“La mafia è strada di morte” | Il Papa prega per Falcone

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03 Ottobre 2010, 09:19

20 min di lettura

La lunga giornata palermitana di Benedetto XVI inizia alle 9.19, quando le ruote dell’Airbus che porta in Sicilia il 265° successore di Pietro, baciano la pista numero 1 dell’aeroporto Falcone e Borsellino. Ad accogliere il Pontefice sono il presidente del Senato Renato Schifani, il ministro della Giustizia Angelino Alfano, il governatore della Regione Raffaele Lombardo e l’arcivescovo di Palermo Paolo Romeo. Pochi minuti davanti alla scaletta, quanto bastano per un saluto caloroso in rappresentanza del popolo siciliano, e Joseph Ratzinger è già in auto, veloce verso piazza Giovanni Paolo II. Il corteo papale, acclamato da migliaia di fedeli ai bordi delle strade, attraversa viale Croce Rossa scortato da imponenti forze di sicurezza e da un elicottero.

In piazza Castelnuovo alle 9,40, dove nel pomeriggio è previsto l’incontro con i giovani, sono già in 5mila ad intonare cori da stadio per il Papa. Al Foro Italico, intanto, in una “estiva” domenica d’autunno 250mila fedeli attendono l’arrivo di Ratzinger che, con qualche minuto di ritardo rispetto alla tabella di marcia, arriva alle 10,12. Sul sagrato del grande altare bianco realizzato sul lungo mare,  il sindaco Cammarata dà ufficialmente il benvenuto a nome della cittadinanza, pronunciando un discorso in cui non mancano i riferimenti alle piaghe moderne che attanagliano Palermo. “La città – dice il sindaco – crede fermamente che riuscirà a sconfiggere la violenza della mafia, alla quale Palermo non si è mai rassegnata né piegata”.

Intenso è anche il discorso dell’arcivescovo Paolo Romeo, che entra più a fondo enunciando al Papa i problemi concreti che investono oggi la Sicilia: “Un sempre crescente tasso di disoccupazione, il disagio delle fasce sociali più deboli, i numerosi problemi amministrativi ed economici – ha detto Romeo – non cessano di condizionare pesantemente la vita della nostra Isola, spesso scenario di drammi che la criminalità organizzata, approfittando di questo humus, consuma a danno dell’intero tessuto sociale e, inevitabilmente, a danno delle singole coscienze”.

L’omelia di Ratzinger inizia intorno alle 11, quando rifacendosi alle parole dell’arcivescovo Romeo, dice: “So che a Palermo non mancano difficoltà e preoccupazioni. Penso – dice – a quanti vivono in condizioni di precarietà per mancanza di lavoro e incertezza per il futuro, anche a causa della criminalità organizzata. Sono venuto per condividere con voi gioie e speranze, fatiche e impegni, ideali e aspirazioni”, nell’auspicio che la città possa “realizzare per i suoi abitanti, come pure per l’intera Nazione”, un futuro “di serenità e di pace”. Quindi il Santo Padre riserva ai fedeli il tanto auspicato e atteso riferimento a don Pino Puglisi:  “Chi è saldamente fondato sulla fede – dice -, chi ha piena fiducia in Dio e vive nella Chiesa è capace di portare la forza dirompente del Vangelo. Così si sono comportati i Santi e le Sante, fioriti, nel corso dei secoli, a Palermo e in tutta la Sicilia, come pure laici e sacerdoti di oggi a voi ben noti, come, ad esempio, Don Pino Puglisi. Siano essi a custodirvi sempre uniti e ad alimentare in ciascuno il desiderio di proclamare, con le parole e con le opere, la presenza e l’amore di Cristo”.

Alle 12,23 Joseph Ratzinger recita l’Angelus, dedicando la sua preghiera alle famiglie, ai giovani, agli emarginati e alle vocazioni sacerdotali e rivolgendo la sua preghiera alla Vergine Maria, affinché “sostenga le famiglie nell’amore e nell’impegno educativo”.

