Il miracolo di Francesco: | “Non sappiamo piangere”

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08 Luglio 2013, 08:04

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LAMPEDUSA- Svaniranno gli effetti speciali dello sbarco del Papa, nonostante la sobrietà della sua visita a Lampedusa, e resterà il sincero e umanissimo miracolo appena accaduto. Francesco ha rimesso gli uomini al centro, al posto dei numeri, delle ombre e delle ideologie. Ha preso una storia dimenticata – il mosaico delle vicende dei migranti e di coloro che li accolgono – e l’ha sistemata nel cuore del mondo, nel luogo più lontano del mondo. La predicazione di Bergoglio contro la globalizzazione dell’indifferenza ci colpisce due volte. Nello specifico degli scogli di Lampedusa e, più in generale, nel nostro rapporto con un senso dell’esistere e del comunicare che, a poco a poco, ha grattato via le persone, per sostituirle con entità individuali e programmabili. Vale ciò che compriamo e che vendiamo. I prodotti sugli scaffali non piangono. Appunto. Le parole del Papa sono chiare.

Si comincia da una domanda centrale al cospetto di una tragedia della migrazione. “Chi di noi ha pianto per questo fatto e per fatti come questo? Chi ha pianto per la morte di questi fratelli e sorelle? Chi ha pianto per queste persone che erano sulla barca? Per le giovani mamme che portavano i loro bambini? Siamo una società che ha dimenticato l’esperienza del piangere”. E ancora, come ci siamo ridotti a vivere? “In bolle di sapone, in una situazione che porta all’indifferenza verso gli altri. Ci siamo abituati alla sofferenza dell’altro, non ci riguarda, non ci interessa, non è affare nostro!”.

E qui siamo nella filigrana di una critica radicale che decolla da Lampedusa, per essere accolta ovunque. La bolla di sapone più comune è la virtualità che ha sostituito il contatto, il “mi piace” che ha soppiantato lo sguardo e la carezza. Non che i social siano lo sterco del diavolo. Un personaggio raffinato come Bergoglio non si presterebbe mai a una crociata per distruggere la modernità, che è un affare complesso. Oltretutto la specialità delle creature che respirano tra terra e cielo consiste nel fabbricare forme creative di alienazione, ciascuna pensata per corrispondere in un incastro perfetto all’epoca che si attraversa.

L’apostolato di Francesco è un gesto avverso la solitudine che non conduce alla riscoperta di sé, ma all’isolamento. Al concetto dell’unicità di noi stessi, quando si trasforma in allegoria della prepotenza, delle nefandezze “necessarie per sopravvivere”, schiacciando gli altri. Se l’univocità non ci consegna la chiave della bellezza dei giorni, sopravvive la sua anima peggiore: il gusto della sopraffazione.

La conclusione della visita del Papa contiene un termine-pilastro della sua azione. “Vi ringrazio per la tenerezza che mi avete dimostato”, dice alla folla il viaggiatore che ripara le scarpe vecchie e non ne compra nuove, per salvare i sogni della polvere. E’ il dono da conservare e da far fruttare, credenti o non credenti, laici o cattolici. Se è vero che la speranza è figlia naturale del dolore, siamo nel posto e nel momento giusto per tentare un diverso cammino.

LA DIRETTA DI LIVESICILIA

12.00 La Messa al campo sportivo “Arena” si è conclusa”. Bergoglio raggiungerà in auto la parrocchia di San Gerlando, per una visita privata alla presenza di isolani e migranti. Alle 12,30 lascerà la parrocchia per trasferirsi all’aeroporto, da dove la partenza è prevista per le 12,45. Alle 13,45 è previsto l’atterraggio all’aeroporto di Ciampino e il rientro in Vaticano.

11.50 “Protettrice dei migranti e degli itineranti, assisti con cura materna gli uomini, le donne e i bambini costretti a fuggire dalle loro terre in cerca di avvenire e speranza”. E’ un passo della preghiera pronunciata dal Papa a Lampedusa davanti alla statua di Maria, stella del mare. “L’incontro con noi e con il nostro popolo non si trasformi in sorgente di nuove e più pesanti schiavitù e umiliazioni”.”Rifugio dei peccatori – ha detto ancora il Pontefice -, ottieni la conversione del cuore si quanti generano guerra, odio e povertà, sfruttano i fratelli e le loro fragilità, fanno indegno commercio della vita umana”.(ANSA).

