28 Giugno 2017, 11:56
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PALERMO – “L’Ars non si è certamente caratterizzata per un’intensa attività legislativa. Ed i provvedimenti esitati, troppo spesso, sono stati oggetto di impugnativa romana”. Ieri le assenze di massa, e il “collegato” che affonda scontrandosi col numero legale. Non certo un buon segnale, in vista della parte conclusiva di questa legislatura. Ad esprimere preoccupazione anche il deputato di Forza Italia, Riccardo Savona: “Sul tavolo della politica, oltre al collegato – dice – rimane l’incompiuta, – della messa in servizio dei dipendenti delle ex partecipate ad oggi inseriti nell’Albo unico della Regione Siciliana”.
Un elenco composto da lavoratori provenienti da diversi enti: Cerisdi, Ciem, Sis, Lavoro Sicilia, Quarit, Spi, Terme di Sciacca e Sicilia e-Ricerca: “Tutte partecipate – dice Savona – smantellate dal Governo Crocetta. Lo stesso governo che aveva promesso di non fare macelleria sociale, ma che al contrario ha determinato il licenziamento di centinaia e centinaia di lavoratori”.
Ma in qualche caso, racconta Savona, il governo ha cercato di trovare una soluzione: “Uno dei pochi casi di sinergia tra l’esecutivo e le Commissioni. Bisogna dare atto all’Assessore all’Economia Baccei – dice infatti Savona – di aver colto, con acume, l’opportunità di dare una seconda chance a questi lavoratori che saranno, per l’amministrazione, una risorsa. Paradossalmente l’assessore venuto da Roma ha mostrato una sensibilità maggiore di tanti funzionari regionali preposti, sulla carta, alla rimozione delle incombenze burocratiche. Ma purtroppo, in Sicilia, la burocrazia è nemica del cittadino”.
Secondo il deputato, insomma, la burocrazia finirebbe per ostacolare il ‘salvataggio’ dei lavoratori: “Addirittura siamo al paradosso – dice Savona – che il disposto normativo viene stravolto nell’interpretazione da certi funzionari. Tutto è cominciato il 20 settembre 2016 con l’approvazione della legge regionale 20 che prevedeva di definire il percorso normativo di salvataggio dei dipendenti delle ex partecipate partendo dal presupposto della copertura finanziaria. Per questo motivo sono stati stanziati 2,7 milioni di euro, più ulteriori 400 mila euro previsti dalla finanziaria. I lavoratori delle ex partecipate in possesso dei rigidi requisiti previsti dalla norma dovevano essere allocati nell’Albo Unico della Regione Siciliana, assunti dalla SAS e dalla stessa stornati presso le strutture dell’Amministrazione che ne avrebbero fatto richiesta. Successivamente, in considerazione del blocco vigente alle nuove assunzioni, – prosegue – nonostante che di nuove assunzioni non si sarebbe dovuto parlare, essendo la fattispecie inquadrabile nella “ricollocazione”, il parlamento ha esitato una norma di deroga, approvata nella legge regionale 8 del 2017″.
Tutto risolto? Per niente. “Da allora – spiega infatti Savona – nonostante la ferma determinazione esercitata dall’assessore Baccei, la burocrazia ha rallentato ogni processo attuativo fino a soffocarlo: nessun tavolo di concertazione è mai stato convocato per dare attuazione al disposto normativo, se non consideriamo un tentativo di incontro svolto in modo del tutto informale. L’amarezza è aggravata dal fatto che i vari dipartimenti regionali hanno da tempo comunicato i propri fabbisogni professionali: all’Assessorato all’Economia – Dipartimento Partecipate, risultano 226 richieste di unità lavorative necessarie. Un numero decisamente superiore – conclude Savona – alle risorse umane inserite nell’albo unico”.
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28 Giugno 2017, 11:56