13 Marzo 2013, 20:33
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ROMA. Un Papa italiano, in qualche modo. Papa Francesco, pur essendo nato a Buenos Aires dove è arcivescovo, è originario del Piemonte. Gesuita, è il primo Pontefice sudamericano e nel conclave del 2005 è stato il cardinale più votato dopo Joseph Ratzinger. Considerato un progressista, come conferma la scelta del nome, quello del frate riformatore di Assisi.
Il nuovo Pontefice ha studiato prima come tecnico chimico, poi in seminario. Entrato nella Compagnia di Gesù nel 1958, trascorse un periodo in Cile prima di conseguire la laurea in Filosofia a Buenos Aires. A partire dal 1964 ha intrapreso la carriera dell’insegnamento, tenendo lezioni di letteratura e psicologia nei collegi di Santa Fe e Buenos Aires fino al 1967. Due anni dopo l’ordinazione sacerdotale, giunta il 13 dicembre 1969.
Dopo l’ordinazione, il Papa ha ripreso a insegnare, fino a diventare rettore della facoltà di Teologia e Filosofia a San Miguel. Dopo aver conseguito il dottorato in Germania nel 1986, tornò a Córdoba, in Argentina, dove diventò direttore spirituale e confessore della chiesa della Compagnia di Gesù. Vescovo ausiliare di Buenos Aires e titolare di Auca dal 20 maggio 1992, è diventato arcivescovo della capitale argentina e Primate della Chiesa nel suo Paese il 28 febbraio 1998. Dal 6 novembre 1998 è stato anche ordinario per i fedeli di rito orientale in Argentina.
A nominarlo Cardinale è stato Giovanni Paolo II. La scelta di Wojtyla arrivò il 21 febbraio 2001 e fu accompagnata dall’assegnazione della sede suburbicaria di San Roberto Bellarmino. Dal 2005 al 2011 è stato a capo della Conferenza Episcopale Argentina. Sul suo passato, però, grava anche un’ombra, sottolineata dal giornalista Horacio Verbitsky e ripresa da numerosi media prima e dopo il conclave: il nuovo Pontefice, infatti, secondo Verbitsky avrebbe collaborato con il regime dittatoriale di Jorge Videla.
Bergoglio è stato uno dei “papabili” del 2005. Il presule, che aveva sempre rifiutato incarichi di peso nella Curia Romana, era appoggiato secondo gli osservatori da tutti i vescovi latinoamericani, e secondo alcune delle ricostruzioni del Conclave lo stesso Joseph Ratzinger avrebbe in una delle fasi iniziali del conclave appoggiato l’elezione di Bergoglio al soglio di Pietro. Secondo altre fonti, però, a opporsi all’elezione di Bergoglio, che comunque fu il secondo cardinale più votato in tutte e quattro le votazioni del 2005, contrarietà sarebbe stata espressa dall’allora Segretario di Stato Angelo Sodano. Un’ulteriore versione vuole invece che sia stato lo stesso Bergoglio a chiedere di non essere eletto in quella circostanza.
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13 Marzo 2013, 20:33