04 Luglio 2024, 20:11
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PALERMO – Ricostruisce cosa è accaduto prima e dopo, ma nella sua mente c’è un vuoto di memoria. Nulla ricorda del momento in cui sarebbe avvenuta la violenza sessuale.
Nel corso dell’incidente probatorio una turista canadese ripercorre la vicenda che ha portato all’arresto dei cugini Agostino e Giuseppe Romano, di 41 e 44 anni. Uno dei due arrestati lavora in una cooperativa che gestisce l’appalto di sanificazione e pulizie al Policlinico di Palermo. Ed è in ospedale che conobbero la ragazza.
Lo stupro sarebbe avvenuto lo scorso novembre in un B&B nella zona della stazione centrale. Rispondendo alle domande del giudice per le indagini preliminari Ivana Vassallo la vittima racconta che fu presa per un braccio ma rifiutò di essere baciata.
Poi “un’amnesia totale”. Si è risvegliata da sola in camera la mattina successiva. Era con i vestiti bagnati, i capelli arruffati e aveva dolori nelle parti intime. Sul pavimento c’erano delle scatole di profilattici.
Ad avvisare i carabinieri furono i medici del Policlinico che avevano in cura il fidanzato della donna, ricoverato in ospedale per un incidente stradale.
L’inserviente era stato gentile. Le aveva dato indicazioni per raggiungere il reparto e poi si era offerto di accompagnarla al B&B in moto dopo un giro in città. Quindi era arrivato il secondo uomo.
Hanno mangiato un pollo, bevuto un paio di birre e un “cucchiaio” di sambuca. Poi il vuoto di memoria. “Non ero ubriaca e non ho assunto droghe”, spiega in aula.
“… è stata una serata di sesso naturalissimo senza nessuna cosa violenta, io non ho niente da nascondere”; “Non abbiamo fatto niente… il piacere e piacere noi abbiamo provato piacere come lei ha provato piacere”, hanno detto i cugini senza sapere di essere intercettati.
La tesi difensiva degli avvocati Rosalia Zarcone, Pietro Capizzi e Cinzia Pecoraro, è che il rapporto sarebbe stato consensuale.
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04 Luglio 2024, 20:11