Palermo, testa a testa Lagalla-Miceli: cosa dice il sondaggio

Palermo, testa a testa Lagalla-Miceli: cosa dice il sondaggio

Il sondaggio che rimette tutto in gioco
PALERMO 2022
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Un sondaggio pubblicato dal ‘Corriere della Sera’ sulle elezioni palermitane offre uno spaccato in cui il candidato del centrodestra, Roberto Lagalla, e il candidato del centrosinistra, Franco Miceli, sarebbero testa a testa, nella sfida per il sindaco. La firma è quella di Nando Pagnoncelli, non esattamente l’ultimo arrivato.

Orlando bocciato

Si parte da una evidenza, da numeri che corroborano una percezione diffusa: la bocciatura dell’ultima esperienza amministrativa di Leoluca Orlando: “I giudizi che i palermitani esprimono sull’amministrazione uscente non sono affatto lusinghieri: solo uno su quattro (27%) dà almeno la sufficienza (voto da 6 a 10), contro il 71% che risulta critico (voto da 1 a 5) e, tra questi, il 41% dà un voto tra 1 e 3”. E’ un tema, quello della disaffezione verso l’operato di sindaco e giunta, che viene certificato dall’occhio statistico, ma che ogni palermitano conosce a memoria.

La sfida Lagalla-Miceli

Dal sondaggio odierno – si legge – si delinea una partita a due tra Lagalla e Miceli, al momento separati da un 2,5% (39,9% a 37,4%). Il ballottaggio è previsto solo nel caso in cui nessuno dei candidati superi il 40% dei voti validi, dunque sulla base delle stime odierne l’incognita non riguarda solo il nome del vincitore del primo turno, ma anche la possibilità del ballottaggio”. Questo, invece, è un dato in controtendenza con la percezione che vedrebbe Lagalla vincente al primo turno, per la forza delle liste. E lascia trasparire l’ipotesi di un robusto voto disgiunto.

Sarà ballottaggio?

Potrebbe, dunque, essere ballottaggio? E nel caso che succederebbe? L’articolo dà una risposta: “Se si andasse al ballottaggio tra Lagalla e Miceli, al momento il primo prevale con 53,2% a 46,8%”. Tuttavia, il dato prevalente è il testa a testa e sarà l’elemento su cui le forze in campo si concentreranno, per portare dalla propria parte anche le più minuscole percentuali di consenso, da qui al 12 giugno. Ma un palermitano su due potrebbe non andare a votare.


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