13 Ottobre 2015, 14:42
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MESSINA – La Lega Pro a 38 anni per un giocatore come Alessandro Parisi potrebbe essere un punto d’arrivo, ma le lacrime dicono ben altro. Quello tra il difensore palermitano e il Messina è rapporto speciale, segnato da un passato indimenticabile fatto di sgroppate sulla fascia sinistra, di cross al bacio e punizioni ch suonavano come sentenze. Lui, il “Roberto Carlos dello Stretto”, con quella maglia numero 19 sopra le spalle fu uno dei simboli di quella squadra guidata da Bortolo Mutti che tra il 2003 e il 2005 raggiunse prima una storica promozione in massima serie, per poi ottenere un inaspettato settimo posto in Serie A. Da quelle annate che significarono il picco massimo sia per Parisi che per il calcio messinese, è cambiato tutto.
I giallorossi vogliono continuare a stupire ma in Lega Pro, mentre Parisi è un giocatore in cerca di redenzione dopo la squalifica per il calcio scommesse. Una macchia difficile da mandare via, che solo il campo e le prestazioni possono attenuare, intanto c’è un pubblico messinese da ringraziare con una sentita lettera letta con la sciarpa giallorossa al collo e con le lacrime agli occhi: “Oggi è un giorno molto importante – ha spiegato Parisi – posso dire tutto ciò che penso dopo un lungo periodo di silenzio. Il mio cuore riprende a battere, dopo anni molto difficili e non solo per vicende calcistiche. Ho pagato i miei errori fino in fondo, farò tesoro di questa esperienza ma adesso voglio pensare al futuro. Voglio versare fino all’ultima goccia di sudore, mettendo a disposizione tutte le forze fisiche e mentali che mi sono rimaste a disposizione per la città intera. In tanti mi hanno aiutato, a Messina devo molto perché mi consentito di vivere esperienze bellissime. Sono consapevole che sono passati tanti anni da quel periodo glorioso, ma non voglio fare passerelle. Ho ancora la voglia di scrivere nuove pagine nella storia sportiva di questa città, con una società nuova composta da amici e gente umile ma al contempo professionale”.
Accanto a lui un silente Christian Argurio, anche lui presente nel Messina che fu, ma ora c’è solo la voglia di riscatto: “Dopo la squalifica pensavo che la mia carriera fosse finita – ha spiegato – ho pagato un eccesso di bontà, ma ora sono qui e voglio fare bene. Ci sono tutte le componenti per continuare così, c’è la voglia perenne di superare i propri limiti”. Per continuare l’amarcord, Parisi dovrà confrontarsi con Arturo Di Napoli, che da compagno di squadra dovrà imparare a chiamare “mister”: “Mi ha sorpreso vederlo così attento ad ogni dettaglio, ha una grande mentalità è uno spirito vincente che può trasmettere ai ragazzi”.
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13 Ottobre 2015, 14:42