27 Luglio 2022, 11:38
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Tornerà a Palermo dove ha iniziato la sua carriera di magistrato. Ci tornerà da procuratore. Maurizio de Lucia è stato proposto all’unanimità dal Csm. Si attende il via libera del Plenum. Una formalità che sarà completata a settembre.
De Lucia lascia la Procura di Messina per ricoprire l’incarico rimasto vacante da quando Francesco Lo Voi è andato a Roma.
Nato a Trieste, ha studiato a Napoli. Torna a Palermo dove scelse di lavorare nel 1991. All’inizio si occupava di reati contro la pubblica amministrazione. Poi, nel 1998, l’ingresso alla Direzione distrettuale antimafia.
C’era la sua firma nei processi chiusi con la condanna dei killer del prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa e del segretario del Pci siciliano, Pio La Torre. C’era Maurizio de Lucia a rappresentare l’accusa assieme al sostituto Michele Prestipino e all’aggiunto Giuseppe Pignatone nel processo sulle cosiddette “talpe in Procura” costato la condanna e il carcere per Totò Cuffaro.
Fu un’inchiesta che provocò una spaccatura in Procura. Alcuni pm avrebbero voluto aggravare il capo di imputazione in concorso esterno in associazione mafiosa. Il contrasto portò all’abbandono del processo di uno dei magistrati assegnatari del fascicolo, Antonino Di Matteo. La linea di de Lucia superò la valutazione nei tre gradi di giudizio.
Cuffaro successivamente fu imputato in un altro processo per concorso esterno in associazione mafiosa. Arrivò l’assoluzione.
Nel 2008, assieme ai colleghi Marzia Sabella (che ritroverà come aggiunto a Palermo), Roberta Buzzolani e Francesco Del Bene, de Lucia coordinò le indagini sfociate nel blitz “Perseo”. La mafia si stava riorganizzando. Una montagna di arresti – 100 in una notte – fermarono i piani di vecchi e nuovi boss.
Dal giugno 2009 al luglio 2017 è andato a Roma come sostituto procuratore della Dna, occupandosi del coordinamento delle indagini sulle stragi del 1992. Nel 2017 la nomina a Messina, dove c’è da contrastare la mafia dei pascoli. Fioccano inchieste, processi e condanne. E poi ci sono le inchieste sui colletti bianchi. La Procura da lui guidata scoperchierà il cosiddetto “sistema Siracusa” che ruotava attorno all’avvocato Piero Amara.
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27 Luglio 2022, 11:38