La fine della celebrazione segna l’esodo di circa 250mila persone dal Foro Italico verso corso Vittorio Emanuele. Un fiume di gente che risalendo la lunga arteria palermitana si sposta verso gli altri due luoghi nevralgici della giornata: la cattedrale e piazza Politeama. Davanti al palazzo arcivescovile alcune migliaia di fedeli attendono per tre ore che il pontefice si affacci dal balcone centrale.

Una speranza alimentata dal rincorrersi di voci sulla imminente apertura della finestra. In realtà, alle 17,15 in punto il Papa esce a piedi dal portone del palazzo, per dirigersi in cattedrale dove è in programma l’incontro con il clero. La gente delusa dalla vana attesa rumoreggia, “vergogna, vergogna!”.
Nel suo intervento in cattedrale il vescovo di Roma si interroga, invitando i prelati a fare altrettanto, sui perchè che oggi allontanano soprattutto i giovani dalla Chiesa. Quindi ancora un riferimento ai martiri eroi della lotta alla mafia. Sù tutti, ancora una volta, don Pino Puglisi. “Egli aveva un cuore che ardeva di autentica carità pastorale – ha detto il Papa -, nel suo zelante ministero ha dato largo spazio all’educazione dei ragazzi e dei giovani, ed insieme si è adoperato perché ogni famiglia cristiana vivesse la fondamentale vocazione di prima educatrice della fede dei figli”.

Salutati i prelati in cattedrale, l’ultimo appuntamento della giornata. Forse il più atteso: l’incontro con le migliaia di giovani che in piazza Castelnuovo attendono da ore di poter vedere il Pontefice salire sul palco montato davanti via Ruggero Settimo. Alle 18.18 Ratzinger comincia il suo discorso ricordando ai giovani l’importanza dei valori della famiglia: “E’ fondamentale perchè lì germoglia nell’anima umana la prima percezione del senso della vita – ha detto -. Germoglia nella relazione con la madre e con il padre, i quali non sono padroni della vita dei figli, ma sono i primi collaboratoi di Dio per la trasmissione della vita e della fede”. Quindi l’esplicito riferimento alla mafia, tanto atteso dai giovani: “La mafia è una strada di morte” ha detto, che i giovani devono rifuggere senza lasciarsi coinvolgere. Infine, prima di congedarsi dai suoi fedeli, un riferimento a Papa Giovanni Paolo II, il pontefice ancora vivo nel cuore di tanti ragazzi presenti oggi pomeriggio in piazza Politeama, così come nel resto del mondo: “Ragazzi – ha detto Benedetto XVI -, non abbiate paura. Non abbiate paura di contrastare il male. Insieme, sarete come una foresta che cresce, forse silenziosa, ma capace di dare frutt, di portare vita e di rinnovare in modo profondo la vostra terra”.
Alle 18.42 la visita pastorale può volgere al termine. Il Santo Padre sale nuovamente a bordo della Papa mobile, per attraversare via Libertà e raggiungere piazza Giovanni Paolo II da cui, a bordo dell’auto di rappresentanza deve raggiungere l’aeroporto. Joseph Ratzinger però ha in serbo un ultimo gesto, inaspettato, da riservare alla “sua” Sicilia.

Il corteo papale, infatti, si ferma lungo l’autostrada, all’altezza dello svincolo di Capaci, e davanti alla stele che ricorda l’eccidio di Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo, e i tre agenti di scorta, depone un mazzo di fiori, raccogliendosi alcuni minuti in preghiera. L’aereo è sulla pista, e attende il lungo corteo. Che arriva alle 19,25. Pochi minuti ancora, e alle 19,30 Benedetto XVI è già in volo verso Roma.

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LA DIRETTA

19.30. L’aereo di Papa Ratzinger è appena decollato dall’aeroporto ‘Falcone e Borsellino’ di Palermo per riportare il pontefice in Vaticano.

19.07. Il Papa si è fermato in autostrada per pregare e deporre una corona di fiori sulla stele che ricorda il sacrificio di Giovanni Falcone, della moglie e degli agenti di scorta.

