02 Ottobre 2020, 07:40
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PALERMO – L’inchiesta sul caos al cimitero dei Rotoli di Palermo arriva a una prima svolta. I carabinieri del Nucleo investigativo hanno arrestato (va ai domiciliari) l’ex direttore Cosimo Elio De Roberto. Le accuse contestate sono corruzione e concussione.
De Roberto, così si legge in una nota dei carabinieri, “dietro il pagamento di somme di denaro non dovute (fino ad 800 euro), si adoperava per reperire illecitamente delle sistemazioni per le sepolture, senza osservare il rigoroso ordine cronologico imposto dai regolamenti cimiteriali”.
Dalle indagini è venuta fuori anche la “gravissima situazione di degrado del cimitero cittadino, al cui interno le salme in attesa di sepoltura rimangono in giacenza per diversi mesi, causando problemi sotto il profilo igienico-sanitario.
I carabinieri hanno lavorato per mesi sotto taccia. Lo scorso febbraio il primo segnale: la notifica degli avvisi di garanzia per falso, abuso d’ufficio e corruzione. A riceverli, oltre al direttore De Roberto, due medici dell’Asp, tre dipendenti comunali addetti al servizio cimiteriale e quattro operai della Reset.
“Per un verso sono molto tranquillo ma per un altro sono molto arrabbiato – disse allora De Roberto – finisco coinvolto in una storia in cui non c’entro niente. Ma questo è un brutto ambiente, io me ne vado”.
Già allora si ipotizzava che qualcuno avesse pagato per eseguire una estumulazione. E cioè la procedura di estrazione della salma da un loculo dopo vent’anni. I resti vengono collocati negli ossari per fare posto a nuovi defunti.
Nei mesi scorsi sono stati sentiti come persone informate sui fatti il sindaco Leoluca Orlando e l’ex assessore comunale ai Servizi cimiteriali, Roberto D’Agostino, che si dimise quando il sindaco gli diede un aut aut per mettere fine alla vergogna della centinaia di salme accatastate in attesa di sepoltura.
“Pago per colpe che non sono esclusivamente mie”, disse D’Agostino, ricordando pure “che l’emergenza cimiteri era nel programma del sindaco per la rielezione, significa che la città sotto questo profilo soffriva da tempo”.
Il piano per risolvere l’emergenza è fallito. Il problema, così aveva detto il sindaco, avrebbe dovuto essere risolto entro l’estate. Ora si tenta con la requisizione delle sepolture gentilizie date in concessione negli anni Cinquanta al cimitero. Mancano le sepoltura e il forno crematorio è eternamente rotto.
I riflettori sul cimitero si accesero tre anni fa quando due professionisti si accorsero che c’era un estraneo nella tomba di famiglia (leggi l’articolo). Prima il rifiuto di accesso agli atti – in questo caso il registro delle sepolture – poi il via libera, infine la scoperta di un testamento olografo ritenuto falso. Il vecchio concessionario della sepoltura la assegnava ad un signore deceduto a Milano, la cui salma, nel 2015, doveva essere trasferita a Palermo. In realtà non è mai arrivata ai Rotoli.
Agli atti dell’indagine c’è la pesantissima nota dei carabinieri: “Si evidenzia la totale assenza di atti amministrativi in grado di chiarire la sequenza di sepolture e tumulazioni – scrivevano i militari – così da fare presupporre uno scellerato utilizzo della tomba negli anni ’80-’90 caratterizzato dalla totale assenza di documenti se non quelli con i nomi dei defunti ivi posti almeno ufficialmente”. Da allora il fascicolo suo Rotoli si è ingrossato ogni giorno di più.
E non solo quello sul camposanto palermitano. Ci sono decine di indagati per le vicende di Monreale, San Martino delle Scale, Villabate e Bagheria (leggi il punto su tutte le inchieste).
Per la macchina comunale si tratta di un nuovo scandalo giudiziario dopo quello che ha travolto l’edilizia privata e coinvolto due uomini chiave della burocrazia, gli architetti Mario Li Castri e Giuseppe Monteleone.
Il commento del sindaco Leoluca Orlando (leggi qui)
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02 Ottobre 2020, 07:40