11.38 “Lampedusa sia faro per tutto il mondo, perché abbia il coraggio di accogliere quelli che cercano una vita migliore”. Lo ha chiesto il Papa al termine della messa, ringraziando i lampedusani sia per “l’accoglienza” che per la “tenerezza” verso gli immigrati.

11.33 I 165 migranti avvistati stamani a bordo di un barcone sono stati caricati su due motovedette della Capitaneria di porto e una della Guardia di finanza a poche miglia di distanza dal porto di Lampedusa dove sono giunti prima dell’arrivo del Papa. Una volta soccorsi, sullo stesso Molo Favarolo dove meno di un’ora dopo è sbarcato il Pontefice, sono stati accompagnati al Centro di primo soccorso sull’isola. Tra di loro ci sono anche quattro donne.

11.29 Sono circa diecimila le persone che assistono alla messa di papa Francesco nel campo sportivo di Lampedusa. Lo riferisce la sala stampa vaticana.

11.20 Per i morti in mare “Signore, ti chiediamo perdono”, ha detto il Papa al termine dell’omelia a Lampedusa. E ha aggiunto a braccio: “perdono Signore”.

11.18 Un barcone in difficoltà con un centinaio di migranti a bordo sta navigando in acque maltesi. Gli extracomunitari hanno telefonato per chiedere aiuto a un giornalista somalo, Aden Fabrie. La stessa richiesta di soccorso é arrivata alla Guardia Costiera. I migranti non hanno saputo dare la loro posizione. Sarebbero partiti ieri dalla Libia.

11.15 “Chi è il responsabile del sangue di questi fratelli e sorelle? – ha chiesto il Papa parlando dell’aspetto dell’indifferenza – Nessuno! Tutti noi rispondiamo così: non sono io, io non c’entro, saranno altri, non certo io”. “Ma Dio – ha proseguito – chiede a ciascuno di noi: ‘Dov’è il sangue di tuo fratello che grida fino a me?’. Oggi nessuno si sente responsabile di questo; abbiamo perso il senso della responsabilità fraterna; siamo caduti nell’atteggiamento ipocrita del sacerdote e del servitore dell’altare, di cui parla Gesù nella parabola del Buon Samaritano: guardiamo il fratello mezzo morto sul ciglio della strada, forse pensiamo ‘poverino’, e continuiamo per la nostra strada, non è compito nostro; e con questo ci sentiamo a posto”. “La cultura del benessere – ha spiegato Bergoglio -, che ci porta a pensare a noi stessi, ci rende insensibili alle grida degli altri, ci fa vivere in bolle di sapone, che sono belle, ma non sono nulla, sono l’illusione del futile, del provvisorio, che porta all’indifferenza verso gli altri, anzi porta alla globalizzazione dell’indifferenza”. Secondo il Papa, “ci siamo abituati alla sofferenza dell’altro, non ci riguarda, non ci interessa, non è affare nostro!”. “Ritorna la figura dell’Innominato di Manzoni – ha aggiunto -. La globalizzazione dell’indifferenza ci rende tutti ‘innominati’, responsabili senza nome e senza volto”.

11.10 “Signore, in questa Liturgia, che è una Liturgia di penitenza, chiediamo perdono per l’indifferenza verso tanti fratelli e sorelle, ti chiediamo perdono per chi si è accomodato, si è chiuso nel proprio benessere che porta all’anestesia del cuore, ti chiediamo perdono per coloro che con le loro decisioni a livello mondiale hanno creato situazioni che conducono a questi drammi”, ha detto il Papa al termine dell’omelia a Lampedusa. “‘Adamo dove sei?’, ‘Dov’è il sangue di tuo fratello?'”, ha ripetuto.

11.06 Nell’omelia a Lampedusa il Papa ha sottolineato in un passaggio a braccio anche il dramma dei migranti di cui sono responsabili i trafficanti di uomini. I migranti “prima di arrivare qui – ha detto – sono passati attraverso i trafficanti, quelli che sfruttano la povertà degli altri, queste persone per cui la povertà degli altri è fonte di guadagno” e a causa di questi “hanno sofferto”.

11.00 “Chi di noi ha pianto pe questo fatto e per fatti come questo? Chi ha pianto per la morte di questi fratelli e sorelle? Chi ha pianto per queste persone che erano sulla barca? Per le giovani mamme che portavano i loro bambini?’, ‘siamo una societa’ che ha dimenticato l’esperienza del piangere”. Cosi’ il Papa.

