Papa Francesco parla ai mafiosi: | “Cambiate, fratelli e sorelle”

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15 Settembre 2018, 09:35

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PALERMO –  Sotto un sole cocente, una imponente folla, oltre centomila persone, ha partecipato stamattina al Foro Italico di Palermo alla messa celebrata da Papa Francesco. Una celebrazione liturgica nel segno del Beato Padre Pino Puglisi, del cui martirio si celebra il venticinquesimo anniversario. E Bergoglio, ricordando il prete assassinato da Cosa Nostra, a cui dopo la Messa renderà ulteriore omaggio recandosi nella sua Brancaccio, ribadisce che “non si può credere in Dio ed essere mafiosi”. E lancia un monito ai mafiosi, chiamandoli “fratelli e sorelle”, parole aggiunte a braccio al testo diffuso dalla Sala stampa della Santa Sede, chiedendo loro di cambiare e di convertirsi al vero Dio, “altrimenti la vostra stessa vita andrà persa”.

Nella sua omelia, Francesco parla di Pino Puglisi e del suo sorriso “che non fece dormire di notte il suo uccisore”. “Padre Pino era inerme, ma il suo sorriso trasmetteva la forza di Dio: non un bagliore accecante, ma una luce gentile che scava dentro e rischiara il cuore – ha detto il Papa -. È la luce dell’amore, del dono, del servizio. Abbiamo bisogno di tanti preti del sorriso, di cristiani del sorriso”, ha aggiunto tra gli applausi.

L’esempio di Padre Puglisi è quello del cristiano che agisce, “dando la vita”. Perché, ricorda il Papa, Padre Puglisi “non viveva per farsi vedere, non viveva di appelli anti-mafia”. Una testimonianza che è fatta di opere e non di vuote parole quella del prete ucciso a Brancaccio, che ci insegna, dice il Papa, “quanto è bello aiutare, servire”.

Ai mafiosi parole nette: “Agli altri la vita si dà, non si toglie. Non si può credere in Dio e odiare il fratello”, ricorda il Pontefice richiamando la prima lettura tratta dalla prima lettera di Giovanni. “Chi è mafioso non vive da cristiano, perché bestemmia con la vita il nome di Dio-amore”. Nel discorso anche una parola siciliana: “Dio ci liberi da una vita piccola che gira attorno ai ‘piccioli'”. E poi Bergoglio si rivolge direttamente ai mafiosi: “Perciò ai mafiosi dico: cambiate, fratelli e sorelle. Smettete di pensare a voi stessi e ai vostri soldi”. C’è l’eco del monito di Agrigento di Giovanni Paolo II, declinato con la dolcezza e la misericordia del Papa argentino.

Francesco ricorda il motto di Padre Puglisi, “se ognuno fa qualcosa”. E parlando di questo invita ad ascoltare il popolo e i suoi bisogni: “Questo è l’unico populismo possibile, l’unico ‘populismo cristiano’: sentire e servire il popolo, senza gridare, accusare e suscitare contese”.

Sul palco col Papa c’è l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, che alla fine rivolge un saluto, e ci sono una quarantina di vescovi, tra cui i due emeriti di Palermo, Salvatore De Giorgi e Paolo Romeo. Sotto al palco settecento tra preti e diaconi, concelebrano tutti e per la comunione hanno una stola rossa che simboleggia il martirio, quello nella fattispecie di Padre Puglisi. “Sulle orme del Beato Pino Puglisi stiamo camminando. Nella sua immagine si rispecchiano oggi la Chiesa di Palermo e le Chiese di Sicilia. Da lui, dal nostro ‘3P’, impariamo a porre al centro della nostra esistenza la Parola di Dio”, dice l’arcivescovo Lorefice. In tutta la liturgia risuona l’eco della vita del prete palermitano. Il Salmo responsoriale è il numero 116, “Preziosa agli occhi del Signore è la morte dei suoi fedeli”. Anche la scelta del passo del Vangelo è ispirata al ricordo di Padre Puglisi. Dal capitolo 12 del Vangelo di Giovanni si legge il brano “Sul chicco di grano che muore e produce molto frutto”.

E quando arriva la preghiera dei fedeli, la prima delle invocazioni chiede che la Chiesa siciliana sia “accogliente” “verso i poveri che approdano nelle coste della nostra isola in cerca di libertà e di condizioni di vita degne della persona umana”. Il libretto della Messa distribuito al clero, sacerdoti e diaconi, ha in copertina un’immagine della Madonna nera, una scelta dell’arcivescovo Lorefice dal chiaro significato.

Emozione tra la folla. Quando l’elicottero di Francesco partito da Piazza Armerina sorvola il prato sventolano bandiere attraversa il prato del Foro Italico in papamobile, accarezza un bambino di pochi mesi, indossa la maglia della nazionale di calcio argentina, si chiama Vito ed è nato prematuro. Dopo il giro Francesco sale sul palco dove c’è una statua della Vergine dei dolori (oggi è la ricorrenza della Madonna addolorata) proveniente dalla chiesa dei Santi 40 martiri alla Guilla. Sul palco anche una croce lignea del Cinquecento siciliano proveniente dall’opera pia San Rocco e un paliotto della Cattedrale.

