Cronaca

Parco eolico al largo delle Egadi, ecco chi è d’accordo e chi no

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15 Febbraio 2021, 19:06

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TRAPANI – Sull’ipotesi di costruzione di un parco eolico offshore al largo delle isole Egadi, sinora è stato un coro di NO da parte della politica che si è esposta. Ma vanno fatto dei distinguo fra chi è nettamente contrario senza se e senza ma e chi, invece, è possibilista. Va precisato che sono due i progetti che riguardano l’installazione di un parco eolico offshore al largo delle coste trapanesi. Il primo è stato presentato dal gruppo danese Copenaghen Offshore Partners e prevede l’utilizzo di un’area marina per un totale di 250 metri al largo delle Egadi, a 35 chilometri da Marsala e dalle Egadi, dove dovrebbero essere installate 25 pale galleggianti da 10 megawatt. Il secondo progetto, presentato da “Renexia” (Gruppo Toto), interessa un’area molto più ampia, prevedendo la realizzazione di una piattaforma collocata a 60 chilometri dalle coste siciliane con l’ancoraggio di 190 turbine eoliche, distanti 3,5 km l’una dall’altra.

Le richieste di autorizzazione per la realizzazione di questi progetti sono state presentate ai Ministeri competenti (Ambiente e Sviluppo economico, trattandosi anche di energia) lo scorso anno e sono tutt’ora in corso le relative valutazioni di competenza. Oggi, con la nascita del nuovo Ministero della Transizione Ecologica voluto dal Movimento Cinque Stelle, parlare di energia rinnovabile assume un significato diverso. Intanto che si definiscano chiaramente le competenze di questo dicastero, appare scontato che avrà comunque le competenze per l’energia. Il Ministro Roberto Cingolano dovrà necessariamente dire la sua sulle due proposte progettuali per un parco eolico nel Canale di Sicilia.

L’eolico rappresenta un importante mezzo di produzione di energia rinnovabile, ma la realizzazione di ogni impianto deve tenere necessariamente in considerazione l’aspetto dell’impatto ambientale e le conseguenze che comporterebbe per il territorio. Soprattutto nel caso del progetto Renexia, l’intento è quello di collocare il più grande parco eolico off-shore al mondo al largo della Sicilia, tra le isole Egadi e la Tunisia. Un tratto di mare dove si concentrano le maggiori attività del settore ittico. La concessione di questa enorme porzione marina, oltre ad avere effetti potenzialmente devastanti per quell’ecosistema, restringerebbe notevolmente il tratto di pesca, condizionando anche gli intensi traffici navali dello stretto tra la Tunisia e la Sicilia.

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Su questa ulteriore mortificazione per il settore della pesca puntano il dito quanti, sinora, si sono palesati contrari al parco eolico. In ultimo, nei giorni scorsi, il neo Assessore regionale alla Agricoltura e Pesca mediterranea, Toni Scilla: “Ad oggi il rischio paventato dagli operatori della pesca siciliana, che operano in quell’area del Mediterraneo particolarmente pescosa, è quello di essere privati di ampi spazi acquei dove esercitare la propria attività. La zona individuata per l’eventuale realizzazione del parco eolico offshore è per di più interessata da un intenso traffico navale che nel cambio di rotta metterebbe ulteriormente a repentaglio le attività di pesca – ha affermato l’assessore Scilla -. Per indole sono sempre favorevole alle iniziative imprenditoriali in grado di creare economia per i territori, così come a quei processi innovativi che guardano allo sviluppo sostenibile, ma solo se nel rispetto del benessere socio economico di una comunità”. Contrario, certamente per visioni diametralmente opposte sull’energia rinnovabile, è il senatore trapanese Maurizio Santangelo, cinquestelle.

Santangelo, però, rimanda la valutazione definitiva proprio al Ministero per la Transizione Ecologica: “È chiaro che il passaggio alle fonti rinnovabili rappresenta un obiettivo fondamentale per il nostro Paese. Non a caso, abbiamo ottenuto che nel nuovo Governo fosse istituito un Ministero dedicato alla transizione ecologica, che assorbirà anche le competenze in materia energetica, prima spettanti al Ministero dello Sviluppo economico. La creazione di questo super-Ministero avrà effetto diretto sulla valutazione di questi progetti che spetterà unicamente alla nuova struttura ministeriale. La nostra idea di sviluppo sostenibile si basa però sulla capillare realizzazione di impianti diffusi e non sui mega impianti eolici o fotovoltaici che andrebbero ad impattare in maniera decisiva sulle meravigliose caratteristiche dei nostri territori. Ogni cittadino dovrebbe avere la possibilità di auto-prodursi l’energia, in modo sostenibile. Proprio in questa direzione va il Superbonus del 110%, una misura che vorremmo rendere strutturale. Vigileremo quindi sull’iter di valutazione di questi progetti e come sempre porremo in primo piano la tutela del nostro territorio”.

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15 Febbraio 2021, 19:06

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