02 Ottobre 2014, 18:08
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PALERMO – La Procura concede una nuova proroga per la bonifica del Parco Cassarà. Il polmone verde di Palermo, posto sotto sequestro per tracce di amianto e sostanze inquinanti, è infatti una bomba ecologia pronta a scoppiare: per questo le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Dino Petralia hanno portato a interdirne l’accesso. L’area è stata suddivisa in tre zone, a seconda del grado di pericolosità, ed entro il 30 settembre il Comune avrebbe dovuto provvedere a ripulire la zona verde, ovvero quella di Villa Forni, che secondo le prime analisi sarebbe la meno inquinata.
Palazzo delle Aquile, però, non ha fatto in tempo e per questo l’autorità giudiziaria ha concesso tempo fino al 30 marzo. Questo consentirebbe la riapertura parziale del parco, mentre per quella totale serviranno tempi ancora più lunghi: “Ci vorranno almeno tre anni – dice l’assessore all’Ambiente Cesare Lapiana – in questi giorni i nostri tecnici si sono confrontati con il perito del tribunale per stabilire come intervenire. Faremo una conferenza di servizi anche con le Manutenzioni e un esperto esterno all’amministrazione: agiremo di concerto con la Procura. I problemi della zona non rossa non sarebbero gravissimi”.
Il Comune, del resto, sconta alcune difficoltà: l’assenza di esperti, la penuria di tecnici e mezzi a volte limitati. Non c’è ancora una stima dei costi che dovranno essere sostenuti, ma da piazza Pretoria arrivano rassicurazioni. Nell’area rossa, intanto, continuano le analisi della Procura per capire cosa di preciso ci sia sotto il terreno, anche se i primi risultati non sono incoraggianti: copertoni, eternit, vernici, scarti industriali e sabbie vulcaniche. Slittato il termine della bonifica, slitta di conseguenza anche quello della riapertura, nella speranza che da qui a sei mesi le operazioni vengano completate.
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02 Ottobre 2014, 18:08