10.58 Di fronte alle morti in mare, ha detto il Papa, “domandiamo al Signore la grazia di piangere sulla nostra indifferenza, sulla crudeltà che c’é nel mondo, in noi, anche in coloro che nell’anonimato prendono decisioni socio-economiche che aprono la strada a drammi come questo. ‘Chi ha pianto?'”.

10.52 La “cultura del benessere” ci rende “insensibili alle grida degli altri”, ci fa vivere “in bolle di sapone”, in una situazione “che porta all’indifferenza verso gli altri – per il Papa -, anzi porta alla globalizzazione dell’indifferenza. Ci siamo abituati alla sofferenza dell’altro, non ci riguarda, non ci interessa, non è affare nostro!”

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10.49 Partendo dalle domande bibliche “Adamo, dove sei?” e “Caino, dov’è tuo fratello”, papa Francesco, con riferimento ai naufragi dei migranti, ha detto a Lampedusa che “queste due domande di Dio risuonano anche oggi, con tutta la loro forza!”. “Tanti di noi, mi includo anch’io, siamo disorientati, non siamo più attenti al mondo in cui viviamo”, e “non siamo più capaci neppure di custodirci gli uni gli altri”. E’ così, secondo Bergoglio, che “si giunge a tragedie come quella a cui abbiamo assistito”.

10.46 Nella messa a Lampedusa, papa Francesco ha rivolto un pensiero ‘ai cari immigrati musulmani che, oggi, stasera, stanno iniziando il digiuno di Ramadan, con l’augurio di abbondanti frutti spirituali’. ‘La Chiesa vi e’ vicina – ha aggiunto – nella ricerca di una vita piu’ dignitosa per voi e le vostre famiglie. A voi, ‘O ‘scia”.

10.43 “Vorrei dire una parola di sincera gratitudine e di incoraggiamento a voi, abitanti di Lampedusa e Linosa, alle associazioni, ai volontari e alle forze di sicurezza, che avete mostrato e mostrate attenzione a persone nel loro viaggio verso qualcosa di migliore”, ha detto il Papa durante la messa: “Voi siete una piccola realtà, ma offrite un esempio di solidarietà! Grazie”.

10.40 “Immigrati morti in mare, da quelle barche che invece di essere una via di speranza sono state una via di morte. Così il titolo dei giornali”, ha detto il Papa all’inizio dell’omelia. “Quando alcune settimane fa ho appreso questa notizia, che purtroppo tante volte si è ripetuta – ha proseguito -, il pensiero vi è tornato continuamente come una spina nel cuore che porta sofferenza”. E allora “ho sentito che dovevo venire qui oggi a pregare – ha aggiunto -, a compiere un gesto di vicinanza, ma anche a risvegliare le nostre coscienze perché ciò che è accaduto non si ripeta. Non si ripeta per favore”.

10.30 E’ stata la notizia degli “immigrati morti in mare, da quelle barche che invece di essere una via di speranza sono state una via di morte”, diventata per lui “una spina nel cuore che porta sofferenza” a spingere il Papa ad andare a Lampedusa, ha detto, per “risvegliare le nostre coscienze perché ciò che è accaduto non si ripeta”

10.10 Papa Francesco è arrivato sull’auto scoperta al campo sportivo di Lampedusa, dove celebrerà la messa. Il Pontefice è circondato dalla folla che lo acclama: stringe al petto e bacia bambini, li accarezza, stringe le mani che i fedeli gli tendono, sorride a tutti e li saluta con la mano. L’ingresso al campo sportivo è stato accolto da grida dei presenti e dallo sventoli dei cappellini bianchi e gialli.

10.07 “Noi siamo fuggiti dal nostro Paese per due motivi, politico e economico, per arrivare in questo luogo tranquillo abbiamo superato vari ostacoli, siamo stati rapiti da vari trafficanti. Per arrivare qui in Italia abbiamo sofferto tantissimo”. Così un giovane immigrato si è rivolto a Papa Francesco al quale ha anche consegnato una lettera sul Molo Favarolo di Lampedusa. Nell’intervento il ragazzo, che si è anche interrotto per la commozione, ha chiesto aiuto per la situazione particolare: “Siamo qui – ha detto – costretti a rimanere in Italia perché abbiamo lasciato le impronte digitali e per questo non possiamo andare via. Quindi – ha aggiunto – chiediamo agli altri Paesi europei di aiutarci”.