La cerimonia si protrae fino a dopo le 13. Qualcuno si sente male per il troppo caldo. Alla fine il Papa lascia il Foro Italico su una Golf. Diretto alla Missione Speranza e Carità dove pranzerà con i poveri. Poi gli impegni a Brancaccio, in Cattedrale e a Piazza Politeama.

 

 

 

La diretta di LiveSicilia

12.46 – La messa è terminata, i vescovi scendono dal palco sulle note del canto finale.

12.38 – La messa volge al termine. Monsignor Lorefice porge il suo saluto ai fedeli. “Sulle orme del Beato Pino Puglisi stiamo camminando. Nella sua immagine si rispecchiano oggi la Chiesa di Palermo e le Chiese di Sicilia. Da lui, dal nostro ‘3P’, impariamo a porre al centro della nostra esistenza la Parola di Dio”, ha detto.

12.29 – Prosegue la messa. È il momento dell’Eucaristia. I ministri del culto sono posizionati in diverse zone del Foro Italico. Ce un’apposita fila per i fedeli celiaci. Il canto di comunione è quello ispirato al passo del vangelo sul chicco di grano che muore e dà molto frutto.

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11.55 – È iniziata la preghiera dei fedeli. La prima chiede che la Chiesa siciliana sia “accogliente” “verso i poveri che approdano nelle coste della nostra isola in cerca di libertà e di condizioni di vita degne della persona umana”. Si prega inoltre per il papa, per le vittime della mafia, e per quanti soffrono “fame, mancanza di lavoro, di casa e di cure”, per le famiglie, i bambini,

11.48 – “Perciò ai mafiosi dico; cambiate, fratelli e sorelle!” , dice il Papa. Nel discorso diffuso dalla sala stampa, il testo diceva solo ‘cambiate’. Francesco, dal palco del Foro Italico, aggiunge un misericordioso ‘fratelli e sorelle’. Un altro applauso dalla spianata del Foro Italico ha fermato Papa Francesco.

11.47 – “Venticinque anni fa come oggi, quando morì nel giorno del suo compleanno, coronò la sua vittoria col sorriso, con quel sorriso che non fece dormire di notte il suo uccisore, il quale disse: ‘c’era una specie di luce in quel sorriso'”. Così papa Francesco a Palermo su don Puglisi. “Padre Pino era inerme, ma il suo sorriso trasmetteva la forza di Dio: non un bagliore accecante, ma una luce gentile che scava dentro e rischiara il cuore – ha detto nella messa al Foro Italico -. È la luce dell’amore, del dono, del servizio. “Abbiamo bisogno di tanti preti del sorriso, di cristiani del sorriso – ha aggiunto -, non perché prendono le cose alla leggera, ma perché sono ricchi soltanto della gioia di Dio, perché credono nell’amore e vivono per servire. È dando la vita che si trova la gioia, perché c’è più gioia nel dare che nel ricevere”. Il Papa ha quindi chiesto: “volete vivere anche voi così? Volete dare la vita, senza aspettare che gli altri facciano il primo passo? Volete fare il bene senza aspettare il contraccambio, senza attendere che il mondo diventi migliore? Volete rischiare per il Signore?”.

11.42 – Il pensiero del Papa per Pino Puglisi: “Cari fratelli e sorelle, oggi siamo chiamati a scegliere da che parte stare: vivere per sé, con la mano chiusa, o donare la vita, la mano aperta”, ha detto il Papa nella messa a Palermo. “Solo dando la vita si sconfigge il male. Don Pino (Puglisi, ndr) lo insegna: non viveva per farsi vedere, non viveva di appelli anti-mafia, e nemmeno si accontentava di non far nulla di male, ma seminava il bene, tanto bene”, ha osservato tra gli applausi dei fedeli. “La sua sembrava una logica perdente, mentre pareva vincente la logica del portafoglio”, ha aggiunto il Pontefice. I fedeli sono scoppiati in un grande applauso. Quando Bergoglio, ricordando il sorriso di Pino puglisi al suo assassino, ha detto “ci servono i preti del sorriso”, un nuovo scrosciante applauso ha interrotto il Pontefice.

