Partecipate, la Regione non paga |E le liquidazioni si bloccano - Live Sicilia

Partecipate, la Regione non paga |E le liquidazioni si bloccano

Biosphera e Multiservizi non possono essere liquidate perché entrambe vantano dei crediti dalla Regione. Mentre dopo 30 anni potrebbe finalmente chiudere la Siace. Lavora Spa: allarme fallimento.

PALERMO – Biosphera e Multiservizi, entrambe partecipate dalla Regione, non possono essere liquidate perché entrambe vantano dei crediti proprio nei confronti dell’amministrazione regionale, che però non paga. Risultato: le società rimangono in pieni da quattro anni e la Regione spende soldi ogni anno per mantenere aperte le liquidazioni. E’ il paradosso che emerge da due relazioni, una dell’ufficio speciale per le liquidazioni della Regione e l’altra della Ragioneria generale, consegnate alla Corte dei Conti in vista dell’adunanza pubblica di oggi, alla luce dei rilievi e dei correttivi avanzati dai magistrati contabili nell’indagine sulle società partecipate della Regione e del deliberato trasmesso al governo alla fine del 2013. Per queste due società, scrive l’ufficio speciale della Regione, “si deve attendere l’esito dei tavoli di conciliazione” per sbloccare le situazioni creditorie e accelerare la chiusura delle liquidazioni. Biosphera, i cui dipendenti sono stati assunti dalla Servizi ausiliari Sicilia (Sas), ha un debito per il Tfr pari a 1,5 milioni di euro, a fronte di crediti nei confronti dell’assessorato regionale al Territorio, iscritti in bilancio, per 6 milioni. Più grave la situazione della Multiservizi (dipendenti transitati in Sas) che ha debiti per Tfr pari a 7 milioni ma crediti, iscritti in bilancio, per 18 milioni nei confronti di vari dipartimenti dell’amministrazione regionale.

In liquidazione da 30 anni, la Siace Spa dovrebbe chiudere definitivamente entro fine mese. Lo assicura l’ufficio speciale per le liquidazioni della Regione nella relazione consegnata alla Corte dei Conti che, nell’adunanza pubblica di stamattina, ha bacchettato il governo per i ritardi nei correttivi suggeriti dai magistrati contabili per la gestione delle società partecipate. Era il 1985 quando l’Espi, l’ente di sviluppo industriale della Regione, avviò la procedura di liquidazione della Siace, ma a oggi la società per l’industria agricola cartaria editoriale, al 100% regionale, è ancora in vita. E costa. Per pagare il liquidatore quest’anno la Regione ha sborsato 8 mila euro. Dopo la Siace, dovrebbe toccare alla Quarit Scpa e a Sicilia Innovazioni Spa, la cui cancellazione dal registro delle imprese è prevista, dall’ufficio speciale, per la fine di quest’anno.

Lavoro Sicilia Spa, al 100% in mano alla Regione e in liquidazione da un anno e mezzo, va verso il fallimento. Lo scrive il dirigente dell’ufficio speciale della Regione per le liquidazioni nella relazione consegnata alla Corte dei Conti. Nel documento si legge di “disastrosa situazione finanziaria” rappresentata dal liquidatore della società, a causa “di una rilevante perdita d’esercizio nel 2013” e della “completa erosione del capitale sociale”. “Lavoro Sicilia – si legge nella relazione – è stata interessata da un pignoramento mobiliare richiesto dalla società proprietaria dell’immobile dove era situata la sede legale della società in dipendenza della esposizione di questa a titolo di canoni d’affitto non corrisposti. E’ altresì presente un contenzioso dipendente dalle commesse ottenute dalla società”.

Per le società partecipate la Regione siciliana ha speso, in quattro anni, oltre 1 miliardo di euro, ben 21 milioni al mese. Soldi pubblici versati per coprire perdite di bilancio, per sottoscrivere aumenti di capitale e come anticipazioni di saldi di liquidazione nel periodo dal 2009 al 2012: oltre il 40% di queste società pubbliche, come ha rilevato la Corte dei Conti nella sua indagine, ha registrato perdite in almeno tre bilanci consecutivi. A ricordare questi numeri è stato il magistrato istruttore della Corte dei Conti Gioacchino Alessandro nella sua relazione all’adunanza pubblica durante la quale stamani il governo della Regione è stato bacchettato per i ritardi nell’attuazione delle misure di riorganizzazione e contenimento dei costi delle società partecipate, rispondendo a parte delle indicazioni con nove mesi di ritardo rispetto ai tempi previsti. Dopo aver ascoltato le controdeduzioni fornite dal governo e dai dirigenti della Regione, la Corte si è riunita in camera di Consiglio; il deliberato sarà reso noto nei prossimi giorni.


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