18.50. Benedetto XVI sta raggiungendo piazza Giovanni Paolo II, dove lascerà la papamobile per salire a bordo di un’auto di rappresentanza. Quindi raggiungerà l’aeroporto dove lo attende l’aereo che lo riporterà a Roma.

18.42. Il Pontefice è salito sulla papamobile e adesso sta attraversando nuovamente via Libertà acclamato da migliaia di ragazzi.

18.40. I pass distribuiti per assistere all’incontro di Benedetto XVI col clero, tenutosi nella cattedrale di Palermo, sono stati 2300.

18.37. Prima di concludere il suo discorso, Benedetto XVI rivolge ai giovani la celebre frase di Giovanni Paolo II: “Ragazzi, non abbiate paura”. Dopo aver salutato alcuni ragazzi, il Papa ha benedetto la folla. “Non abbiate paura di contrastare il male! Insieme, sarete come una foresta che cresce, forse silenziosa, ma capace di dare frutti, di portare vita e di rinnovare in modo profondo la vostra terra!”

18.33. La piazza intona inni da stadio “Benedetto! Benedetto!”

18.30. Benedetto XVI definisce la criminalità organizzata un percorso di “morte, incompatibile con il Vangelo”. Il pontefice ha quindi ricordato ancora una volta l’opera di don Pino Puglisi, il prete di Brancaccio ucciso dalla mafia nel 1993. Dopo il riferimento a Cosa nostra, le decine di migliaia di giovani in piazza hanno iniziato una vera e propria ovazione per il Pontefice

18.28. “Anche in Sicilia ci sono splendide testimonianze di giovani cresciuti come piante belle, rigogliose, dopo essere germogliate nella famiglia, con la grazia del Signore e la collaborazione umana”. Così Benedetto XVI nel corso dell’incontro con i ragazzi delle diocesi siciliane e piazza Politeama. “Penso alla beata Pina Suriano, alle venerabili Maria Carmelina Leone e Maria Magno, grande educatrice. Ai ‘servi di Dio’ Rosario Livatino, Mario Giuseppe Restivo, e a tanti giovani che voi conoscete!”.

18.25. Il Papa si rivolge ai giovani parlando dell’importanza della famiglia: “La famiglia è fondamentale perchè lì germoglia nell’anima umana la prima percezione del senso della vita – ha detto -. Germoglia nella relazione con la madre e con il padre, i quali non sono padroni della vita dei figli, ma sono i primi collaboratoi di Dio per la trasmissione della vita e della fede”.

18.20. “La gioia della fede nasce dalla forza della vostra speranza” così il Papa rivolgendosi alle miglia

18.18. Il Papa inizia il suo discorso ai giovani

18.13. Dopo il saluto e i ringraziamenti rivolti al Pontefice dal delegato della pastorale per la Famiglia e per il Giovani, il vescovo di Caltanissetta Mariano Russotto, adesso i ragazzi delle scuole stanno leggendo i loro messaggi a Benedetto XVI. I ragazzi hanno ricordato al Papa alcuni martiri della lotta alla mafia come Falcone, Borsellino, don Puglisi e Rosario Livatino.

17.56. Il Papa è a piazza Politeama accolto dai canti dei giovani presenti.

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17.34. Un invito ad imitare “l’eroico esempio” di don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia nel 1993, è stato rivolto al clero siciliano raccolto nella Cattedrale di Palermo da Benedetto XVI, che nell’occasione ha anche usato la parola “mafia”, mentre stamattina aveva parlato genericamente di “criminalità organizzata”. “La Chiesa di Palermo ha ricordato recentemente l’anniversario del barbaro assassinio di Don Giuseppe Puglisi, appartenente a questo presbiterio, ucciso dalla mafia”, ha affermato papa Ratzinger. “Egli aveva un cuore che ardeva di autentica carità pastorale; nel suo zelante ministero – ha proseguito – ha dato largo spazio all’educazione dei ragazzi e dei giovani, ed insieme si è adoperato perché ogni famiglia cristiana vivesse la fondamentale vocazione di prima educatrice della fede dei figli. Lo stesso popolo affidato alle sue cure pastorali ha potuto abbeverarsi alla ricchezza spirituale di questo buon pastore, del quale è in corso – ha ricordato – la causa di Beatificazione. Vi esorto – ha concluso – a conservare viva memoria della sua feconda testimonianza sacerdotale imitandone l’eroico esempio”.

