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Palermo, uccise il nipote per errore: pena dimezzata

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06 Febbraio 2023, 12:48

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PALERMO – Uccise il nipote per errore al Cep nella notte di Santo Stefano del 2019. Per Giuseppe Lombardino in appello la pena è stata dimezzata. Da 15 anni di carcere a 8 anni e 8 mesi.

In primo grado la Procura aveva chiesto vent’anni di carcere, ma il giudice per l’udienza preliminare aveva concesso le attenuanti generiche.

In appello gli avvocati della difesa, Maria Teresa Nascè e Riccardo Ruta, hanno chiesto che venisse eseguita una perizia balistica dalla quale è emerso che il colpo di pistola fu esploso dall’imputato verso il basso, una scheggia di rimbalzo colpì a morte il nipote Francesco Paolo Lombardino. Faceva il carpentiere e aveva 47 anni.

Gli investigatori della squadra mobile ricostruirono che lo zio avrebbe colpito la vittima per sbaglio a pochi metri dalla sua abitazione dopo una lite in cui era coinvolto un terzo uomo, Carmelo Testagrossa, per questioni legate allo spaccio di droga.

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Testagrossa schivò i colpi di pistola, uno dei quali raggiunse Francesco Paolo Lombardino alla gamba, provocandogli una gravissima emorragia. Lombardino poteva salvarsi. Fatale fu la scelta dei parenti di lasciarlo al pronto soccorso. Una chiamata al 118 avrebbe fatto guadagnare minuti preziosi.

Il carpentiere era sceso per dare la caccia, assieme ad altri parenti, a Testagrossa, piccolo pusher che era andato sotto casa di Giuseppe Lombardino urlando e tirando pietre e bottiglie: ventiquattro ore prima era stato ferito con due coltellate. Per quel ferimento Testagrossa non si era recato in ospedale né aveva denunciato il suo aggressore.

Sullo sconto ha pesato anche l’atteggiamento collaborativo dell’imputato che dopo una iniziale chiusura raccontò come erano andati i fatti.

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06 Febbraio 2023, 12:48

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