20 Luglio 2018, 17:43
2 min di lettura
PALERMO – Il rapporto finanziario con le società partecipate e controllate è uno dei punti più critici e oscuri del bilancio della Regione siciliana. La Corte dei conti, nella relazione al rendiconto sull’esercizio finanziario 2017, registra da un lato la “mancata dimostrazione” dei rapporti di debito e credito e dall’altro una “situazione fortemente problematica e lacunosa”. “Particolarmente grave – si legge nella relazione – risultano le inadempienze non solo nella fase di riconciliazione ma soprattutto in quella, propedeutica, di ricognizione delle singole posizioni di debito-credito”. La lacunosità delle informazioni fornite solo su quattro delle partecipate hanno finito, a giudizio della Corte dei conti, per compromettere la “veridicità e l’integralità delle risultanze contabili”. La Regione, aggiunge la relazione, ha pure sottovalutato il “coefficiente di rischio”. Ha cioè “trascurato il critico stato di salute di molte società e organismi regionali” spesso segnalato dalla Corte dei conti.
Sanità, serve la “governance”
Il servizio sanitario regionale ha compiuto forzi rilevanti per un graduale rientro dai debiti ma per la Corte dei conti non bastano per migliorare l’efficienza della spesa, razionalizzare l’impiego del personale e rimodulare i servizi ospedalieri. Mancano infatti “linee guida e atti di indirizzo in grado di orientare la politica sanitaria regionale”. In sostanza, la Regione è chiamata a svolgere “in maniera più significativa un’adeguata azione di governance”. Lo richiede l’elevata incidenza della spesa sanitaria che nel 2017 è stata di 12 miliardi e 474 milioni di euro, cioè il 63,7 per cento dell’intera spesa della Regione. Necessaria anche una maggiore efficienza della spesa farmaceutica mentre migliorano i conti delle Aziende sanitarie con una contrazione del debito di 94 milioni e un incremento significativo dei crediti.
Fondi Ue, allarmante ritardo
La gestione dei fondi europei “è in allarmante ritardo”. Si profila quindi il rischio di una “consistente perdita di risorse finanziarie, con un ulteriore incremento delle differenze economiche territoriali” con il resto del Paese, “una mancata crescita delle imprese, dell’apparato produttivo regionale e delle famiglie”. In ballo ci sono 9,73 miliardi di euro per il programma 2014/2020. Per non perderli occorre che il governo regionale adotti “misure correttive” e acceleri il “ritmo di spesa” indirizzandolo verso iniziative più produttive.
Pubblicato il
20 Luglio 2018, 17:43