Cronaca

Palermo, telecamere per stanare i pusher: i quartieri coinvolti

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06 Dicembre 2021, 12:21

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PALERMO – Giuseppe Di Francesco e il fratello Marco a Partanna Mondello, i fratelli Antonino e Walter Pitasi, assieme allo zio Pietro e Maurizio Randazzo a Borgo Nuovo, Cep e Cruillas, Salvatore Spataro all’Albergheria. In ogni quartiere c’era un capo a guidare la rete dello spaccio. Sono questi i personaggi chiave dell’inchiesta che stamani ha portato all’arresto di 31 persone.

Un intreccio di chiamate e affari, un nevrotico andirivieni su e giù per Palermo per soddisfare le richieste dei clienti al dettaglio, ma anche degli spacciatori della provincia di Palermo.

Le indagini dei carabinieri della compagnia di San Lorenzo sono partite dal monitoraggio dell’ex Onpi di Partanna Mondello. Nei locali che un tempo ospitavano una casa di riposo comunale, oggi occupati abusivamente da una settantina di famiglie, sono state accese le telecamere. Qui abita la famiglia Di Francesco.

Telecamere, ma anche microspie che hanno registrato il linguaggio criptico con cui gli indagati tentavano di nascondere le compravendite cocaina, hashish e marijuana. “Quello giallo”, “quello nero”, “pongo” e “Porsche” erano solo alcune delle parole usate.

“Sto motore… non si può camminare si butta il sangue”, diceva Giuseppe Di Francesco quella volta in cui la qualitò della droga era scadente e difficile da piazzare.

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Le telecamere sono state accese anche nella macelleria di Randazzo e di Pietro Pitasi, e fin dentro le case dei nipoti di quest’ultimo. Interi nuclei familiari impegnati negli affari illeciti. In assenza di Di Giuseppe Di Francesco, si sarebebro sbracciati, ad esempio, il padre Angelo, la madre Rosa Colombo e la nuora Giuseppina Magnasco. “Travagghiamo tutti”, diceva Colombo.

Le piazze non sono compartimenti stagni. Il lavoro è molto fluido, gli interessi si intrecciano. Grossisti e spacciatori si muovono anche lontano dai quartieri di riferimento. Dallo Zen alo Sperone, fino a Ficarazzi.

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06 Dicembre 2021, 12:21

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