10.05 A bordo della “campagnola” scoperta papa Francesco percorre le strade di Lampedusa, salutato e acclamato dalla folla, per dirigersi al campo sportivo “Arena”, in località Salina, dove celebrerà la messa.

10.00 “Vi saluto tutti e ringrazio per l’accoglienza, tutti siamo qui oggi nella preghiera e anche per questo non ho parlato. E’ per questo che oggi sono qui. Grazie, grazie”. Così il Papa si è rivolto al Molo Favarolo di Lampedusa a un gruppo di immigrati a cui ha stretto la mano. I profughi sono per metà cristiani e per metà musulmani, molti eritrei, tra loro anche tre donne e per la maggioranza sono minorenni.

9.55 “Vi ringrazio per la vostra accoglienza. Prego per voi, anche per quelli che non sono qui”. E’ quanto ha detto papa Francesco ai migranti da lui salutati sul molo del porto di Lampedusa.

9.45 Papa Francesco saluta e stringe la mano a numerosi migranti africani, quasi tutti giovanissimi, che lo attendevano all’arrivo sul molo di Lampedusa. Il Papa li ha salutati sorridendo uno per uno, scambiando con loro parole di saluto.

9.41 Papa Francesco è sceso dalla motovedetta della Guardia costiera sul molo Favarolo del porto di Lampedusa

9.35 A bordo della motovedetta della Guardia Costiera, partita da Cala Pisana, papa Francesco è arrivato al porto di Lampedusa, a Punta Favarolo. Sul molo lo attendevano gruppi di migranti, che il Pontefice ha salutato al suo passaggio.

9.28 Il lancio della corona in mare da parte di papa Francesco è stato salutato dal suono delle sirene delle barche dei pescatori.

09.15 Papa Francesco, dalla motovedetta della Guardia Costiera, ha gettato nel mare di Lampedusa una corona di fiori in ricordo dei migranti morti durante le traversate. Prima di lanciare i fiori il Papa si è raccolto in preghiera. Per alcuni minuti, il Pontefice è stato poi in preghiera, in memoria dei migranti morti in mare. Il lancio della corona è avvenuto davanti al porto di Lampedusa. La motovedetta della Guardia costiera su cui si trova il Papa è accompagnata da un corteo di barche di pescatori.

08.52 L’aereo con a bordo Papa Francesco, un Falcon della Repubblica Italiana, è atterrato pochi istanti fa all’aeroporto di Lampedusa. Secondo il programma, il Papa raggiungerà ora Cala Pisana per imbarcarsi su una motovedetta della Guarda Costiera per andare a gettare una corona di fiori in mare in ricordo di tutti i migranti morti nel Mediterraneo.

8.30 “Bisogna uscire dall’idea che gli sbarchi dal mare a Lampedusa sono un’emergenza perché in un paese con tanti chilometri di costa questo è un fenomeno strutturale”. Lo ha detto Laura Boldrini intervistata da “UnoMattina”. “Non bisogna dimenticare – ha aggiunto il presidente della Camera – che si tratta di esseri umani che fuggono da regioni dittatoriali, dalla guerra, dai bombardamenti, dalla violazione dei diritti umani, di persone che avrebbero preferito rimanere a casa propria e che sono invece costrette a chiedere asilo, ottenendolo semmai dopo anni”. “A Lampedusa – ha concluso Boldrini – ho visto persone baciare terra, rinascere per la seconda volta nell’isola della vita, con espressioni di solidarietà umana che dovrebbero essere di esempio per tutti”.

8.15 Papa Francesco e partito da Roma per Lampedusa. E’ il primo viaggio apostolico dall’inizio del suo Pontificato. L’aereo, un Falcon 900 dell’Aeronautica militare, con a bordo il Pontefice, è decollato poco prima delle 8 dall’ aeroporto militare di Ciampino.

8.03. Un barcone carico di migranti è arrivato a Lampedusa, che attende oggi la visita di Papa Francesco. L’imbarcazione, con 166 stranieri a bordo, è stata intercettata dalle motovedette della Guardia di Finanza e della Capitaneria di Porto. Sull’isola, intanto è tutto pronto per accogliere il Pontefice e il campo sportivo, dove celebrerà la Messa, è già affollato di gente.

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08 Luglio 2013, 08:04

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