17.27. Il Papa chiede ai prelati in Cattedrale come mai la gente si allontani dalla Chiesa, se la Chiesa è la casa di Dio.

17.06. Il Papa è uscito a piedi e si è diretto verso la Cattedrale, niente “affacciata”. Inizia l’incontro col clero. La gente delusa dall’attesa grida: “Vergogna!”.

15.58. Il Santo Padre alle 16.30 si affaccerà dal balcone del palazzo arcivescovile.

13.20 “Ci battiamo contro la piaga della criminalità ma il Papa ci ha invitato a riflettere sul valore speranza, patrimonio di chi vive in questa terra”. Così il Guardasigilli, Angelino Alfano, ha commentato il discorso di Benedetto XVI al termine dell’Angelus. Alla domanda se si fosse scambiato un segno di pace con Raffaele Lombardo, Alfano ha risposto seccamente: “Oggi  sono qui per il Papa”;

13.10 Un fiume di gente sta risalendo corso Vittorio Emanuele per raggiungere il palazzo arcivescovile. Fra la folla circola la voce il Papa si affaccerà da una delle finestre. Papa Ratzinger ha salutato la folla sorridendo dalla papamobile. Bambini, anziani e fedeli di ogni età, al suo passaggio, hanno sventolato migliaia di bandierine rendendogli omaggio. Ci sono religiosi, papaboys, scout, tanti turisti, molti stranieri. E c’è grande attesa per l’incontro, nel pomeriggio, tra il pontefice e i giovani, in piazza Politeama;

13.00 Hanno lavorato due giorni per realizzare uno striscione con una frase del vangelo di Luca: “La mia casa sarà casa di preghiera, ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri”. Ma ieri notte alle 2, quando hanno provato a stendere il pezzo di stoffa, lungo dieci metri, da una terrazza di Porta dei Greci, a Palermo, davanti alla spianata del Foro Italico dove il Papa oggi ha celebrato la messa, sono arrivati i poliziotti, che hanno identificato gli autori, invitandoli a togliere lo striscione. “Abbiamo resistito – dice Franca Gennuso, una delle autrici – rivendicando il diritto d’espressione, ma non è servito a niente: stamattina ci hanno nuovamente chiamati dalla questura, intorno alle 6, e un’ora dopo sono arrivati i vigili del fuoco con una scala mobile e hanno tentato di strappare lo striscione. A quel punto lo abbiamo ritirato: quanto meno ci resta a futura memoria”. “Stanotte – aggiunge – hanno bussato insistentemente e minacciato di sfondare la porta. Sarebbe questa la libertà d’espressione in questo Paese”

12.55 “Le parole del Santo Padre sono state delle perle di fiducia e di speranza per noi siciliani. Siamo stati messi davanti alla verità dei nostri problemi, ma anche delle nostre risorse di fede ed orgoglio: la fede di milioni di persone oneste, che onestamente vogliono andare avanti; l’orgoglio dell’alto esempio che ci hanno lasciato grandi uomini, come don Pino Puglisi”. Così il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianfranco Micciché commenta l’omelia di Papa Benedetto XVI oggi in visita pastorale a Palermo. “Ringrazio – aggiunge Micciché – ancora il Santo Padre per avere illuminato, con la sua venuta, la nostra Terra ingrigita da un pessimismo atavico, che da domani, però – conclude – , sarà un po’ meno opprimente”.

