare avari di soddisfazioni. Domenica 6 marzo Palermo nuovamente in posticipo, questa volta a San Siro contro l’Inter: molto dipenderà dallo stato di forma della squadra di Mancini, nelle ultime settimane in netto calo dopo un girone d’andata da protagonista. Sette giorni più tardi sarà il Napoli di Sarri a mettere alla prova i rosanero. Quattro impegni prima della volata finale, con nove gare e 27 punti in palio. Il miracolo salvezza deve essere compiuto. A qualsiasi costo.


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