Partecipate, immobili, passività |Le criticità del piano di riequilibrio

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24 Settembre 2016, 09:35

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CATANIA – Il parere è positivo. Nonostante i nonostante. I revisori dei conti hanno analizzato il piano di riequilibrio rimodulato e approvato dalla Giunta di Enzo Bianco, evidenziando però alcune criticità, alcune delle quali sembrano portare alla luce alcune “mancanze” del documento che il Consiglio comunale è chiamato a votare entro il 30 settembre. A cominciare dall’assenza di alcuni dati essenziali, elencati nella relazione del collegio dei revisori che scrivono come “i dati della rimodulazione/riformulazione del piano di riequilibrio finanziario pluriennale dell’Ente, sono quelli esposti nella deliberazione, seppur mancanti di attività di comparazione con ciascuna delle azioni indicate nel precedente piano, nonché di idonee clausole di salvaguardia e/o misure correttive che possano porre in equilibrio il piano stesso”. Da qui l’invito all’Ente “a predisporre idonea tabella di comparazione al fine di poter agevolare il riscontro di tutte le misure e azioni del piano, indipendentemente dalle variazioni o meno effettuate, e di considerare l’introduzione al piano di idonee clausole di salvaguardia e/o misure correttive”.

I revisori entrano nel dettaglio degli “impieghi”, mettendo in risalto alcune criticità. Come il fatto che “Il Fondo accantonamento residui attivi sia stato ridotto rispetto al piano originario in considerazione della creazione del FCDE. Tale operazione deve necessariamente contenere un’attività di monitoraggio costante al fine di non determinare fattori di disequilibrio”. Non solo. I revisori scrivono che “sono stati ricompresi nell’attività di rimodulazione, debiti fuori bilancio non inseriti nel precedente piano. Tale attività deve necessariamente essere rivalorizzata oltre che in termini economici anche in termini temporali al fine di poter determinare l’esatta annualità di origine del debito pre o post piano, nonché attivare un debito elenco cronologico di tutti i debiti fuori bilancio”.

Relativamente alla voce lotta all’evasione “occorre evidenziare il trend delle attività di accertamento e riscossione – si legge nella relazione – che hanno riportato a quanto espresso con relativa attestazione dell’andamento decrescente”. E ancora, il collegio analizza come “sul disavanzo da riaccertamento straordinario occorre evidenziare che lo stesso ha generato un importo complessivo di euro 109.674.836,75” e che “Relativamente alle passività potenziali occorre evidenziare che si rende necessario una dettagliata analisi da parte dell’Ufficio legale che consente di verificare il livello dei contenziosi in essere, pur prendendo atto dei pronunciamenti favorevoli in favore dell’Ente poiché in caso contrario occorre predisporre idoneo fondo di copertura”.

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Per quanto riguarda la voce “Risorse”, invece, una delle criticità messe in risalto riguarda la vendita del patrimonio immobiliare che tante polemiche ha scatenato nella società civile e non solo, soprattutto per il valore – considerato sottovalutato – attribuito la misura all’interno del Piano. Aspetto evidenziato nella relazione. “Con riferimento alle dismissioni dei beni oggetto del patrimonio dell’Ente – scrivono i revisori – occorre evidenziare che i valori espressi necessitano di una rivisitazione in termini economici in quanto non si evince l’origine della valorizzazione proposta in vendita. Si suggerisce di attivare entro 60 giorni dalla presente idonea valorizzazione attraverso la collaborazione prestata dall’Agenzia delle Entrate (ex Agenzia del Territorio), la quale potrà soddisfare le aspettative patrimoniali, nonché attivare gli uffici affinché possano attivare gli atti idonei di gara pubblica”. Anche sulla situazione delle partecipate, il collegio invita ad “attivare idonea collaborazione con le stesse affinché predispongano idonei piani industriali certificati da cui si possa evidenziare la possibilità di conseguimento di quegli utili attesi e necessari al sostegno del piano. Con riferimento all’alienazione della rete gas – infine – l’importo stimato risulta essere valorizzato esclusivamente da una “perizia di parte”, pertanto si rende necessario, al fine di validare quanto espresso, attivare entro 60 giorni dalla presente, idonea valutazione redatta da organo terzo statale, al fine di poter rendere congrua la sua inscrivibilità al valore del piano”.

Tutti elementi di criticità che, sebbene non abbiano comportato il parere negativo, spingono il collegio ad ammonire il Consiglio comunale e la Giunta “a tener presente le osservazioni e gli inviti formulati nell’ambito della presente relazione, al fine di assicurare l’attendibilità delle impostazioni adottate, fa presente che si rende necessario l’attivazione delle seguenti attività propedeutiche alla sostenibilità del sopra richiamato piano”.

 

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24 Settembre 2016, 09:35

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