12.35 Secondo le stime della questura, alla messa del Santo Padre hanno partecipato 250 mila persone. La partecipazione della gente è stata massiccia, aldilà delle previsioni. Il dato delle 30 mila presenze fornito subito dopo l’arrivo del Papa si è via via allargato. Per evitare la calca, la gente si è distribuita lungo il tragitto percorso in papamobile dal Santo Padre fino al Foro Italico per la messa. La gente, tante famiglie con bambini, sta aspettando in corso Vittorio Emanuele il passaggio del Pontefice che da qui raggiungerà il Palazzo arcivescovile per il pranzo con i vescovi.

12.30 La messa è finita, accompagnata da un lungo applauso;

12.25 E’ stato dedicato alle famiglie, ai giovani, agli emarginati e alle vocazioni sacerdotali l’Angelus subito dopo la messa. Benedetto XVI ha rivolto la sua preghiera alla Vergine Maria, affinché – ha detto – “sostenga le famiglie nell’amore e nell’impegno educativo; renda fecondi i germi di vocazione che Dio semina largamente tra i giovani; infonda coraggio nelle prove, speranza nelle difficoltà, rinnovato slancio nel compiere il bene”. “La Madonna – ha aggiunto – conforti i malati e tutti i sofferenti, e aiuti le comunità cristiane affinché nessuno in esse sia emarginato o bisognoso, ma ciascuno, specialmente i più piccoli e deboli, si senta accolto e valorizzato”. Il Papa ha anche ricordato all’Angelus la figura di Anna Maria Adorni, oggi proclamata beata a Parma. Vissuta nell’800, “fu sposa e madre esemplare – ha sottolineato il pontefice – e poi, rimasta vedova, si dedicò alla carità verso le donne carcerate e in difficoltà, per il cui servizio fondò due Istituti religiosi”. Per la sua “costante preghiera”, veniva chiamata “Rosario vivente”, occasione perciò di esortare i fedeli alla “quotidiana meditazione dei misteri di Cristo”. La benedizione ha chiuso la liturgia.

12.13 E’ il momento della Comunione nella messa celebrata da Benedetto XVI al Foro italico di Palermo;

12.00 Dopo l’offertorio è iniziata la preghiera eucaristica in latino. Comincia a farsi sentire il caldo fra la folla e la protezione civile distribuisce bottigliette d’acqua;

11.30 “Non abbiate timore di vivere e testimoniare la fede in ogni ambito della società”, con “la forza di Dio per andare aventi con decisione”. Benedetto XVI dice al popolo siciliano di non cadere nello “scoraggiamento e nella rassegnazione” che “viene a chi è debole nella fede, a chi confonde il male con il bene, a chi pensa che davanti al male, spesso profondo, non ci sia nulla da fare” e cita l’esempio di Don Pino Puglisi. “Chi è saldamente fondato sulla fede, chi ha piena fiducia in Dio e vive nella Chiesa – ha insistito il Santo Padre – è capace di portare la forza dirompente del Vangelo. Così si sono comportati i Santi e le Sante, fioriti, nel corso dei secoli, a Palermo e in tutta la Sicilia, come pure laici e sacerdoti di oggi a voi ben noti, come, ad esempio, Don Pino Puglisi. Siano essi a custodirvi sempre uniti e ad alimentare in ciascuno il desiderio di proclamare, con le parole e con le opere, la presenza e l’amore di Cristo”. “Popolo di Sicilia – ha concluso il Papa aprendo a un momento di silenzio e riflessione sulle sue parole – guarda con speranza al tuo futuro! Fà emergere in tutta la sua luce il bene che vuoi, che cerchi e che hai! Vivi con coraggio i valori del Vangelo per far risplendere la luce del bene! Con la forza di Dio tutto è possibile”.

