04 Ottobre 2024, 05:01
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CATANIA – “Molte criticità rilevate” e alcune argomentazioni esposte dal Comune “non idonee a superarle”. È la conclusione della lunga relazione della Corte dei Conti che, in 48 pagine, bacchetta l’amministrazione comunale in tema di Partecipate – per la precisione in relazione ai piani di revisione ordinaria delle società partecipate detenute dal Comune di Catania al 31.12.2021 e al 31.12.2022 – e in riferimento alla tenuta delle finanze, al fondo di accantonamento e alle previsioni di bilancio.
Nel primo caso, la Corte si esprime in merito alla ricognizione periodica delle Società Partecipate, disciplinata dal relativo Testo unico e valuta “il puntuale adempimento degli obblighi vale a dire la conformità tra il piano adottato dall’amministrazione e di conseguenti atti esecutivi e il parametro legislativo di riferimento” – si legge nella deliberazione.
L’eventuale esito negativo del controllo da parte della Corte dei Conti sui provvedimenti di revisione straordinaria delle partecipazioni, può anche condurre all’adozione di una “pronuncia di accertamento – prosegue la nota – che evidenzi l’illegittimità riscontrata, stimolando all’adozione di misure correttive da parte dell’ente”. Nei casi più gravi, si può arrivare anche ad annullamenti in auto tutela del provvedimento.
Nelle scorse ore avevamo raccontato la partita a scacchi che si sta giocando proprio sul versante partecipate.
In relazione ai Piani di revisione ordinari delle Società Partecipate al 31 dicembre 2021 e al 31 dicembre 2022, la prima irregolarità evidenziata è la persistenza nell’elenco fornito alla Corte delle partecipazioni di Intersac e Soaco. Entrambe liquidate o estinte, dato quest’ultimo comunicate con grande ritardo da Palazzo degli elefanti, come evidenzino i magistrati contabili.
In tema di asseverazione dei crediti e dei debiti reciproci da parte dei rispettivi organi di controllo, la Corte chiede informazioni in merito alla riconciliazione tra le partite creditorie e debitorie per gli esercizi 2019-2022 e per ciascuna società partecipata, la presenza o meno della doppia asseveranza dei crediti debiti e l’ammontare delle eventuali partite non riconciliate.
“L’ente – scrivono i magistrati contabili – ha prodotto i file excel richiesti, mentre ancorché espressamente richiesto, non sono state prodotte le note di conciliazione asseverazione”. Criticità emerse anche dall’esame dei prospetti prodotti nella riconciliazione delle partite riguardanti Sostare e Sidra.
E ancora, punti critici sono evidenziati a proposito del Consorzio ripopolamento ittico in liquidazione, Sac, Amts e Multiservizi, per cui la Corte analizza i contratti di servizio parlando di “discrasia” nei dati, Asec, e ancora altre. I punti da chiarire vengono sintetizzati in un prospetto.
“In particolare – riporta il documento – si può rilevare che: le società AMT e So.a.Co. S.p.a hanno fatto rilevare un risultato d’esercizio negativo per l’intero triennio 2019/2021. Per la società ASEC trade affermata la presenza di fidejussioni solo per l’esercizio 2022, salvo poi elencare le società beneficiarie di fidejussioni nel quadriennio 2019/2022.
Per la società ASEC trade la spesa media del personale è stata elevata lungo l’intero quadriennio 2019/2022. Nell’esercizio 2022 è stata pari ad euro 80.289; per la società AMT è stato dichiarato che non sono ancora disponibili i dati dell’esercizio 2022 relativamente a risultato d’esercizio e patrimonio netto.
Per le società SIDRA e SOACO non è stata fornito il dato relativo alle fidejussioni; per la società SAC il costo del personale nell’esercizio 2019 ha avuto valore medio elevatissimo (€ 74.308), mentre il valore assoluto è risultato superiore di oltre 4 milioni l’importo del 2020, ancorché siano state comunicate solo 4 unita in meno (da 169 del 2019 a 165 del 2020).
Per la società SRR, nel quadriennio 2019/2022, il costo del personale è stato costantemente superiore ai 200.000 euro nonostante la società avesse solo 4 dipendenti; nella società Catania Multiservizi la spesa del personale, nell’esercizio 2022, è aumentato di quasi tre milioni di euro rispetto l’esercizio precedente a fronte di un aumento di dipendenti di sole 13 unità (da 371 a 384).
E ancora, i magistrati analizzano i compensi degli amministratori, il prospetto delle consulenze per dal 2019 al 2022 “con indicazione – si legge – per ciascun organismo partecipato, della tipologia di incarico di consulenza, dell’importo annuale sostenuto, della durata dell’incarico”. E poi i titoli di spesa per gli stessi anni per relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità, rappresentanza, missioni, sponsorizzazioni, ecc.
