30 Giugno 2017, 18:38
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SIRACUSA – Determinazione, ambizione e voglia di mettersi in gioco. Paolo Bianco si presenta alla stampa siracusana facendo capire sin da subito di che pasta è fatto l’ex capitano e tecnico delle giovanili del Sassuolo. Ad introdurre l’allenatore che prende dunque ufficialmente il posto di Andrea Sottil sulla panchina del Siracusa, è stato il patron Gaetano Cutrufo: “Ho il piacere di presentare il nostro nuovo mister Paolo Bianco. La scelta dell’allenatore l’aveva già spiegata ampiamente Antonello Laneri attraverso parole che condivido in pieno. Il candidato che cercavamo era un profilo giovane che avesse avuto esperienze importanti da calciatore e che avesse notevoli capacità per diventare, non che non lo sia già, un allenatore importante. A me Paolo è piaciuto subito perché è stato immediatamente determinato nello scegliere Siracusa, nonostante fosse in procinto di ricevere un importante incarico nel Sassuolo, ovvero il secondo dell’allenatore della Prima Squadra (Bucchi, ndr), volendo scommettere sin da subito sulle sue capacità. Noi ci crediamo: sicuramente con l’aiuto del direttore Laneri, della società e dei calciatori, siamo convinti che possa fare bene e gli auguro tutto il bene possibile”.
Proprio il direttore sportivo prende poi la parola, per spiegare ulteriormente i motivi che hanno portato alla scelta di mister Bianco: “È il profilo che stavamo cercando perché io cerco solo gente motivata e che si vuole mettere in evidenza. Questa è la linea da quando sono qui: la scelta è ricaduta su un allenatore giovane e che sa di calcio, una scelta che avevamo fatto già con Sottil. Lo avevo già cercato quando lui era un allenatore in campo, perciò credo che lui sia l’allenatore adatto a noi”.
Poi spazio alle prime parole di Paolo Bianco da allenatore del Siracusa: “Vorrei ringraziare il Sassuolo perché aver capito la mia scelta, poi voglio ringraziare pubblicamente Andrea Sottil, anche se l’ho già fatto privatamente, perché ha speso belle parole su di me e, infine, per il presidente Cutrufo ed il direttore Laneri per aver puntato su di me. È una scelta un po’ azzardata ma io spero di ripagarla perché da allenatore ho fatto troppo poco per avere una chance del genere, ne sono consapevole ma allo stesso tempo ho voglia di dimostrare che posso fare questo mestiere. Altrimenti se non avessi avuto le ambizioni giuste sarei rimasto comodamente a Sassuolo dove mi tenevano ancora per un bel po’”.
Da giocatore è stato allenato dai maestri del calcio italiano come Allegri, Conte e da giovani allenatori in grande ascesa come Di Francesco: “Io devo ancora dimostrare tutto, ma ho l’ambizione di arrivare ad un altro livello. Non facciamo certi paragoni così azzardati perché siamo ancora molto distanti. Modulo di riferimento? Io l’anno scorso ho fatto il 4-3-3 ma verso la fine del campionato ho optato per il 4-2-3-1, ma dipende da quello che hai in organico. L’allenatore bravo è quello che mette in condizione tutti di giocare ed esprimersi al meglio. I giocatori del Siracusa? Ho visto un po’ di partite della scorsa stagione, molti li conoscevo già perché sono dei giocatori importanti. Ma ciò che conta è che prima di tutto siano uomini importanti, senza di quelli non si va da nessuna parte. Io dico sempre che nelle difficoltà l’uomo ti tira fuori, il calciatore da solo purtroppo non ce la fa. Se porterò con me alcuni giovani del Sassuolo? Io mi occuperò del campo, del mercato se ne occupa il direttore Laneri”.
Il Siracusa di Sottil si è messo in evidenza per il suo carattere operario: “Ho la fortuna di prendere in mano una squadra ben allenata da Andrea Sottil, per un allenatore è un vantaggio enorme. Ma allo stesso tempo io e Sottil siamo persone diverse, quindi devo conoscere i ragazzi e apportare quelle che sono le mie idee”.
Paolo Bianco racconta la prima chiamata ricevuta dal direttore Laneri e di come ha maturato la scelta di allenare il Siracusa: “Quando mi ha chiamato il direttore per me è come se mi avesse chiamato il Real Madrid, perché è mestiere che voglio fare. Allo stesso tempo parlando con Bucchi gli ho detto che se ci dovesse essere la possibilità io ho già scelto. È anche vero che io e la mia famiglia in Sicilia siamo stati molto bene, abbiamo tantissimi e avevamo pensato addirittura di viverci, quindi conosco bene l’ambiente. Non conosco il girone del sud, ma conosco il calcio: secondo me non è diverso al sud, il calcio è il calcio e c’è da milioni di anni”.
Chiosa finale sul passaggio di categoria da giovanili a Prima Squadra: “Tre mesi fa ho detto al mio responsabile che non sarei rimasto perché volevo provare ad allenare i grandi. Se ci sono dei giovani bravi che possono giocare ben venga, ma secondo me la società ha fatto una mossa importante confermando lo zoccolo duro. Siccome io ne ho fatto parte per anni so l’importanza di certe persone all’interno dello spogliatoio e per l’allenatore è una grossa fortuna”.
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30 Giugno 2017, 18:38