11.27 “Ci si deve vergognare del male, di ciò che offende Dio, di ciò che offende l’uomo; ci si deve vergognare del male che si arreca alla Comunità civile e religiosa con azioni che non amano venire alla luce” ha affermato papa Benedetto XVI, riferendosi implicitamente alla criminalità organizzata. Benedetto XVI ha esortato i siciliani a “non scoraggiarsi” e a non pensare che di fronte al male “non ci sia nulla da fare”. Chi non ha l'”animo retto” soccomberà e “l’empio, colui che non agisce secondo Dio” e “confida nel proprio potere”, si appoggia su una realtà fragile e inconsistente, perciò si piegherà, è destinato a cadere. Il giusto, invece – ha aggiunto – confida in una realtà nascosta ma solida, confida in Dio e per questo avrà la vita”. Chi ha fede non chiede al Signore “doni materiali” o “privilegi”, ma “la grazia della fede, che orienti e illumini tutta la vita”. Citando il Vangelo di oggi, Benedetto XVI ha ricordato i discepoli che chiedono a Cristo “Accresci in noi la fede”. “E’ la domanda fondamentale”, “fondamento di tutta la vita cristiana”. Chi crede – ha aggiunto – chiede “la grazia di riconoscere Dio e di poter stare in relazione intima con Lui, ricevendo da Lui tutti i suoi doni, anche quelli del coraggiom, dell’amore e della speranza”.

11.20 Il Papa, nella sua omelia, ringrazia per la calorosa accoglienza, monsigonor Romeo e il sindaco Cammarata, l’autorità di Governo e gli organizzatori. Cita l’ “importante raduno ecclesiale regionale di giovani e famiglie” e ricorda come Palermo significhi “sicurezza pace e serenità, sintentizzato nel suo nome”. “So che a Palermo – aggiunge il santo padre – non mancano difficoltà e preoccupazioni. Penso a quanti vivono in condizioni di precarietà per mancanza di lavoro e incertezza per il futuro” anche “a causa della criminalità organizzata” per cui esprime la sua “vicinanza e il ricordo nella preghiera, un forte incoraggiamnto a non aver paura di testimoniare valori umani e cristiani radicati nella storia del territorio e della popolazione”. “Sono venuto – ha detto il pontefice – per condividere con voi gioie e speranze, fatiche e impegni, ideali e aspirazioni”, nell’auspicio che la città possa “realizzare per i suoi abitanti, come pure per l’intera Nazione”, un futuro “di serenità e di pace”.

11.10 Sono oltre 30mila, secondo la Questura, le persone che stanno assistendo al Foro Italico alla messa celebrata da Papa Ratzinger. Circa 6mila persone, la maggior parte autorità, hanno preso posto nelle tribune allestite all’interno del prato. La strada è chiusa e la gente sta seguendo la cerimonia appoggiandosi alle transenne. Qualche fedele ha avuto lievi malori per via dell’alta temperatura (a Palermo ci sono circa 28 gradi). Nella zona ci sono uomini della protezione civile e della Croce Rossa pronti ad intervenire in caso di necessità. Più di un fedele è stato già assistito dai soccorritori. I bambini sventolano le bandierine con il saluto al Papa vendute dagli ambulanti.

10.40 La prima lettura è “Il giusto vivrà per la sua fede” dal libro del profeta Abacuc. La seconda è “Non vergognarti di dare testimonianza al Signore nostro”, dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timoteo;

10.30 E’ cominciata la santa messa celebrata da Benedetto XVI al Foro italico di Palermo;

10.26 “Il Papa tiene saldamente in mano il timone della barca di Pietro”. Così monsignor Romeo ha dato il benvenuto al santo padre in un discorso imperniato sulla crisi della società moderna, sulla disoccupazione in Sicilia e sulla criminalità. Oggi “tanti elementi” alimentano “il rischio” che i giovani siciliani “non guardino con speranza al futuro”, ma in migliaia attendono a Palermo dal Papa una “parola che ci faccia guardare al futuro con occhi nuovi”. Una Palermo – ha continuato il vescovo – che oggi conta “ferite profonde, antiche e nuove, personali e comunitarie, che incidono sul tessuto sociale”. “Un sempre crescente tasso di disoccupazione, il disagio delle fasce sociali più deboli, i numerosi problemi amministrativi ed economici – ha aggiunto – non cessano di condizionare pesantemente la vita della nostra Isola, spesso scenario di drammi che la criminalità organizzata, approfittando di questo humus, consuma a danno dell’intero tessuto sociale e, inevitabilmente, a danno delle singole coscienze”. Una situazione alla quale i giovani e le famiglie cattoliche sono pronte a reagire, dice mons. Romeo, “animati dalla forza della fede”. Al termine del saluto, il vescovo ha regalato al Papa una statua d’argento alta circa 70 centimetri, un’opera appositamente commissionata ad un artista palermitano intitolata la ‘Donna vestita di sole”, “vittoriosa sul male – ha spiegato Romeo – primizia della Chiesa dei credenti”. In realtà la statua raffigura l’Immacolata, da quattro secoli patrona e protettrice della Sicilia;

