Il tampone e il pianto dei bambini: la notte di Palermo ha un cuore

Il tampone e il pianto dei bambini: la notte di Palermo ha un cuore

Una storia che nessuno dei presenti dimenticherà.
IL SALVATAGGIO
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C’era una bambina, nella notte di Palermo, e piangeva perché non trovava il suo papà e la sua mamma che ancora dovevano sbarcare. I ragazzi dell’Ufficio del Commissario Covid, lì per fare i tamponi, l’hanno presa in braccio e l’hanno consolata. C’era il cuore di Palermo, nella notte di Palermo, mentre la ‘Geo Barents’, appena approdata, lasciava scendere il suo carico di persone migranti. Sempre meglio scrivere la parola ‘persone’ accanto alla parola ‘migranti’, casomai a qualcuno venisse voglia di fare confusione.

C’era una dottoressa, nella notte di Palermo, e c’era un dottore, il secondo con il pensiero. Lei ha tentato di curare le ferite dell’anima, non solo il disagio dei corpi, mentre le persone migranti scendevano dalla scaletta dell’imbarcazione, nel freddo di Palermo. Una carezza, una pacca sulla spalla, un sorriso. C’era un dottore che non c’era, perché di guardia altrove. Quando poteva telefonava, per ricevere in diretta frammenti di accoglienza.

C’era una ragazza nella notte di Palermo. E ha visto uomini, donne e bambini scendere da quella scaletta. Così fragili e umani, così lontani dalle parole vuote della politica, così diversi dalla definizione che li strangola come un ghetto, così preziosi e inestimabili, oltre ogni vergogna di chi non proverà mai vergogna. A qualcuno questa ragazza ha detto: non li dimenticherò mai.

C’era una bambina che piangeva. L’hanno abbracciata. L’hanno rassicurata. Papà e mamma sono arrivati subito dopo. La piccola ha pianto, di nuovo, appena un po’ per il tampone, ma l’avere trovato papà e mamma la confortava. Una bimba fortunata con due occhi grandi scampati al mare. Il cuore di Palermo l’ha avvolta. Il cuore di Palermo le ha ridato il suo nome e il suo destino, tra il vento e un po’ di pioggia. Questo è il miracolo che è accaduto nella notte di Palermo.


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