02 Settembre 2022, 16:30
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PALERMO – L’ultimo caso di ‘vaiolo delle scimmie’ è stato diagnosticato nelle ultime ore ad un giovane palermitano di ritorno dalle vacanze a Londra. È il settimo in città dall’inizio dell’estate. “Nulla di grave, evitiamo allarmismi ma neppure sottovalutiamo la vicenda. Serve responsabilità”, spiega il professore Antonio Cascio, direttore dell’Unità di Malattie infettive e tropicali del Policlinico di Palermo.
Quando pronuncia queste parole Cascio fa riferimento alle abitudini sessuali dei pazienti. “I casi riguardano tutti uomini di età compresa fra i 20 e i 35 anni, con l’eccezione di un cinquantenne – aggiunge -. Hanno avuto rapporti omosessuali, non protetti, con soggetti senza sintomi”.
Febbre, dolori e lesioni cutanee anche negli organi genitali. Sono questi i segnali da non sottovalutare. “I nostri pazienti sono stati tutti in isolamento domiciliari e non hanno avuto conseguenze gravi”.
Il vaiolo delle scimmie è una malattia infettiva a trasmissione interumana. ll suo nome si deve al fatto che l’agente eziologico è stato isolato, per la prima volta, in una scimmia da laboratorio nel 1958.
Nessuno stigma: a rischio sono anche coloro che hanno rapporti occasionali, indipendentemente dalla sessualità. Al momento, infatti, non viene catalogata come una malattia sessualmente trasmissibile.
Si trasmette attraverso i contatti stretti, quelli sessuali lo sono per definizione, anche per via aerea, dopo un colpo di tosse o uno starnuto. Oppure il contagio avviene attraverso i fluidi corporei e le secrezioni.
“L’ultima persona contagiata aveva avuto rapporti sessuali non protetti con due persone nel giro di pochi giorni – spiega Cascio-. Al rientro a casa ha dovuto fare i conti con lesioni molto dolorose. Si è rivolto a noi per questo, altrimenti sarebbe tornato alla vita di sempre. Questo la dice lunga su quanto sia importante la responsabilità nelle abitudini sessuali”.
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02 Settembre 2022, 16:30