10.20 Il sindago Diego Cammarata dà il benvenuto a Benedetto XVI con un discorso con riferimenti a don Pino Puglisi e alla lotta alla mafia. “Palermo crede fermamente che riuscirà a sconfiggere le piaghe moderne. Alla violenza della mafia Palermo non si è mai rassegnata né piegata”. La città “pur profondamente ferita – ha detto – ha sempre saputo rispondere con un no deciso chiedendo a tutti noi che abbiamo responsabilità di governo e politiche un impegno sempre più deciso e preciso per la legalità”. “Questa terra – ha aggiunto il sindaco – vive ancora tante sofferenze, sentite con maggiore intensità dalle fasce più deboli che stentano a condurre una vita dignitosa e tranquilla. Palermo però, eredita un patrimonio di fede che, pur in mezzo alle intemperie della contemporaneità, sa infonderle coraggio e speranza”. “Palermo crede, e non cessa di credere – ha sottolineato Cammarata – e così come ci ha insegnato don Pino Puglisi, il sacerdote ucciso dalla mafia nel 1993, ciascuno di noi è pronto a dare il proprio contributo, anche minimo ma ugualmente importante, per raggiungere quell’obiettivo di comunione e progettualità condivisa che serva a promuovere in modo autentico il bene comune. Alla violenza della mafia Palermo non si è mai rassegnata né piegata – ha ribadito il sindaco – e, pur profondamente ferita, ha sempre saputo rispondere con un no deciso chiedendo a tutti noi che abbiamo responsabilità di governo e politiche un impegno sempre più deciso e preciso per la legalita”. “Riconosciamo, Santo Padre, che nel suo alto Magistero sociale – ha rilevato il sindaco di Palermo – la Chiesa non cessa di porre la dignità dell’uomo al centro di ogni concreto sviluppo e di ogni azione politica. Noi non ci siamo mai sottratti e mai ci sottrarremo – ha concluso Cammarata – al rispetto di questo grande valore e manterremo questo impegno nei confronti delle nostre famiglie, delle comunità amministrate e della nostra Santa Chiesa”;

10.17 Il Papa è arrivato al Foro italico, un grande prato sul quale tra poco dirà messa, dopo aver attraversato il centro cittadino tra due ali di folla;

9.40 Circa 5 mila persone attendono il Papa a piazza Castelnuovo mentre un elicottero segue i movimenti del pontefice;

9.19 L’aereo di Papa Ratzinger è appena atterrato sulla pista dell’aeroporto di Palermo. Il Papa è stato accolto dal presidente del Senato Renato Schifani, dal ministro della Giustizia Angelino Alfano, dal governatore della Sicilia Raffaele Lombardo, dal sindaco di Palermo Diego Cammarata e dall’arcivescovo Paolo Romeo. Il Pontefice si è intrattenuto per pochi minuti a bordo della scaletta dell’aereo dell’Aeronautica militare che lo ha condotto a Palermo per salutare le autorità. Benedetto XVI raggiungerà a breve piazza De Gasperi, dove ad attenderlo ci sono già migliaia di fedeli. A bordo della papamobile il Pontefice percorrerà l’asse viario principale della città tra due ali di folla; alle 10:30 celebrerà la Messa e l’Angelus nel prato del Foro italico, dove sono stati allestiti circa 6.000 posti a sedere.

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03 Ottobre 2010, 09:19

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