Paradosso prof No Vax: scandalo, pagati per non lavorare - Live Sicilia

Paradosso prof No Vax: scandalo, pagati per non lavorare

Cosa comporta il nuovo decreto: basta il tampone, sì allo stipendio. Sindacati sul piede di guerra. I particolari
IL CASO
di
2 min di lettura

ROMA, 26 MAR – C’è uno scandalo, consentito dalle leggi, che fa infuriare i docenti triplovaccinati: i prof No Vax rientrano al lavoro, ma non possono lavorare. In pratica non possono entrare in contatto con gli studenti: sono stati già sostituiti e, quindi, costano il doppio.

La nuova norma

Con la nuova normativa i prof No Vax possono accedere all’istituto di assegnazione con il tampone. Si tratta di circa 10mila tra docenti, personale Ata e di segreteria.

Il nuovo decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale ha fatto sparire la sospensione dal lavoro e il blocco dello stipendio. Eppure l’obbligo vaccinale resta fino al 15 giugno e anche la sanzione da 100 euro è confermata. Ma resta il paradosso: rientrano al lavoro per non lavorare.

“E’ molto difficile, negli istituti, stabilire quali siano le mansioni non a contatto con i ragazzi”, osserva però il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli. “Gli stessi impiegati di segreteria e i bidelli entrano a contatto con gli alunni. C’è una volontà di normalizzare la situazione di chi non si è vaccinato: gli si paga lo stipendio per non lavorare, dando mansioni sostanzialmente inesistenti. Bel capolavoro”. “

Evidentemente si trascura il fatto che nelle scuole il 90% delle persone che le frequentano sono gli studenti e risulta impossibile individuare locali in cui non vi sia la loro presenza”, gli fa eco Mario Rusconi, presidente Anp Roma, che segnala “una miriade di proteste da parte dei presidi”. “La questione merita di essere approfondita e rivista”, dicono i componenti M5S della commissione Cultura della Camera, evidenziando che nel decreto si prevede con “vaghezza” che i non vaccinati potranno tornare in servizio, ma solo per “attività di supporto all’istituzione scolastica”. I 5S sono perplessi anche perché questo personale “sarà sostituito nell’impiego da personale supplente retribuito con fondi stanziati per la valorizzazione dei docenti. Un paradosso che deve essere risolto. Presenteremo emendamenti”. Critiche anche dall’ex ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, sempre M5S. “Sono insegnanti – fa notare – ma non dovranno insegnare. Saranno dunque demansionati, per svolgere quali mansioni però non è chiaro. Andranno in biblioteca dove, comunque, saranno a contatto con altri docenti e studenti? Andranno in segreteria? A far cosa?”. Tutto questo mentre “per i lavoratori fragili, che hanno bisogno di evidenti tutele, tutto torna come prima”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI