Palermo, la finta avvocata truffatrice seriale nel salotto della città

Palermo, la finta avvocata truffatrice nel salotto della città

Chi è la donna finita agli arresti domiciliari. Una rete di clienti

PALERMO – Il suo mestiere era risolvere problemi. Maria Grazia Caggegi, personaggio molto noto in città, diceva di essere un problem solver. E i tanti ci sarebbero cascati, abbagliati dalla possibilità di fare l’affare della vita: comprare una casa a prezzi stracciati.

Mostrava le foto di belle abitazioni nelle vie Catania, Siracusa, Giusti, Uditore e delle Magnolie. In centro o in periferia: la finta avvocata aveva un ventaglio di opportunità da cogliere nelle aste giudiziarie. La “procedura PQM” – le aveva dato questo nome – era un contenitore di truffe.

Da alcune ore la donna è agli arresti domiciliari su ordine del giudice per le indagini preliminari Rosario Di Gioia. Le è stato anche imposto di esercitare attività imprenditoriale per i prossimi 12 mesi.

Non solo immobili. Caggegi millantava amicizie che contano alla Procura della Repubblica di Palermo per cancellare precedenti penali e ottenere risarcimenti danni, all’ufficio esecuzioni immobiliari del Tribunale per aggiudicarsi una casa all’asta, all’Inps per ottenere una pensione di invalidità.

Secondo la Procura e i finanzierei del Gruppo Palermo, sarebbe stata una truffatrice seriale. Si parla di “indole criminale patologicamente improntata alla truffa e al raggiro”. La donna era già finita sotto accusa nel 2019, 2020 e 2021 ed aveva già subito dei procedimenti ablatori.

Qualche mese fa Caggegi ci avrebbe riprovato. L’ultima vittima caduta nella sua rete sarebbe il vice preside di una scuola. Era stata convincente. All’uomo e alla moglie aveva mostrato una serie di case da acquistare. Del mutuo si sarebbe occupata lei. Un importante istituto bancario internazionale non solo avrebbe rimborsato ai coniugi una quota dell’immobile acquisito all’asta, ma anche concesso condizioni agevolate di prestito.

I coniugi le hanno fatto bonifici per 34.000 euro. E così la somma complessiva delle presunte truffe è salita fino a 164 mila, soldi che oggi le sono stati sequestrati.

Per rendersi credibile agli occhi dei clienti diceva di avere una agenzia immobiliare, fissava appuntamenti negli studi di notai ignari di tutto, produceva planimetrie, documenti catastali, deleghe. Tutto falso.

Si sarebbe presa gioco anche di un uomo facendogli credere di potere ottenere il risarcimento dei danni per la morte del padre avvenuta in un naufragio di tanti anni fa. E anche di una coppia che ha creduto di potere ottenere una pensione di invalidità integrativa per la figlia affetta da una rave patologia.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI