21 Novembre 2021, 18:42
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PALERMO – “Le candidature e i progetti si costruiscono insieme, consultando la base, non annunciandole sui giornali o dal palco della Leopolda. Nulla di personale contro Faraone, ma siamo su fronti diametralmente opposti”. Edy Tamajo, deputato regionale di Sicilia Futura-Iv, non usa mezzi termini e, a Livesicilia, boccia la corsa di Davide Faraone a sindaco di Palermo lanciata oggi da Matteo Renzi: “Sono solo farneticazioni, la città ha bisogno di persone moderate, di grandi capacità e di alto spessore. Non vogliono più il patto federativo con Forza Italia? Basta dirlo, lo farà Sicilia Futura che nell’Isola rappresenta l’80% di Italia Viva”. LEGGI: Chi è Davide Faraone (Di R. Puglisi)
Onorevole, cosa pensa della candidatura di Faraone a sindaco di Palermo anticipata da Repubblica e confermata da Renzi alla Leopolda?
“Dico una sola parola: farneticazioni”.
E’ molto severo…
“Le candidature si costruiscono all’interno di una coalizione, non con le fughe in avanti. Non ho nulla di personale contro Davide, con cui ho sempre avuto buoni rapporti, ma non possiamo apprendere della sua candidatura dai giornali: un annuncio fatto senza coinvolgere i cittadini o chi sinora ha fatto parte di Italia Viva. Di fronte ai bisogni di una città allo sfascio, bisogna capire qual è la cosa migliore per i palermitani e in tutta coscienza penso che quella presa da Renzi sia la direzione sbagliata”.
Perché non la convince il nome di Faraone?
“Non è una quesitone di nomi, prima di parlare di Davide o di Golia avrei preferito fare un ragionamento e invece Renzi ha sprecato l’ennesima occasione di coinvolgere la base e chi ha fatto parte di questo progetto. Il dopo-Orlando deve essere rappresentato da un moderato dalle grandi capacità amministrative, di comprovata esperienza, che abbia dimostrato di poter ottenere importanti risultati, insomma una figura di alto spessore”.
E Faraone non lo è?
“Non spetta a me dirlo. Certo, quando uno si candida senza nemmeno consultare il suo partito… forse Faraone e Renzi pensano a una candidatura solitaria”.
Lagalla invece corrisponde al suo identikit?
“Le dico una cosa: alle ultime Regionali sono stato il più votato a Palermo, eppure ho detto sin da subito di non essere interessato a una candidatura a sindaco. E sa perché? Perché prima si stabilisce il perimetro della coalizione, una coalizione alternativa a populisti e sovranisti, poi si individua un nome frutto di una mediazione e di un ragionamento. Invece qui assistiamo a uno spettacolo indecoroso, quella di Faraone sarà la decima candidatura spuntata sinora, ogni partito ha un suo nome e lo fa per alzare il prezzo. Stiamo offrendo, come classe politica, uno spettacolo purile e indecoroso”.
Insomma, Sicilia Futura lascia Italia Viva?
“Nel momento in cui apprendiamo dai giornali quali sono le intenzioni di Renzi e Faraone, è chiaro che si consuma uno strappo importante e questo mi dispiace. Per anni ho creduto in questo progetto, ho sempre pensato prima al partito e poi a me stesso. Qui però si va altrove, si fanno fughe in avanti con poche chance di successo”.
Pensa quindi che quella di Faraone sarà una candidatura perdente?
“Stamattina ho ricevuto tante chiamate di amici e persone a me vicine, di Palermo e del resto della Sicilia, e siamo rimasti sorpresi da tanta superficialità nella scelta del candidato sindaco della quinta città d’Italia. Non siamo mai stati individualisti, abbiamo sempre ragionato all’interno del partito e abbiamo trovato soluzioni di grande equilibrio. Lanciare in modo così maldestro la candidatura di Faraone, senza chiamare né il gruppo all’Ars o i rappresentanti a Palermo, dimostra quanto questa candidatura sia velleitaria. Sia chiaro, non siamo stati noi a cercare lo strappo e se il loro obiettivo era quello di dimostrare la forza di Italia Viva a Palermo e in Sicilia… penso otterranno l’effetto contrario”.
Come mai non è andato alla Leopolda?
“Sono stato a quella del 2019, quest’anno avevo altri impegni ma visti i risultati… ho fatto bene a restare a casa”.
Ha sentito Micciché sulla candidatura di Faraone?
“No, ma conoscendolo dubito possa condividere questo percorso”.
La cena fra Renzi e Miccichè sembrava essere il preludio di una nuova stagione politica… tutto finito?
“Se Renzi non vuole più il patto federativo, lo facciamo noi di Sicilia Futura, basta dirlo. E’ finito il tempo di chi, a Roma, si poggiava sulle spalle di chi in Sicilia lavora e crea consenso. Ho sentito molte volte dire che i renziani hanno la loro roccaforte in Sicilia, ma le dico che l’80% di Italia Viva è rappresentato da noi di Sicilia Futura con me a Palermo, Nicola D’Agostino a Catania, Giuseppe Picciolo a Messina, Paolo Garaglione a Enna, Giacomo Scala a Trapani. Ho grande rispetto di chi fa politica e la pensa diversamente da me, però almeno glielo dico in faccia, qui invece lo abbiamo appreso dai giornali: è una questione di bon ton politico”.
Alle Comunali vi candiderete con Forza Italia?
“E’ un percorso tutto da definire, non sappiamo neanche quale sarà il perimetro della coalizione, chi sarà il candidato sindaco… Però è chiaro che saremo col centrodestra. Da moderati, riformisti e liberali quali siamo, pensiamo che la città abbia bisogno di un candidato sindaco moderato in totale discontinuità col disastro di questa Amministrazione che ha lasciato le bare insepolte, la partecipate allo sfascio e i servizi ridotti al lumicino”.
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21 Novembre 2021, 18:42