11.30 – Comincia l’omelia del Papa: “Chi vive per sé, chi moltiplica i suoi fatturati, chi ha successo, chi soddisfa pienamente i propri bisogni appare vincente agli occhi del mondo. La pubblicità ci martella con questa idea, idea di cercare il ‘proprio’, dell’egoismo, eppure Gesù non è d’accordo e la ribalta. Secondo lui chi vive per sé non perde solo qualcosa, ma la vita intera; mentre chi si dona trova il senso della vita e vince”. “Dunque c’è da scegliere: amore o egoismo – ha proseguito -. L’egoista pensa a curare la propria vita e si attacca alle cose, ai soldi, al potere, al piacere. Allora il diavolo ha le porte aperte. Il diavcolo entra dalle tasche. Se tu sei attaccato ai soldi c’è i diavolo. Fa credere che va tutto bene ma in realtà il cuore si anestetizza. L’egoismo è un anestetico molto potente”. “Questa via finisce sempre male: alla fine si resta soli, col vuoto dentro, circondati solo da chi vuole ereditare – ha aggiunto -. È come il chicco di grano del Vangelo: se resta chiuso in sé rimane sotto terra solo. Se invece si apre e muore, porta frutto in superficie”.

11.28 – Siamo alla liturgia della parola. La prima lettura è stato un brano tratto dalla prima lettera di San Giovanni. “Se uno dice ‘io amo Dio’ e odia suo fratello, è un bugiardo”. Il Salmo responsoriale è il numero 116 “Preziosa agli occhi del Signore è la morte dei suoi fedeli”. Anche la scelta del passo del Vangelo è ispirata al ricordo di Padre Pino Puglisi. Dal capitolo 12 del Vangelo di Giovanni si legge il brano “Sul chicco di grano che muore e produce molto frutto”.

11.10 – Comincia la Messa, il Papa è salito sul palco accompagnato da 40 vescovi che concelebreranno la funzione. Il canto di apertura è il Buon Pastore offre la vita per le pecore.

11.05 – Il Papa ha accarezzato un bimbo di pochi mesi di nome Vito che indossava la maglia dell’Argentina. Bergoglio si è sporto dalla macchina per dare una carezza al piccolo che era in braccio al padre.

11.00 – Il Papa è arrivato al Foro Italico. Sventolano le bandiere. Il Pontefice ha attraversato il Foro Italico sull’auto scoperta con il vescovo Lorefice salutando i fedeli. L’elicottero del Vaticano, proveniente da Piazza Armerina, è atterrato nell’area del Porto di Palermo. Al Suo arrivo, il Papa è stato accolto dall’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, dal presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, dal prefetto di Palermo, Antonella De Miro, e dal sindaco della Città, Leoluca Orlando. Il Pontefice presiede la messa al Foro Italico nella memoria liturgica del beato Pino Puglisi.

10.58 – Il coro sta provando gli ultimi canti prima dell’arrivo di Papa Francesco. C’e’ grande fibrillazione, sta arrivando il Papa.

10.35 – Un caldo torrido al Foro Italico. I fedeli accorsi per la messa di Papa Francesco cercano di ripararsi dal sole con cappellini e ombrelli. L’elicottero del Papa sta sorvolando adesso il Foro Italico.

10.12 – Papa Francesco è partito in elicottero da Piazza Armerina per Palermo, seconda e ultima tappa della sua visita in Sicilia nel 25/o anniversario della morte del beato Pino Puglisi. Dopo aver lasciato in auto Piazza Europa, dove ha incontrato i fedeli e raggiunto lo stadio ‘San Ippolito’, il Papa ha salutato le autorità ed è partito in elicottero per il capoluogo siciliano.

09.15 – Lo schermo del Foro Italico, intanto, trasmette in diretta il discorso del Papa a Piazza Armerina. “Sottosviluppo sociale, sfruttamento dei lavoratori e mancanza di dignitosa occupazione per i giovani” , sono alcune delle “piaghe” citate dal Pontefice aprendo il suo discorso nella cittadina dell’Ennese.

> Guarda le foto del Foro Italico

09.10 – Il libretto della Messa distribuito al clero, sacerdoti e diaconi, ha in copertina un’immagine della Madonna nera, una scelta dell’arcivescovo Lorefice dal chiaro significato. La prima preghiera dei fedeli sarà proprio incentrata sul tema dell’accoglienza da parte della Chiesa “verso i poveri che approdano nelle coste della nostra isola”.

09.00 – Il palco del Foro Italico è pronto, l’afflusso dei fedeli continuo. È il giorno del Papa a Palermo e il Foro Italico si riempie, in attesa che il Pontefice arrivi per la messa dopo la visita a Piazza Armeria. Oggi ricorrenza della Madonna addolorata, sul palco c’è una statua della Vergine dei dolori proveniente dalla chiesa dei Santi 40 martiri alla Guilla. Sul palco anche una croce lignea del Cinquecento siciliano proveniente dall’opera pia San Rocco e un paliotto della Cattedrale. Seicentoventi i sacerdoti e ottanta diaconi, concelebreranno tutti col Papa e i vescovi, 40, tra cui i vescovi emeriti Paolo Romeo e Salvatore De Giorgi. I sacerdoti e i diaconi riceveranno la stola rossa che simboleggia il martirio, quello nella fattispecie di Padre Puglisi di cui oggi ricorre il venticinquesimo anniversario.

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15 Settembre 2018, 09:35

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