Ma è sul capitolo successivo che analizza il “Fondo contenzioso”, che i magistrati bacchettano più forte. Fondo che, secondo la tabella riportata è aumentato dal 2012, dove era poco meno di 900.450 euro fino ai quasi trentacinque milioni del 2022.
La Corte chiede il prospetto dei contenziosi in essere, anche delle società poste in liquidazione, e una dettagliata e aggiornata relazione sul contenzioso “precisando – si legge – per ciascun giudizio l’importo della lite, il relativo grado di definizione, la puntuale valutazione del relativo rischio, la quantificazione dei possibili oneri e se questi godono già dalla relativa copertura finanziaria e della correlata quota accantonata nel risultato di amministrazione dal 2019 al 2022 a titolo di fondo di contenzioso”.
Documenti non forniti o comunque per i quali la Corte lamenta “poca chiarezza”, chiedendo una nuova integrazione. I magistrati chiedono inoltre di conoscere l’ammontare complessivo del contenzioso attivo e passivo in essere alla data del 31 dicembre degli esercizi 2012 alla 2022. “Al fine di poter valutare la congruità del fondo contenzioso nei periodi in esame”.
“Purtroppo – scriva la Corte – si è dovuto riscontrare la poca chiarezza del documento prodotto denominato “fondo contenzioso Punto 5”, che non contiene tutte le informazioni richieste e quelle prodotte sono di difficile interpretazione. Occorre, peraltro, rilevare diverse incongruenze e circostanze singolari”.
Pesante il richiamo dei magistrati contabili sui rischi. “È accertato – scrivono – che una delle cause del rischio di squilibri strutturali del bilancio in grado di provocare il dissesto finanziario è rappresentata da sentenze che determinano per l’ente l’insorgere di oneri di rilevante entità finanziaria, e che il bilancio non riesce ad affrontare con risorse disponibili nell’anno o nel triennio di riferimento al bilancio”.
Infine il Bilancio di previsione 2024-2026 e il Rendiconto 2023. La Corte dei Conti chiede come l’amministrazione intenda operare, alla luce di alcune circostanze “tra cui l’insufficienza delle risorse liquide disponibili quantificate e segnalate dall’Organismo straordinario di liquidazione in oltre 104 milioni di euro”.
Alla Replica del comune, i magistrati contro-replicano, ricordando “di separare il piano economico da quello squisitamente finanziario” e avanzano “qualche perplessità” in merito ai ragionamenti portati avanti dall’amministrazione relativamente alla sottrazione di “due istanze di ammissione alla massa passiva presentate dal Comune di Catania per euro 61.943.206,31” dall’intero importo.
“Nel caso in cui, in sede di chiusura del rendiconto 2023, vi fosse certezza della minore entrata, postergare il ripiano, peraltro parziale, del corrispondente disavanzo negli esercizi 2025 e 2025, sotto forma di ulteriori accantonamenti alla voce “altri accantonamenti”, potrebbe assumere carattere elusivo delle norme sul ripiano del disavanzo” – considera infine la Corte.
Un quadro che, concludono i magistrati contabili, suscita “seria preoccupazione, sia in merito alla piena copertura delle risorse necessarie all’Osl per la liquidazione delle partite debitorie, sia in relazione agli effetti sugli equilibri finanziari dell’Ente del disconoscimento dell’entrata, già accertato quale credito dal Comune, dell’importo di 61.943.206,31”.
Interpellato sulla questione Corte dei Conti, l’assessore Giuseppe Marletta non si tira indietro e risponde: “Sono normali interlocuzioni che abbiamo con la Corte dei Conti con cui ci relazioniamo su tutti i passi che facciamo. Stiamo verificando e risponderemo, comunicando quanto fatto e quanto faremo rispetto alle osservazioni. Tutto quello che viene rilevato è sotto l’attenzione degli uffici”.
Intanto il presidente del consiglio comunale di Catania, Sebastiano Anastasi, ha immediatamente, oggi stesso, inviato una nota all’amministrazione comunale affinché siano fornite al Consiglio Comunale tutte le determinazioni del caso che si intendono intraprendere. “Attendiamo con estrema chiarezza i correttivi che l’amministrazione intenderà adottare tempestivamente.
Il consiglio comunale, come ha anche dimostrato recentemente, è vigile e pronto così come lo è sempre stato fin dall’intero percorso amministrativo di risanamento e di fuoriuscita dal dissesto avviato fin dal 2019″, afferma il presidente del consiglio comunale.
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04 Ottobre 2024, 05:01