15 Settembre 2011, 17:05
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“So bene quanto la consueta sosta del simulacro della Beata Vergine Maria Addolorata, qui ai Cantieri navali della nostra città di Palermo, sia un momento atteso da parte di tutti voi, figlie e figli miei carissimi. Ma vi assicuro che anch’io, come Padre e Pastore di questa nobile Chiesa, giungo in mezzo a voi con emozione e trepidazione, sapendo di incontrarvi proprio dove sono puntati gli occhi di quanti vivono con angoscia l’incertezza del loro futuro di lavoro in cui impegnarsi con responsabilità e con onestà”.
Ha cominciato con queste parole la sua omelia il Cardinale Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo, oggi ai cantieri navali di Palermo per la sosta del simulacro della Beata Vergine Maria Addolorata, in occasione della tradizione festa di Maria Addolorata al Molo. Un momento di preghiera allo stabilimento Fincantieri che, preceduto dalla processione della statua di Maria da via Casa fino a via Montalbo, è stato “sotto il segno del lavoro”. Davanti agli operai del cantiere navale nel pieno di una grave crisi produttiva ed occupazionale, alle loro famiglie e ad autorità come il vicesindaco di Palermo Pippo Enea, il presidente del consiglio provinciale Maurizio Tricoli e il direttore dello stabilimento Raffaele D’Avassi, il Cardinale ha espresso parole di conforto.
“Maria fa questa sosta ai cantieri che oggi assume anche un valore particolare – ha detto rivolto alle tute blu di Fincantieri – sosta presso la croce di Gesù, accanto alla sofferenza del suo figlio. Ed è proprio così anche per noi: Maria sosta ancora una volta in questo luogo, accanto alla sofferenza di tutti quegli operai che oggi trepidano per il loro futuro lavorativo, accanto ai giovani che vedono mortificata la loro capacità di creare una famiglia”.
“Maria sosta in mezzo a voi – ha proseguito- perché conosce bene le nubi della crisi che stiamo attraversando, evidenti soprattutto nel buio e nelle tenebre dell’incertezza economica in cui versa la nostra società. Maria ben comprende che queste nubi minacciano la serenità della vita e sa bene che in queste condizioni di lavoro precario è facile perdere la speranza, ed è altrettanto facile rivolgersi alle chimere e alle false soluzioni, ma ci invita a mantenere salda proprio questa nostra fede”.
E ha concluso con un richiamo alle istituzioni, affinchè “si moltiplichino gli sforzi” e si attivino “soluzioni concrete che ricerchino il bene e la dignità di voi lavoratori”. “Sono sicuro – ha detto- che una visione veramente illuminata dalla fede e un comune impegno per l’ammodernamento dei cantieri navali di Palermo possa riaprire gli orizzonti della speranza, per renderli capaci di gestire nuove commesse, e dunque all’altezza di garantire più lavoro e più dignità di vita”.
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15 Settembre 2011, 17:05