Palermo, "truffa dei teatri": l'ex consigliere comunale patteggia

“Truffa sugli eventi culturali”, l’ex consigliere comunale patteggia

Stessa cosa ha fatto il compagno. "Una scelta per lasciarci tutto alle spalle"

PALERMO – L’ex consigliere comunale Giulio Cusumano e il cantante Alessio Scarlata hanno patteggiato la pena. Ad avanzare la richiesta è stato il loro legale, l’avvocato Laura La Mattina.

Due anni per Cusumano, un anno e due mesi per Scarlata. Entrambi con la sospensione condizionale della pena. Il giudice per le indagini preliminari Maria Cristina Sala nei giorni scorsi ha accolto la richiesta di patteggiamento, a cui aveva dato parere favorevole la Procura.

L’inchiesta

I due indagati rispondevano di truffa ai danni dello Stato e falso in atto pubblico. L’inchiesta è quella sulla mala gestio dei finanziamenti per gli spettacoli e gli eventi culturali. Il procuratore aggiunto Sergio Demontis e i sostituti Andrea Fusco e Maria Pia Ticino hanno ipotizzato una serie di irregolarità nell’organizzazione degli eventi per “Palermo città della cultura 2018”.

È stata la denuncia di un funzionario al Comune di Palermo a fare partire l’inchiesta. Ha raccontato di avere subito pressioni e intimidazioni per favorire le associazioni teatrali legate ai due indagati.

Avvocato ed ex vice presidente dell’Ast, Cusumano denunciò un inquietante episodio finito agli atti dell’inchiesta sul caso Montante. Raccontò di essere stato minacciato con un dossier sulla sua omosessualità per avere impedito l’operazione di vendita delle quote della società regionale alla Jonica Trasporti, socio di minoranza con una partecipazione nel capitale detenuta da Antonello Montante.

Secondo l’accusa, Cusumano e Scarlata, compagni nella vita, avrebbero presentato una rendicontazione contabile falsa con costi inesistenti o gonfiati alla “Fondazione Sant’Elia”. Una parte del denaro ricevuto sarebbe stato speso per saldare debiti che nulla avevano a che fare con la manifestazione. Tra le contestazioni anche il pagamento del soggiorno in un B&B di don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, presente a Palermo per un evento.

“Una scelta difensiva per voltare pagina”

“La mia condanna l’ho già subita e sono stati gli arresti domiciliari. Una misura che ho considerato sproporzionata, ed infatti tale è stata considerata dal Tribunale del riesame – spiega Cusumano -. Il patteggiamento è stata una scelta unicamente difensiva per lasciarci tutto alle spalle e chiudere una vicenda dolorosissima che ha stravolto la nostra vita. Non vogliamo affrontare le maglie della lunghezza del processo”.


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